7GIORNI IN SENATO/ n. 17/ Pene più gravi per il voto di scambio politico-mafioso. Legittima difesa e decreto sicurezza

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –

Martedì 23 ottobre l’Aula si è riunita alle ore 16:30 con all’ordine del giorno la proposta di modifica dell’articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso (Atto Senato n. 510) e il testo unificato sulla legittima difesa (ddl n. 5 e connessi).

L’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 510, Modifica dell’articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso. Il provvedimento, che si compone di un solo articolo, prevede che chiunque accetta, direttamente o a mezzo di intermediari, la promessa di procurare voti da parte di soggetti la cui appartenenza alle associazioni mafiose sia a lui nota in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità o in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione mafiosa è punito con la pena stabilita nel primo comma dell’articolo 416-bis. Il relatore, Giarrusso (M5S), ha evidenziato la gravità del reato di scambio politico-mafioso, che attenta alla libertà di voto, alla rappresentatività delle istituzioni, alla vita democratica. La fattispecie introdotta nel 1992 era una norma zoppa, ed è stata peggiorata dalla modifica intervenuta nella scorsa legislatura. Il testo proposto recepisce pienamente le indicazioni di Giovanni Falcone (e le istanze tenacemente sostenute da un combattivo magistrato recentemente scomparso, Romano De Grazia)  stabilendo un legame tra il voto di scambio e l’articolo 416-bis ed estendendo la fattispecie punitiva a tutti gli accordi tra politica e mafia, grazie all’aggiunta delle parole “di qualunque altra utilità”. La punibilità è estesa a chi commette il reato tramite intermediari e la pena è aumentata della metà se chi ha accettato la promessa di voti viene eletto.

Alla discussione hanno preso parte Dal Mas, Mangialavori, Damiani, Stancanelli, Fiammetta Modena, Luigi Vitali, Caliendo (FI); Maria Laura Mantovani (M5S); Grasso (Misto-LeU); Mirabelli, Anna Rossomando (PD); Pepe (L-SP). I senatori delle opposizioni, appartenenti ai Gruppi PD e FI, hanno osservato che la lotta alla mafia deve unire, non dividere, e non va usata come strumento di propaganda. La nuova formulazione dell’articolo 416-ter appare sbilanciata sul versante soggettivo e pone difficoltà probatorie: l’appartenenza ad associazione mafiosa è elemento aleatorio, a differenza della forza intimidatrice esercitata sul territorio. L’equiparazione tra articoli 416-bis e 416-ter viola il principio di proporzionalità della pena, mentre l’aumento della pena della metà, in caso di elezione, prevede un’aggravante eccessiva e pone difficoltà probatorie. La seduta è terminata alle ore 20:15.

La Conferenza dei Capigruppo ha approvato il nuovo calendario dei lavori fino al 22 novembre. Questa settimana sono previsti i ddl sullo scambio politico-mafioso e sulla legittima difesa. La prossima settimana non ci sarà seduta per consentire alle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di esaminare il decreto sicurezza pubblica, che giungerà in Aula nella settimana dal 5 all’8 novembre. Dal 13 al 15 novembre è previsto il decreto-legge su Genova, ove licenziato dalla Camera, mentre dal 20 al 22 novembre saranno discussi il decreto fiscale e la legge europea. Il calendario sarà integrato con il rendiconto e il bilancio interno del Senato.

Mercoledì 23 l’Aula si è riunita alle ore 9:30 e con 160 voti a favore, 98 contrari e 7 astenuti, ha approvato la proposta di modifica dell’articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso (A.S. n. 510). Il testo passa alla Camera dei deputati. L’esame del provvedimento era iniziato nella seduta di martedì 23, con la relazione del senatore Giarrusso (M5S). Oggi, conclusa la discussione generale con l’intervento del senatore Pellegrini (L-SP), è stato approvato soltanto l’emendamento 1.104 del relatore: “Se colui che ha accettato la promessa di voti, a seguito dell’accordo di cui al primo comma, è risultato eletto nella relativa consultazione elettorale, si applica la pena prevista dal primo comma dell’articolo 416-bis aumentata della metà“. Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole  Balboni (FdI), che considera la modifica migliorativa, Pillon (L-SP), che approva l’aumento delle pene da 10 a 16 anni e la previsione di un’aggravante in caso di elezione effettiva, e la senatrice Vono (M5S), la quale apprezza l’ampliamento dell’ambito dello scambio politico-mafioso, che si configura come un atto di corruzione, anche se il disegno illecito non si realizza e non vi è intimidazione. Hanno annunciato voto contrario Cucca (PD), secondo il quale la norma risponde a finalità esclusivamente propagandistiche e riduce l’ambito di applicazione della fattispecie, e Caliendo (FI), secondo il quale la norma è aleatoria, nega il principio di ragionevolezza e di proporzionalità della pena e pone difficoltà probatorie.  Grasso (Misto-LeU) e Buccarella (Misto) hanno annunciato l’astensione.

