7GIORNI IN SENATO (n. 21)/ Punto per punto il decreto legge in materia fiscale e finanziaria approvato. L’intervento del ministro Tria

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO/

Martedì 27 novembre L’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9 e ha avviato l’esame del ddl. 886, Conversione in legge del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria.

Gli articoli da 1 a 9 recano disposizioni in materia di pacificazione fiscale, che consentono ai contribuenti la definizione agevolata (senza sanzioni o interessi e mediante rate) dei processi verbali di constatazione, degli avvisi di accertamento, dei carichi di riscossione tra il 2000 e il 2017, delle controversie tributarie pendenti con l’Agenzia delle entrate. E’ previsto inoltre l’annullamento automatico dei debiti tributari fino a mille euro dal 2000 al 2010.

Gli articoli da 10 a 16 recano norme di innovazione del processo tributario e di semplificazione fiscale, che prevedono l’emissione delle fatture entro dieci giorni dall’effettuazione delle operazioni, la modifica dei termini dell’annotazione, l’abrogazione dell’obbligo di numerazione progressiva delle fatture nella registrazione degli acquisti, la possibilità di detrazioni IVA con riferimento ai documenti di acquisto ricevuti e annotati entro il 15 del mese successivo.

Altre disposizioni fiscali (articoli da 17 a 20) riguardano la memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi, il rinvio della lotteria dei corrispettivi e la materia delle accise.

Gli articoli da 21 a 26 contengono disposizioni finanziarie urgenti che autorizzano la spesa di 40 milioni per il contratto di programma di Ferrovie dello Stato, uno stanziamento di 735 milioni a favore del Fondo di garanzia per piccole e medie imprese, un incremento di 26,4 milioni per la ristrutturazione dell’autotrasporto e di 130 milioni a favore del Fondo per le missioni internazionali, una proroga di 12 mesi degli ammortizzatori sociali in deroga per imprese in crisi con più di cento unità.

Il relatore, senatore Fenu (M5S), ha sottolineato che le misure per la pace fiscale sono rivolte ai contribuenti che non sono riusciti a pagare le imposte per difficoltà economiche ed escludono i grandi evasori. Le misure per le imprese di semplificazione del sistema impositivo mirano a ridurre la pressione fiscale e a ricostituire un rapporto di fiducia tra fisco e contribuente.

La Commissione ha approvato emendamenti che estendono la definizione agevolata agli errori formali, escludendo i patrimoni detenuti all’estero; destinano una parte del gettito al rifinanziamento del bonus bebè; istituiscono un fondo di 474 milioni per l’edilizia e la rete stradale nelle aree colpite da calamità naturali; prorogano gli ammortizzatori in deroga per le aree di crisi complessa; prevedono l’incompatibilità tra la carica di commissario per la sanità e quella di Presidente di Regione; costituiscono un tavolo per il contrasto del caporalato; pongono le basi per la rete unica delle telecomunicazioni. La relatrice di minoranza,  Conzatti (FI), ha evidenziato che il decreto è collegato a una manovra di 37 miliardi che contiene misure assistenziali, non riduce le imposte, prevede più tasse per banche e assicurazioni e minori agevolazioni nette per le imprese. Tra gli aspetti più criticabili del decreto, l’utilizzo della fatturazione elettronica per fare cassa e la parzialità delle misure di pace fiscale. Il relatore di minoranza, D’Alfonso (PD), ha evidenziato che il decreto contiene misure di condono fiscale, ha criticato la rinuncia da parte del Governo a contrastare seriamente l’evasione fiscale, che si aggira intorno a 120 miliardi, e ha lamentato il depotenziamento della fatturazione elettronica. I senatrice Loredana De Petris (Misto-LeU) e Grimani (PD) hanno illustrato questioni pregiudiziali che pongono l’accento sull’eterogeneità delle norme del decreto, la disparità di trattamento dei contribuenti generata dalla rottamazione-ter, la violazione del principio di progressività delle imposte e i rischi per la tenuta del sistema tributario.  Comincini (PD) ha annunciato voto favorevole, Romeo (L-SP) voto contrario, la senatrice Rauti (FdI) l’astensione.

Respinte le pregiudiziali, è iniziata la discussione generale. Vi hanno preso parte i senatori De Bertoldi, Urso, La Pietra, Iannone (FdI); Presutto, Accoto, Lannutti, De Nicola (M5S); Ferrero, Saviane, Rivolta (L-SP); Perosino (FI); Steger (Aut); Astorre (PD).

