7 GIORNI IN SENATO (n. 83)/ Unanimità sui test sierologici per l’epidemia di covid-19. Relazione del ministro Speranza sull’azione anti-pandemia Interrogazioni a risposta immediata

di FRANCESCO MARIA PTOVENZANO

Martedì 9 giugno l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 12:00 e al termine dell’esame delle mozioni per l’attivazione dei test sierologici per il virus COVID-19, l’Assemblea ha approvato un ordine del giorno unitario, sottoscritto da tutti i Gruppi parlamentari. Il sen. Zaffini (FdI) ha illustrato la mozione n. 234 che impegnava il Governo a destinare le risorse necessarie per l’acquisto da parte delle Regioni di test rapidi per rilevare anticorpi IgG e IgM con prelievo capillare, in congruo numero, utile a garantire uno screening profondo tendenzialmente totale della popolazione; a regolamentarne l’utilizzo; ad autorizzare la libera vendita di dispositivi validati in farmacia.

Il sen. Siclari (FI) ha illustrato la mozione n. 240 che impegnava il Governo: a rendere noti gli studi per la validazione dei test per evitare che persistano sul mercato kit diagnostici non rispondenti a criteri di qualità; a potenziare la ricerca di soggetti immuni per reperire ulteriori potenziali donatori e prevedere gratuitamente test sierologici su almeno il 10 per cento della popolazione di ciascuna Regione; a promuovere studi per confermare l’efficacia della terapia del plasma immune nella cura del COVID-19, attivando centri territoriali trasfusionali per la donazione di plasma; ad attivare la banca nazionale del plasma immune.

La sen. Castellone (M5S), si è soffermata sulla distinzione tra test seriologici, che rilevano la risposta immunitaria, e test molecolari, che danno informazioni sull’infezione in atto, e ha illustrato la mozione di maggioranza n. 241, che impegnava il Governo: a definire il fabbisogno di test molecolari e programmare strategie di approvvigionamento; a sostenerne la capillare diffusione per la ricerca di RNA virale; a dettare una linea univoca per l’utilizzo di test molecolari e sierologici su tutto il territorio nazionale; a prevedere una piattaforma digitale dove convogliare dati delle Regioni relativi alle indagini svolte.

La sen. Lunesu (L-SP), condividendo la distinzione tra test molecolari (necessari a fini diagnostici) e sierologici, ha illustrato la mozione n. 242 che impegnava il Governo: a creare una centrale nazionale dell’emergenza, una cabina di regia capace di fornire indicazioni alla Protezione civile; a potenziare la diagnostica, inserendo i test nei livelli essenziali di assistenza; ad aggiornare i protocolli per assicurare agli operatori regole certe, semplici ed efficaci e sburocratizzare gli adempimenti procedurali; a potenziare i laboratori di sanità pubblica.

Al termine della discussione – cui hanno partecipato i senatori Totaro (FdI), Collina (PD), Maria Rizzotti (FI), Elena Fattori (Misto), Sonia Fregolent (L-SP), Endrizzi (M5S) – le mozioni sono state ritirate e sostituite con un ordine del giorno unitario. Hanno svolto dichiarazione di voto favorevole i sen. Annamaria Parente (IV-PSI), Zaffini (FdI), Errani (Mistro-LeU), Paola Boldrini (PD), Paola Binetti, Maria Cristina Cantù (L-SP), Elisa Pirro (M5S).

L’Assemblea ha avviato l’esame di mozioni su iniziative per affrontare l’emergenza climatica. Il sen. Ferrazzi (PD) ha illustrato la mozione di maggioranza 194 (testo 3) che impegna l’iniziativa del Governo su 22 punti, tra i quali: la riduzione di emissione di anidride carbonica e la decarbonizzazione, gli interventi di mitigazione e prevenzione del dissesto idrogeologico, l’inserimento in Costituzione della tutela della natura, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, il piano nazionale integrato per energia e clima, la ricognizione degli incentivi per l’efficientamento energetico, la transizione verso il modello di economia circolare, la riduzione dei sussidi ambientali dannosi, le politiche del trasporto.

