di NUCCIO FAVA* – C’è aria di festa per l’Epifania: strade, città e borghi sono animati da genitori e bambini che fantasticano sui doni della Befana. Si coglie però preoccupazione per la rabbia e le urla di odio che giungono da paesi lontani e che rendono complessivamente lugubre l’atmosfera e in certa misura esposti tutti ai formidabili strumenti di morte che tanto entusiasmano il presidente americano.
Sconcerta l’espressione stessa di Trump, il suo sguardo sicuro e sprezzante, al tempo stesso sorridente e ammiccante, con cui tenta di dimostrare il valore quasi umanitario della sua impresa attuata in Irak contro l’Iran con l’uccisione del generale Soleimani, che dovrebbe servire a scongiurare terribili orrori e atrocità al mondo intero.
Si tratterebbe cioè, secondo l’ingannevole e contorto suo pensiero, di un assassinio preventivo per impedire al generale iraniano, capo terrorista ben noto ai servizi segreti, di compiere altre stragi e attentati specialmente contro militari americani.
Un modo disinvolto e feroce della versione oltre Atlantico, american first, che affascina il leader leghista Matteo Salvini.
E’ indispensabile invece trovare al più presto strade praticabili di paziente e rispettoso dialogo tra tutti: nessuno può tirarsi fuori illudendosi che i conflitti e gli scontri siano lontani e non ci riguardino. Se anche solo una parte del frutto è bacata bisogna provvedere al più presto e fare di tutto perché non si producano danni irreparabili. Si tratta di realizzare una grande e bella sorpresa legata alla stagione migliore della migliore tradizione americana, quando gli USA contribuirono in modo determinante alla conquista della libertà in Europa, sconfiggendo l’oppressione nazifascista.
Esiste del resto lo strumento previsto dallo stesso costituzionalismo statunitense: il ricorso all’impeachment o la non rielezione del Presidente.
*Nuccio Fava è stato direttore del Tgh1, del Tg3 e delle Tribune politiche della Rai
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