Mercoledì 28 – L’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 e ha ripreso l’esame del ddl. 886, Conversione in legge del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria.

Il relatore, Fenu (M5S), ha ritirato l’emendamento 21.0.5000 sulle concessioni autostradali che aveva presentato ieri sera al termine della seduta. Il sottosegretario per l’Economia, Bitonci, rispondendo alle opposizioni, ha spiegato che l’argomento sarà trattato in sede di bilancio.

L’Assemblea ha approvato gli emendamenti della Commissione 17.6 (testo 2), 17.11, 17.15 (testo 2), 18.1, 18.3 (testo 2), 19.2.

Alle ore 11 l’esame del decreto fiscale è stato sospeso per passare alle comunicazioni del ministro dell’Economia e delle Finanze sulla manovra di bilancio, al termine delle quali l’Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione n. 1 della maggioranza e ha respinto le altre. Il ministro Tria ha ricordato che è in corso un negoziato intenso e virtuoso con la Commissione europea per trovare una soluzione condivisa, nel rispetto delle priorità indicate dal Governo. L’Italia soffre di una bassa crescita, che da dieci anni è inferiore di un punto percentuale alla media europea, e negli ultimi anni è aumentata l’area della povertà, senza che siano stati raggiunti il pareggio di bilancio e la riduzione del debito. Nel terzo trimestre si è verificato inoltre un rallentamento dell’economia nazionale e internazionale che pone l’esigenza di un intervento anticiclico. La manovra di bilancio moderatamente espansiva è stata disegnata per aumentare la crescita e, per questa via, ridurre il rapporto tra debito e Pil, attraverso investimenti pubblici, misure fiscali, sostegno al reddito, riforma delle pensioni e, dopo l’approvazione del DEF, il deficit programmatico è stato rivisto al rialzo di quattro decimali. La Commissione europea, dopo aver contestato l’obiettivo di medio termine e le previsioni di crescita, che però appaiono sostanzialmente confermate dagli ultimi dati ISTAT, ha obiettato al nuovo documento programmatico la non conformità al percorso di aggiustamento. Per evitare una procedura d’infrazione per debito eccessivo, occorrono decisioni responsabili e un’operazione verità: l’impegno di correzione dei conti pubblici, presentato dal precedente Governo e accettato dalla Commissione europea, non era sostenibile e il Governo attuale non poteva confermarlo. Nel triennio precedente, beneficiando del quantitativ easing della BCE, l’Italia ha aumentato la spesa corrente per i bonus, mentre sono caduti gli investimenti lordi nonostante i margini di flessibilità. Il Governo in carica non intende polemizzare sul passato né fare affronti all’Europa, ha intenzione invece di tenere conto delle incertezze che si riflettono negativamente sulla spesa per interessi; sta quindi dialogando per ristabilire un clima di fiducia e trovare un bilanciamento serio tra rilancio della crescita e sostenibilità dei conti pubblici, ha proposto la dismissione di alcune attività pubbliche e sta cercando spazi finanziari per investimenti strategici ad alto contenuto tecnologico.

Nella discussione generale sono intervenuti  Loredana De Petris (Misto-LeU), Nannicini, Stefano, Misiani (PD); Marsilio (FdI); Mallegni, Ferro (FI); Tosato (L-SP) e Pellegrini (M5S).

Il Pd ritiene che il Governo non abbia disegnato una manovra moderatamente espansiva ma abbia programmato uno sforamento senza precedenti per pagare le cambiali elettorali e non abbia avviato un dialogo virtuoso con l’Europa ma ingaggiato uno scontro duro che ha isolato il Paese e produrrà una stretta creditizia. FI chiede di cambiare la manovra, spostando sugli investimenti pubblici e privati le risorse destinate a reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni. FdI, pur criticando l’impianto delle politiche europee, contesta alla maggioranza il mancato taglio delle imposte e la scarsa definizione delle misure di sostegno al reddito e di quota cento. LeU rimprovera al Governo di non aver previsto un piano di investimenti diretti per la messa in sicurezza del territorio e di non aver proposto un cambiamento di regole in Europa, ma di aver cercato l’alleanza con i paesi più intransigenti sul rigore di bilancio. La Lega ha rilevato che la politica ha il dovere di cambiare regole che non funzionano e molti economisti, nell’attuale congiuntura, caldeggiano misure di sostegno della domanda interna; ha quindi invitato il ministro a non fare passi indietro su lotta alla povertà e alla disoccupazione giovanile, tutela delle pensioni e dei risparmiatori truffati, riforma del fisco per stimolare la crescita; la manovra di bilancio è prudente, prevede un controllo trimestrale della spesa, e la Commissione europea deve rispetto al Governo italiano. M5S ha evidenziato che le politiche di austerità hanno fatto crescere il debito pubblico del 30 per cento, le ricette per la crescita dei precedenti Governo sono fallite e l’Europa è destabilizzata dalla finanza non dalla manovra economica dell’Italia.