Il sen. Iannone (FdI), distinguendo tra ecologismo arcadico e difesa concreta dell’ambiente umano, ha illustrato la mozione n. 198 che impegna il Governo su 14 punti, tra cui la ricerca e l’innovazione tecnologica, la qualità dell’acqua, il consumo del suolo e l’erosione delle coste, lo smaltimento dei rifiuti, l’introduzione dell’educazione ambientale nelle scuole, il coinvolgimento del Parlamento nell’attuazione degli impegni previsti dall’accordo di Parigi.

Il sen. Berutti (FI) ha illustrato la mozione n. 195, che impegna il Governo, in vista della conferenza delle Nazioni Unite sul clima, ad adoperarsi per l’adozione di un codice trasparente che non penalizzi l’Italia e per il raggiungimento di un vero accordo che coinvolga i Paesi dove maggiori sono gli effetti serra; a perseguire simultaneamente decarbonizzazione, digitalizzazione, sicurezza, mobilità, innovazione, prevedendo un piano di investimenti pubblici che prefiguri un nuovo modello energetico; a puntare sui termovalorizzatori in vista di una maggiore autonomia energetica.

Il sen. Briziarelli (L-SP) ha illustrato la mozione n. 244  che impegna il Governo a progettare e realizzare un piano pluriennale Green new deal, coinvolgendo forze economiche e ambientaliste, università, enti di ricerca, istituzioni territoriali; a realizzare un piano di messa in sicurezza del territorio; ad accompagnare la transizione con un pacchetto economia circolare che intervenga sulla gestione dell’acqua, del suolo, dei rifiuti; a potenziare l’educazione ambientale.

Alla discussione hanno partecipato i sen. Paola Nugnes (Misto-LeU), Floris (FI), Coltorti (M5S), Nastri (FdI), Buccarella (Misto), Assuntela Messina (PD), Urania Papatheu (FI), Pazzaglini (L-SP) e Girotto (M5S). Il ministro dell’Ambiente, Costa, ha ricordato che la Commissione europea presenterà a settembre il piano d’impatto, che l’Italia è il Paese leader della decarbonizzazione, che secondo insigni economisti per ogni posto di lavoro perduto dell’economia fossile se ne creano cinque nell’economia green. Rallegrandosi per il dibattito e la significativa convergenza, ha espresso parere favorevole sulla mozione di maggioranza nel testo 4 (vedi allegato del resoconto stenografico); quanto alle mozioni delle opposizioni nei testi 2, il Ministro, respinte le premesse, avrebbe accettato, a condizione di riformulazioni, i punti 2, 3, 5, 6, 7, 8, 10, 12, 13 e 14 della mozione di FdI, i punti 3, 4 e 5 della mozione di FI, tutti i punti del dispositivo di L-SP.

I presentatori delle mozioni non hanno accolto le richieste di riformulazione. Hanno svolto dichiarazioni di voto i sen. Comincini (IV-PSI), Maffoni (FI), Loredana De Petris (Misto-LeU), Valeria Fedeli (PD), Arrigoni (L-SP), Gallone (FI) e Patty L’Abbate (M5S). Rispetto alla mozione di maggioranza i senatori delle opposizioni hanno annunciato voto contrario alle premesse e ai punti 6 e 7, l’astensione sul punto 9, e il voto favorevole sugli altri punti del dispositivo. Il sen. Arrigoni (L-SP) ha ricordato che le emissioni europee sono di gran lunga inferiori a quelle di altri Paesi; che l’economia circolare non si esaurisce nella raccolta differenziata, richiedendo la realizzazione di impianti di compostaggio e termovalorizzatori; ha precisato che la Lega non ha cambiato posizione, favorevole da sempre a un ambientalismo della ragionevolezza e del pragmatismo. La seduta è terminata alle ore 19:45.

Mercoledì 10 – L’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 e in apertura di seduta i sen. Bagnai (L-SP), Zaffini (FdI) e Malan (FI) hanno richiamato l’attenzione sulla presentazione, a mezzo stampa, del piano Colao: non è costituzionalmente e politicamente ammissibile che un organo tecnico, nominato dal Presidente del Consiglio al di fuori del rapporto tra Governo e Parlamento e del circuito fiduciario, elabori proposte di utilizzo del patrimonio pubblico a garanzia di prestiti non ben precisati. Il sen. Perilli (M5S) ha richiamato l’attinenza agli argomenti all’ordine del giorno.

L’Assemblea con 135 voti favorevoli, 101 contrari e un’astensione, ha approvato con modifiche il ddl n. 1800, conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 30, recante misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2. Il testo passa alla Camera.