L’Assemblea ha avviato l’esame, in un testo unificato, dei ddl n. 5 e connessi, recante modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa. Il relatore, Ostellari (L-SP), ha spiegato che l’intervento legislativo, previsto dal contratto di governo, non legittima l’uso delle armi e non è animato dalla nostalgia del far west, bensì dalla volontà di riportare lo Stato a fianco delle vittime di reato. L’articolo 1, senza modificare il principio di proporzionalità tra difesa e offesa, prevede che, in caso di violazione di domicilio, la legittima difesa sussiste sempre per colui che respinge l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica. L’articolo 2 integra l’eccesso colposo, escludendo la punibilità se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità ha agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto. L’articolo 3 prevede che la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale dell’importo dovuto per il risarcimento del danno della persona offesa. Il ddl, composto di 9 articoli, prevede anche un aumento delle pene per reati legati alla violazione di domicilio e una corsia preferenziale per i processi per furti in abitazione. I relatori di minoranza, Cucca (PD) e Grasso (Misto-LeU), hanno affermato che le audizioni in Commissione sono state disattese e hanno osservato che lo Stato non può delegare la sicurezza ai cittadini ampliando l’ambito della legittima difesa. L’intervento legislativo, che indebolisce il rapporto di proporzionalità tra difesa e offesa, non è giustificato dai numeri né dalle sentenze dei processi per eccesso colposo in legittima difesa. La legittima difesa domiciliare è una fattispecie già esistente; l’intervento legislativo, che indebolisce il rapporto di proporzionalità tra difesa e offesa, fondamentale in uno Stato di diritto, non è giustificato dai numeri né dalle sentenze dei processi per eccesso colposo in legittima difesa. Le vittime non chiedono di incentivare la giustizia fai da te e l’uso delle armi, bensì di accelerare i processi e di garantire maggiore sorveglianza. L’Aula ha approvato, con 195 voti favorevoli, 52 contrari e un’astensione, il testo unificato licenziato dalla Commissione Giustizia, dei ddl n. 5 e connessi sulla legittima difesa. Il testo passa adesso all’esame della Camera dei deputati.

Alla discussione generale hanno partecipato La Russa, Stancanelli, Daniela Garnero Satanché, Isabella Rauti (FdI); Pillon, Candura, Pellegrini, Vescovi, Pazzaglini (L-SP); Grassi, Ortis, Gelsomina Vono (M5S); Dal Mas, Fiammetta Modena, Caliendo, Gasparri (FI); Mirabelli (PD). Respinti tutti gli emendamenti, hanno svolto dichiarazione di voto finale contraria al provvedimento la senatrice  Unterberger (Aut), secondo la quale la percezione di insicurezza dei cittadini non è suffragata da dati oggettivi; il ddl trasmette un messaggio pericoloso, antepone il diritto di proprietà al diritto alla vita, lede il principio secondo cui il monopolio della forza è appannaggio dello Stato. Pietro Grasso (Misto-LeU) ha rimproverato a M5S di aver abdicato ai suoi principi per sottomettersi ai diktat della Lega. Garantire la sicurezza dei cittadini spetta allo Stato; il ddl invece incita alla giustizia fai da te, elimina l’equo apprezzamento del giudice e apre la strada a presunzioni assolute e indiscriminate. La senatrice Valente (PD) ha segnalato che i furti sono calati grazie all’azione delle Forze dell’ordine ed è paradossale che un Governo sovranista sottragga compiti allo Stato. Hanno dichiarato voto favorevole  Balboni (FdI), che ha invece rimproverato alla Lega di aver ceduto alle pressioni di M5S e di aver annacquato la riforma. Romeo (L-SP) ha respinto le accuse delle opposizioni: il ddl introduce una presunzione di legittima difesa, ma rimane la valutazione del giudice circa la proporzionalità tra difesa e offesa.  Caliendo (FI), pur annunciando il voto favorevole, non condivide l’aumento delle pene e ha auspicato correzioni in seconda lettura.  Urraro (M5S) ha evidenziato che l’esigenza di garantire meglio il domicilio è avvertita dall’opinione pubblica e la tutela dei diritti inviolabili della persona è un punto fondamentale del programma del Governo. Il ddl risolve dubbi interpretativi che hanno ostacolato la riforma della legittima difesa del 2006, La seduta è terminata alle ore 18:00.