Dopo che il ministro dell’Economia ha espresso parere favorevole alla proposta di risoluzione di maggioranza e contrario alle altre, hanno svolto dichiarazione di voto i senatori Errani (Misto-LeU), Juliane Unterberger (Aut), che ha annunciato voto favorevole alle risoluzioni di PD e FI e contrario sulle altre, Ciriani (FdI), Manca (PD), Solinas (L-SP), Saccone (FI), Licheri (M5S).

In dissenso dal Gruppo, Mario Monti (Misto) ha apprezzato le dichiarazioni del ministro e, nell’interesse nazionale, ha annunciato voto favorevole alla risoluzione di maggioranza. Per protesta contro l’affermazione del senatore Licheri, secondo cui il PD si è arricchito con il lavoro nero,  Marcucci (PD) ha annunciato la non partecipazione alla votazione del suo Gruppo.

L’Assemblea ha approvato, con 147 voti favorevoli, 104 contrari e 6 astensioni, il disegno di legge n. 886, di conversione del decreto-legge n. 119, in materia fiscale e finanziaria (scadenza 22 dicembre), avviato martedì 27 novembre. Il testo passa all’esame della Camera. La seduta è terminata alle ore 18:45.

Giovedì 29 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 e al termine della discussione di mozioni contro la violenza sulle donne, con votazioni per parti separate, l’Assemblea ha approvato le mozioni nn. 49 di FdI, 53 di FI, 54 (testo 3) di M5S, 55 di L-SP, 56 di LeU e Misto. La mozione n. 51 (testo 2) del PD è stata approvata, benché siano state respinte le premesse. Tutte le mozioni, sulla base dai dati recenti, che confermano che il fenomeno della violenza sulle donne è un flagello di dimensioni globali, trasversale alle religioni, alle appartenenze etniche, ai ceti sociali, impegnano l’Esecutivo: a promuovere la parità tra i sessi e la prevenzione della violenza di genere attraverso l’educazione scolastica; ad assumere iniziative finalizzate a rendere obbligatoria una formazione specifica di tutti gli operatori sanitari e giuridici; a tutelare e sostenere le vite degli orfani di femminicidio. In particolare, la senatrice Rauti (FdI) ha illustrato la mozione n. 49 che impegna  il Governo a garantire che le risorse ripartite nella Conferenza Stato-Regioni siano erogate con regolarità e puntualità; a non introdurre nel disegno di legge di bilancio per il 2019 riduzioni delle risorse destinate al Fondo per le politiche relative alle pari opportunità.  Alfieri (PD), illustrando la mozione n. 51, ha rivendicato il lavoro intenso e sistematico portato avanti dai Governi a guida PD, augurandosi che l’attuale Esecutivo possa proseguire sulla strada tracciata. La senatrice Toffanin (FI) ha illustrato la mozione n. 53, che impegna il Governo altresì: ad intensificare iniziative e azioni di supporto ai percorsi di rieducazione degli uomini maltrattanti; ad adottare ogni provvedimento necessario affinché le autorità giudiziarie possano accedere autonomamente per verificare l’eventuale iscrizione di procedimenti penali e civili per i reati di violenza di genere. Crucioli (M5S), illustrando la mozione n. 54, ha sottolineato l’impegno concreto dell’attuale Esecutivo sul tema: il cosiddetto “Codice Rosso”, appena approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede la massima priorità per le denunce di violenza e l’obbligo del Pubblico Ministero di sentire la denunciante entro tre giorni. La senatrice Pucciarelli (L-SP), nell’illustrare la mozione n. 55, ha rimarcato l’importanza di abbattere le barriere della discriminazione. La pratica delle spose bambine e quella dell’utero in affitto costituiscono forme di violenza sulle donne non più tollerabili. Il senatrice La Forgia (LeU), con l’illustrazione della mozione n. 56, rilevando anzitutto la dimensione tutta culturale del fenomeno, ha ribadito la necessità di intervenire sul meccanismo giuridico penale per individuare in modo preventivo i casi di pericolosità. Anche la sen Unterberger (Aut), nell’illustrare la mozione n. 58, ha ribadito che la violenza maschile è da ricondurre alla struttura sociale del potere. Considerato che la dipendenza economica della donna rappresenta terreno fertile per gli uomini violenti, il Governo si impegni altresì ad incentivare l’occupazione femminile. Alla conseguente discussione hanno preso parte Urania Papatheu, Maria Rizzotti, Paola Binetti (FI), Assuntela Messina, Vanna Iori (PD), Erika Rivolta, Tiziana Nisini (L-SP), Susi Matrisciano, Gelsomina Vono (M5S) e Balboni (FdI).  A seguito della presentazione di un testo riformulato per le mozioni del PD e del M5S, il viceminisro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Emanuela Del Re ha accolto tutte le mozioni: la lotta contro la violenza è la partita di tutti. Il Governo non ha diminuito le risorse, anzi ha stanziato 33 milioni di euro finalizzati ad azioni concrete di tutela delle vittime e punizione dei colpevoli. È allo studio la creazione di due fondi ad hoc. Hanno svolto dichiarazione di voto  Julia Unterberger (Aut), Grasso (LeU), Daniela Garnero Santanché (FdI), Valeria Valente (PD), Rufa (L-SP), Maria Alessandra Gallone (FI) e Danila De Lucia (M5S). L’Assemblea ha approvato il ddl n. 871 recante Delega al Governo per l’adozione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza, di cui alla legge 19 ottobre 2017, n. 155. Il testo passa ora alla Camera. Il relatore Lomuti (M5S) ha ribadito che l’emanazione di decreti correttivi, nel contesto di una riforma complessiva della disciplina dell’insolvenza e della crisi d’impresa, destinata ad aver un impatto rilevantissimo sull’intero sistema imprenditoriale e sull’operato degli uffici giudiziari interessati, si impone come assolutamente necessaria. Per l’esercizio della delega, da effettuarsi nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi già fissati dalla citata legge n. 155, è prevista la fissazione di un termine di due anni che decorre dalla scadenza del termine ultimo stabilito per l’acquisto di efficacia delle disposizioni dei decreti legislativi emanati nell’esercizio della delega principale. L’individuazione di tale termine per l’esercizio della delega correttiva deriva dall’opportunità che sia previsto, nei decreti legislativi emanati in attuazione della delega principale, un ampio periodo di vacatio, analogamente a quanto stabilito in occasione di riforme strutturali e di sistema. La proposta normativa è articolata in due disposizioni, la prima delle quali contiene la delega al Governo e la seconda reca disposizioni finanziarie.