La relatrice, senatrice Castellone (M5S), ha riferito sul provvedimento, che reca la disciplina dello svolgimento di un’indagine di siero prevalenza (epidemiologica e statistica), condotta dal Ministero della salute e dall’ISTAT, concernente la diffusione nella popolazione italiana del virus SARS-COV-2 (noto anche come COVID-19). L’indagine si basa sull’esecuzione di analisi sierologiche, intese a rilevare la presenza di anticorpi specifici negli individui compresi nei campioni. Le finalità dell’indagine consistono: nell’acquisizione di un quadro di dati sullo “stato immunitario” della popolazione e sulla diffusione del virus, superando le difficoltà di valutazione relative alla quota di soggetti che abbiano contratto l’infezione senza sintomi o con scarsi sintomi; nella conseguente acquisizione di informazioni sulle caratteristiche epidemiologiche, cliniche e sierologiche del virus (ivi compreso il tasso di letalità); nella possibilità di adeguare, sulla base di tali cognizioni, le misure di profilassi e di contenimento e le decisioni strategiche nel settore sanitario e socio-sanitario. I profili della disciplina riguardano la protezione della riservatezza dei dati personali, l’organizzazione di una piattaforma tecnologica (presso il Ministero della salute), la definizione di uno o più campioni di individui e la relativa effettuazione delle analisi sierologiche, la conservazione dei campioni raccolti, gli studi relativi a questi ultimi e ad altri dati connessi, l’acquisizione di beni e servizi (anche informatici), il conferimento di incarichi di lavoro autonomo da parte dell’ISTAT, le norme finanziarie.

Alla discussione generale hanno partecipato i sen. Siclari, Paola Binetti (FI), Mautone, Elisa Pirro (M5S), Collina (PD) e Sonia Fregolent (L-SP). L’opposizione ha sollevato dubbi sull’utilità dell’indagine, rilevando che lo screening dovrebbe riguardare almeno il 10 per cento della popolazione; 150.000 test della Croce Rossa sono pochi e i cittadini non stanno rispondendo positivamente. In replica il vice ministro della salute Sileri ha ringraziato la Commissione sanità per il lavoro svolto e ha fornito garanzie sul funzionamento della banca dati. In fase di esame degli emendamenti, sono state approvate le proposte di modifica della Commissione 1.2, 1.6, 1.8, 1.10, 1.12 (testo 2), 1.13, 1.200, 1.17 (testo 2), 1.18, 1.100, 1.21, 1.22, 1.0.100.

Nelle dichiarazioni finali, hanno annunciato voto favorevole i sen. Annamaria Parente (IV-PSI), Errani (Misto-LeU), Paola Boldrini (PD), Pisani (m5S).

Hanno annunciato voto contrario i sen. Zaffini (FdI), Laura Stabile (FI), Raffaella Marin (L-SP).

Il ministro della Salute, Speranza, ha reso comunicazioni sull’attuazione delle misure per il contenimento del COVID-19. Nello spirito della collaborazione istituzionale e di una limpida dialettica tra maggioranza e opposizione, il ministro ha presentato delle linee guida aperte al confronto parlamentare, dopo aver ripercorso le tappe che hanno portato al blocco più severo (la scelta si è rivelata giusta, considerato il prezzo pagato dai paesi che hanno adottato un approccio più morbido) e alla graduale riapertura. Le misure adottate sono state proporzionali all’andamento della curva del contagio e il lavoro di monitoraggio della cabina di regia (fra Ministero della salute, Istituto di sanità e Regioni) è progressivamente migliorato. Sebbene una seconda ondata di contagi sia possibile, e bisogna essere pronti ad affrontarla, i dati sono al momento incoraggianti: aumentano i guariti e in molte Regioni i contagi sono prossimi allo zero. Le analisi rilevano però che l’epidemia non si è conclusa, il virus continua a circolare anche in forma asintomatica. Di qui la necessaria prudenza, che impone di mantenere le distanze, indossare le mascherine, osservare le prescrizioni della quarantena e i protocolli di sicurezza. Nel prossimo DPCM il Governo dovrà assumere decisioni sugli spostamenti internazionali da e verso i Paesi extra Schengen (il Ministro propende per la cautela); sulle competizioni sportive agonistiche; sulle richieste di riapertura di centri termali, rifugi alpini, eventi fieristici, attività congressuali; sull’apertura in sicurezza dei centri estivi, in particolare per i bambini di età tra zero e tre anni; sulla riapertura delle scuole a settembre, che rappresenta un’assoluta priorità. In sede europea l’Italia è stata protagonista di un’iniziativa per l’approvvigionamento del vaccino che deve essere un bene pubblico e un diritto per tutti, non un privilegio per pochi. La stagione dei tagli alla sanità, figli dell’austerità, va considerata chiusa: il decreto rilancio ha stanziato 3 miliardi e 250 milioni per la sanità pubblica e ha avviato nuove politiche del personale che hanno già portato a nuove 25.000 assunzioni da parte delle Regioni. Consapevole di ciò che non ha funzionato nell’emergenza, il Ministro ha accennato anche ad una riforma del Servizio sanitario nazionale e a un potenziamento della medicina territoriale.