Giovedì 25 l’Aula si è riunita alle ore 15:00 e la seduta è stata dedicata allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Il ministro dell’istruzione Bussetti ha risposto all’interrogazione n. 316, illustrata da Laforgia (Misto-LeU), concernente la richiesta di certificazioni aggiuntive per l’accesso ai servizi comunali da parte degli scolari di cittadinanza extraeuropea. La richiesta, avanzata dal comune di Lodi, è ritenuta discriminatoria dall’interrogante. Il ministro ha richiamato il regolamento sulle prestazioni agevolate vincolate all’ISEE e ha affermato che il comune di Lodi si è limitato ad applicare le norme, prevedendo eccezioni per coloro che hanno lo status di rifugiati o provengono da paesi in cui è impossibile produrre la certificazione. Ha invitato infine a non strumentalizzare casi isolati.

Bussetti ha poi risposto all’interrogazione n. 321, illustrata dal senatore  Rampi (PD), concernente la tutela dei minori stranieri nella fruizione dei servizi accessori nella scuola. L’interrogante ha accusato il comune di Lodi di sfruttare cavilli burocratici per discriminare i bambini stranieri. Il Ministro Bussetti ha evidenziato che l’accesso alla scuola è nei fatti garantito a tutti gli alunni, a prescindere dalla nazionalità. Il ministro dell’Istruzione ha risposto infine all’interrogazione n. 319, illustrata dalla senatrice Gallone (FI), concernente la carenza di personale dell’amministrazione scolastica, specie in Lombardia. Consapevole delle carenze di organico degli uffici scolastici in tutto il territorio nazionale, il ministro ha richiamato il concorso in atto per l’assunzione di 250 unità di personale e ha annunciato un nuovo concorso. Gallone, in replica, si è dichiarata parzialmente soddisfatta.

Il ministro dell’interno Salvini ha risposto all’interrogazione n. 320 del sen. Iwobi (L-SP), concernente l’accompagnamento, da parte di agenti francesi, di migranti al confine tra Italia e Francia. Sebbene le autorità francesi abbiano parlato di un errore, altre illegalità sono state commesse al confine, in violazione delle norme internazionali. Il ministro ha intensificato i controlli alle frontiere e il Governo non accetta lezioni dalla Francia e dall’Unione europea. Gli sbarchi sono fermi a 21.000 e il miliardo risparmiato sarà speso per assunzioni nelle Forze dell’ordine. Il ministro della giustizia Bonafede ha risposto all’interrogazione n. 317, illustrata dal sen. Marsilio (FdI), concernente la situazione del sistema penitenziario italiano. Il governo, che ha ereditato una situazione tragica, anche perché in passato si è utilizzato solo l’indulto, intende investire sulla rieducazione dei detenuti e la sicurezza della polizia penitenziaria, sbloccare le assunzioni, riadattare le caserme dismesse. Il ministro Bonafede ha poi risposto all’interrogazione n. 318, della sen. Perulli (M5S), concernente le iniziative di contrasto alla violenza di genere: considerato che l’inasprimento delle pene non esercita una funzione deterrente, il governo intende investire sulla prevenzione contro la violenza di genere e sul sostegno alle donne.

La seduta è terminata alle ore 16. L’Aula riprenderà i lavori lunedì 5 novembre alle ore 9:30.

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