Dopo l’intervento di Ferrari (PD) in discussione generale, approvato l’articolato, nelle dichiarazione finali sono intervenuti  Stancanelli (FdI), Cucca (PD), Fiammetta Modena (FI) e Patuanelli. Secondo il PD, una delega così ampia permetterà al Governo di spazzare via tutto ciò che di buono è stato fatto. FdI e FI hanno annunciato l’astensione. L‘Assemblea è poi passata allo svolgimento del sindacato ispettivo.

Il sottosegretario  per l’Interno Gaetti ha risposto congiuntamente alle interrogazioni nn. 338, di Pagano e Moles (FI), 364 di Verducci (PD) e altri, e 423 di Marsilio (FI), sullo spostamento del capolinea degli autobus extraurbani a Roma Anagnina: il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha espresso, con reiterata corrispondenza con il comune di Roma, tutte le perplessità in ordine allo spostamento ad Anagnina, lontana dal centro nonché priva di collegamento con il trasporto ferroviario.

Il sottosegretario Gaetti ha quindi risposto all’interrogazione n. 349 dei senatori De Bonis e Gallicchio (M5S) sul potenziamento dell’organico del comando dei Vigili del fuoco di Matera sottolineando che il Ministero dell’Interno sta monitorando attentamente la situazione in vista dell’evento Matera 2019. Ha risposto infine all’interrogazione n. 285 della senatrice Testor (FI) e altri sull’istituzione di un posto di polizia a Moena (Trento): la prossima legge di bilancio stanzia 500 milioni per un piano straordinario di assunzioni di poliziotti e magistrati; inoltre il Governo non ha dato seguito alla riduzione di presidi di sicurezza disposta dal precedente Esecutivo.

Il sottosegretario per la Salute Bartolazzi, nel rispondere all’interrogazione n. 325 della sen. Stabile (FI) e altri sulla condizione dei ricercatori precari del CRO di Aviano (Pordenone), ha precisato che la Regione Friuli Venezia Giulia ha provveduto a prorogare di un anno i contratti dei ricercatori che abbiano già maturato i requisiti previsti per la stabilizzazione.