Alla discussione hanno preso parte i sen. Pagano, Quagliariello, Floris, Maria Rizzotti (FI); Romeo, Michelina Lunesu (L-SP); Laura Garavini (IV-PSI); Maffoni (FdI); Elisa Pirro, Endrizzi, Maria Castellone (M5S); Paola Boldrini (PD).

In sede di replica, il ministro ha rilevato che nella proposta di risoluzione di opposizione ci sono punti importanti, condivisibili ma non strettamente legati ai contenuti del DPCM; ha quindi espresso parere favorevole alla proposta di risoluzione di maggioranza, che indica un indirizzo di riapertura graduale e prudente.

Nelle dichiarazioni di voto, il sen. Laniece (Aut) ha condiviso la cautela del Ministro e ha posto l’accento sull’importanza della programmazione; il sen. Faraone (IV-PSI) ha sollecitato maggiore elasticità nelle prescrizioni; il sen. Zaffini (FdI) ha invece condiviso la prudenza e ha raccomandato chiarezza comunicativa in materia di test; il sen. Errani (Misto-LeU) ha proposto la costituzionalizzazione della leale collaborazione tra livelli istituzionali, criticando centralismo e federalismo fai da te e ribadendo il carattere nazionale dei sistemi sanitario e scolastico; il sen. Collina (PD) ha invitato a inserire il DPCM in un quadro più ampio che guardi alla nuova coesione europea; il sen. Causin (FI) ha definito moralmente sbagliato un metodo di governo che esautora il Parlamento, abusa di decreti-legge e questioni di fiducia; ha evidenziato che l’Esecutivo non può decidere da solo come utilizzare le risorse europee e deve spiegare perché le risorse erogate alle banche non affluiscono al credito. Il sen. Salvini (L-SP), riconoscendo la disponibilità del ministro Speranza e rilevando che il lavoro è una questione di salute pubblica, ha rilevato che il decreto-legge rilancio è eccessivamente complesso, ha chiesto al Governo di mantenere le promesse in tema di cassa integrazione e di liquidità; ha invitato ad assumere e stabilizzare insegnanti di sostegno e a considerare le proposte della task force sul modello Genova, sulla liquidità alle imprese, sul taglio delle tasse per cittadini e imprese. Il sen. Licheri (M5S) ha rilevato che la cassa integrazione è stata erogata, sono ancora in attesa 420.000 che non hanno inviato il modulo. Ha ricordato che l’epidemia ha causato in Europa di 25 milioni di persone e ha auspicato un sostegno maggiore ad artigiani, commercianti e imprenditori. La seduta è terminata alle ore 21:00.

Giovedì 11 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 ha preso in esame il ddl n. 1786, conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, recante misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l’introduzione del sistema di allerta COVID-19, è stato rinviato ad altra seduta. Il Presidente della Commissione giustizia sen. Ostellari (L-SP) ha riferito sui lavori in sede referente, che non si sono conclusi, rimanendo da esaminare 143 emendamenti.

L’Assemblea ha poi svolto le interrogazioni a risposta immediata.

