La sconfitta di Trump ha un colpevole: ve lo rivela Pirandello

di SERGIO SIMEONE* –

Donald Trump ha preso una valanga di voti, 70 milioni, più di quanti ne aveva presi Barak Obama  quando era stato eletto Presidente degli Stati Uniti. Eppure è stato sconfitto perché Joe Biden ne ha presi diverso milioni in più.  Mi sono un po’ arrovellato per cercare di dare una spiegazione a questo incredibile esito della competizione elettorale americana (che invece 4 anni fa lo aveva visto vincitore benché avesse ottenuto 3 milioni di voti in meno dell’antagonista Hillary Clinton). Poi ho avuto come una illuminazione e mi è stato tutto chiaro (come non averci pensato prima?): Trump era il candidato prediletto di Matteo Salvini.

E’ da un bel po’ di tempo che il capitano in Italia  brucia  candidati…offrendo loro il suo incondizionato sostegno. Ha cominciato con Lucia Borgonzoni. L’ha candidata Presidente dell’Emilia Romagna ed ha fatto il diavolo a quattro per farla eleggere girando come una trottola per tutta la regione e facendo 4 o 5 comizi al giorno. Risultato: Lucia Borgonzoni veniva data dai sondaggisti quasi alla pari con Bonaccini ad inizio della campagna elettorale ed è stata sconfitta con un divario di 8 punti dopo la forsennata campagna elettorale di Salvini in suo sostegno.

Uguale sorte è toccata successivamente a Susanna Ceccardi candidata leghista alla presidenza della Toscana e finita a 9 punti dal dem Giani dopo che Salvini l’aveva accreditata come quella  che avrebbe cancellato il dominio della sinistra nella regione.

E’ stata infine la volta di Antonino Minicucci candidato leghista a sindaco di Reggio Calabria a cui Salvini aveva affidato la missione di dimostrare che la Lega stava conquistando il Mezzogiorno e che ha dovuto invece capitolare davanti al democratico Falcomatà.

L’unico leghista che è riuscito a sfuggire a questa dura sorte è stato Luca Zaia, il quale, per sottrarsi al sostegno del leader del suo partito,  durante la campagna elettorale in Veneto a chi gli chiedeva se Salvini lo sostenesse faceva finta quasi di non conoscerlo.

Ma il capitano, si sa, è uomo ambizioso, vuole entrare a tutti i costi nel Guiness dei primati ed ha capito che per raggiungere questo obiettivo doveva puntare su un bersaglio grosso,  un personaggio di livello internazionale. Ed allora non appena è cominciato il duello Biden-Trump per le elezioni presidenziali in USA si è subito schierato con Trump, e per rendere nota a tutti la sua scelta ha cominciato ad andare in giro con una mascherina su cui era stampata la bandiera americana ed il nome del suo prescelto. Da quel momento il Donald è diventato un dead man walking.

Che cosa può fare adesso Salvini, dopo questo ultimo strepitoso successo?  Io gli suggerisco di fare come il suo collega Rosario Chiarchiaro, di cui ci parla Luigi Pirandello in una  sua famosa commedia: rivolgersi ad un giudice per farsi rilasciare la patente di jettatore . C’è da farsi davvero molti soldi. Se qualcuno aspira ad una carica qualsiasi – consigliere comunale, deputato, direttore di banca, amministratore di condominio – basterà fargli sapere che Salvini è disposto a dargli il suo sostegno ed il malcapitato sarà disposto a pagare qualsiasi cifra per  levarselo di torno.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del Sindacato Scuola della Cgil

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