Il Sottosegretario  per la giustizia Morrone, in risposta all’interrogazione n. 78, della sen. Iori (PD) e altri sulla revisione delle fattispecie penali concernenti i comportamenti diffamatori, con particolare riferimento ai casi di discriminazione di genere, ha precisato che non si riscontra nell’ordinamento un vuoto normativo di tutela penale. L’ultimo provvedimento in materia, il cosiddetto Codice Rosso, è volto a fornire livelli di tutela avanzata e preventiva alle vittime di violenza. Il sottosegretario Morrone ha risposto quindi all’interrogazione n. 210 del senatore Vitali (FI), sulla carenza di personale negli uffici giudiziari, in particolare nella Provincia di Lecce, ricordando il Protocollo d’Intesa, sottoscritto nel febbraio 2018, con cui si è dato avvio alla realizzazione del Polo della Giustizia di Lecce.

Infine, sono state svolte interrogazioni a risposta immediata.

Il ministro per gli Affari Esteri, Moavero Milanesi, ha risposto all’interrogazione n. 431, illustrata dal senatore Casini (Aut): l‘ambasciatore italiano in Libia Perrone non ha partecipato alla Conferenza di Palermo sulla Libia ed è stato fatto rientrare a Roma il 10 agosto perché esistevano rischi per la sua sicurezza. Il Governo intende assicurare con urgenza la presenza del capo missione in Libia e l’attività dell’ambasciata non è mai stata sospesa. Il senatore Casini (Aut) in replica ha sottolineato che la sintonia tra i servizi di sicurezza e la diplomazia è fondamentale.

Il ministro Moavero ha poi risposto all’interrogazione n. 430, illustrata dalla sen. Rauti (FdI) sulla sottoscrizione da parte dell’Italia del Global Compact sulle migrazioni: nel Governo c’è stato un approfondimento della piattaforma di cooperazione per governare i flussi migratori secondo una condivisione degli oneri tra Paesi d’origine, di transito e di destinazione; trattandosi di un documento complesso che tocca questioni sensibili, il Presidente del Consiglio ritiene opportuno un dibattito parlamentare prima di assumere decisioni. Il Governo non parteciperà alla Conferenza che si terrà a dicembre a Marrakech. La senatrice Rauti (FdI) in replica ha ribadito che il Global Compact è contrario all’interesse nazionale perché vanifica il contrasto all’immigrazione incontrollata, facendo venir meno la distinzione tra regolari e clandestini.

Il ministro dell’agricoltura, Centinaio, ha risposto all’interrogazione n. 435, illustrata dal senatore Stefano, sulla disciplina dell’attività di enoturismo: domani si terrà una riunione con la filiera ed è obiettivo del Governo garantire, d’intesa con le Regioni, regole chiare per la promozione dell’attività all’estero.

Ha poi risposto all’interrogazione n. 434, illustrata dal senatore Battistoni (FI), sulle iniziative in favore del comparto agricolo: il Governo sta effettuando una ricognizione completa dei danni provocati dal maltempo e ha adottato una prima ordinanza di protezione civile. Tra gli interventi a carico del fondo di solidarietà, oltre alle misure di primo soccorso, sono previsti contributi in conto capitale fino all’80 per cento dei danni, prestiti, proroga delle rate, esonero dei contributi previdenziali e assistenziali, ripristino delle infrastrutture irrigue e bonifiche.

Il ministro per i beni e le attività culturali Bonisoli ha risposto all’interrogazione n. 433 del senatore Rufa (L-SP) sulla tutela dell’area archeologica di Sibari: oltre a richiamare lo stanziamento complessivo di 15 milioni per l’area di Sibari, ha ricordato che nel decreto per Genova è prevista l’adozione di un piano straordinario per il monitoraggio dei beni culturali. Il ministro Bonisoli ha poi risposto all’interrogazione n. 432 della senatrice Montevecchi (M5S) sul piano di messa in sicurezza dei luoghi e degli istituti di cultura: il Ministero sta mobilitando lo stanziamento di 109 milioni per un piano antincendio; ha attivato inoltre la Direzione generale per la Sicurezza del patrimonio culturale e partecipa a un progetto sull’impiego innovativo di satelliti e droni. La senatrice Montevecchi (M5S) ha auspicato che si apra una nuova stagione con un piano di manutenzione ordinaria. La seduta è terminata alle ore 17:00. L’Aula tornerà a riunirsi martedì 4 dicembre alle ore 15.

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