Il ministro dell’interno, Lamorgeseha risposto all’interrogazione 3-01676, illustrata dal sen. Magorno (IV-PSI), sugli spazi di bilancio e i poteri di ordinanza dei comuni: consapevole della necessità di salvaguardare la capacità finanziaria dei comuni per assicurare servizi essenziali e reti di protezione sociale, il Governo ha anticipato l’emissione della prima rata per il fondo di solidarietà comunale; ha proceduto alla distribuzione dei fondi istituiti dal decreto-legge n. 20 (spese di sanificazione e per il lavoro straordinario di pulizia), ha disposto il pagamento del 30 per cento del fondo per l’espletamento delle funzioni (per il quale il decreto rilancio ha stanziato 3 miliardi); è stato infine autorizzato il pagamento di 200 milioni per i comuni più colpiti dall’epidemia.

Il ministro dell’Interno ha risposto all’interrogazione 3-01672, illustrata dal sen. Fazzolari (FdI), sulla gestione dell’immigrazione a partire dagli accordi di Malta del 2019: l’accordo di Malta è stata una tappa fondamentale per coinvolgere l’Europa, Francia e Germania hanno assunto impegni formali per la redistribuzione dei migranti. Il 5 giugno cinque paesi mediterranei hanno assunto una posizione congiunta per un meccanismo obbligatorio e automatico sulle richieste di asilo. L’interrogante si è dichiarato insoddisfatto: dopo gli accordi di Malta, il 96 per cento degli sbarcati restano in Italia. Occorre un blocco navale in previsione dell’arrivo di 20.000 persone dalle coste libiche.

Il Ministro Lamorgese ha risposto all’interrogazione 3-01677, illustrata dalla sen. De Petris (Misto-LeU), sullo sfruttamento dei lavoratori in edilizia anche in relazione alla normativa sull’immigrazione: le istituzioni sono costantemente impegnate contro il fenomeno del caporalato, come dimostra l’operazione effettuata ieri dalla Guardia di finanza contro il reclutamento illegale e lo sfruttamento di manodopera.

Il Ministro dell’Interno, Lamorgese,  ha risposto all’interrogazione 3-01673, illustrata dal sen. Tosato (L-SP), sull’adozione di un piano per il contrasto all’immigrazione clandestina, richiamando accordi e iniziative di collaborazione con i paesi d’origine e di provenienza e in ambito UE. L’interrogante si è dichiarato insoddisfatto del catalogo di buone intenzioni; i numeri dimostrano un incremento del 200 per cento degli sbarchi. Le attuali politiche hanno azzerato quanto fatto dal precedente Governo, tutto è tornato come prima, peraltro in una condizione economica peggiore.

Il ministro dell’Interno, Lamorgese, ha risposto all’interrogazione 3-01671, illustrata dal sen. Croatti (M5S), sui rischi di diffusione di usura e riciclaggio, specie con riguardo alle imprese del turismo: le Forze di polizia sono allertate sul rischio che la criminalità organizzata sfrutti la congiuntura per infiltrarsi nelle attività economiche, il Governo è impegnato a far affluire liquidità alle imprese, le prefetture hanno rafforzato il monitoraggio sui territori e le iniziative a sostegno dei cittadini in difficoltà.

Il ministro della Giustizia, Bonafedeha risposto all’interrogazione 3-01674, illustrata dalla sen. Unterberger (Aut), sul riequilibrio di genere nella magistratura: consapevole del numero esiguo di donne che rivestono ruoli apicali nella magistratura, nell’ambito della riforma del CSM il Ministro ipotizza un sistema di elezione con più preferenze, ma non un meccanismo di quote riservate.

Il ministro della Giustizia ha poi risposto all’interrogazione 3-01675, illustrata dalla senatrice Valente (PD), sulla ripresa delle attività giudiziarie: è imminente la diramazione di una circolare che riequilibra il rapporto fra lavoro in remoto e lavoro in presenza; il ministro condivide la necessità di tornare rapidamente a celebrare le udienze e ha ricordato che il decreto rilancio stanzia risorse per l’istallazione di presidi di sicurezza.

Il ministro Bonafede ha risposto infine all’interrogazione 3-01670, illustrata dalla sen. Modena (FI), sulla necessità di una riforma della magistratura e della giurisdizione: il caso Palamara rende non più rinviabile un intervento per correggere alcune distorsioni; le direttrici sono un nuovo sistema elettorale del CSM, un avanzamento di carriera basato esclusivamente sul merito, la chiusura delle porte girevoli tra politica e magistratura, la demarcazione più netta delle funzioni e degli incarichi, la riduzione dei transiti tra funzione requirente e funzione giudicante.

L’Aula è convocata per martedì 16 giugno alle ore 16:30.

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