La Procura di Roma ha chiuso le indagini sulle nomine, fatte dal sindaco Virginia Raggi, di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica e di Renato Marra alla direzione del Turismo del Campidoglio, per le quali è stato ipotizzato il reato di abuso d’ufficio nel primo caso e di falso per il secondo. La chiusura delle indagini prelude o alla richiesta di processo o al non luogo a procedere: basta attendere la comunicazione della stessa Procura. Invece i siti dei giornali hanno già dato la notizia con il titolo “La Raggi rischia il processo” o “La Raggi verso il processo“. Non è il massimo della correttezza, ma così, ormai, funziona la comunicazione in Italia (fatte salve alcune eccezioni), soprattutto quando si è alla vigilia di appuntamenti elettorali come quello di domenica prossima per i ballottaggi delle amministrative che si svolgeranno in molti comuni.
Di che cosa è accusata la Raggi? Nel vortice affannoso delle nomine fatte appena si è insediata l’anno scorso ne ha fatte due che hanno attirato l’attenzione dell’Anac di Raffaele Cantone: quella di due funzionari – dipendenti del Comune da ben prima che il M5s vincesse le elezioni del giugno 2016 – ad altre mansioni, come Salvatore Romeo e Renato Marra, finito nel mirino perché fratello di quel Raffaele Marra, poi finito in carcere, che era stato nominato vice capo di gabinetto del sindaco sulla base di meriti acquisiti nella sua carriera, tra cui un premio del presidente della Repubblica, e che – si è scoperto successivamente – quando il sindaco di Roma era Alemanno, leader della destra, aveva avuto in regalo un appartamento da un costruttore dal quale sarebbe stato corrotto con il regalo di un appartamento.
Per la nomina di Marra, l’Anac aveva segnalato la possibilità di un conflitto d’interessi; la Raggi, però, aveva negato questa circostanza, dichiarando di aver agito autonomamente senza coinvolgere Marra nel processo decisionale. La sua versione però sarebbe smentita da una serie di sms, tra cui quello in cui la sindaca contesta a Raffaele Marra di averle nascosto che il mutamento di mansione avrebbe comportato per il fratello un aumento di stipendio di Renato. Di qui l’accusa di falsa dichiarazione.
Per un’altra accusa, che riguardava la nomina della magistrata torinese Carla Ranieri a capo di gabinetto, la Procura ha chiesto fin da subito l’archiviazione, così come era accaduto per le accuse al presidente del consiglio comunale, Marcello De Vito, e per l’ex assessore all’ambiente Paola Muraro, che era stata accusata di abuso d’ufficio.
Tutti questi episodi risalgono alla fase convulsa del periodo immediatamente successivo all’insediamento di Virginia Raggi, che si trovò improvvisamente a dover mettere in piedi un apparato amministrativo districandosi anche tra le regole del M5s, che prevedono un esame rigoroso della “purezza” sia politica sia giudiziaria degli amministratori, regole su cui fecero leva anche alcuni oppositori interni, mettendo in serie difficoltà la giovane sindaca e offrendo armi in mano ai partiti sconfitti alle elezioni.
VIRGINIA RAGGI: “Comune non mi dimetto”. –
Intervistata per il programma Cartabianca” su Rai3, Virginia Raggi ha risposto: “Se alla luce del codice etico esiste una sola possibilità che la storia di questo ipotetico rinvio a giudizio anticipi la fine della guida di Roma? No. Il codice è stato scritto non da me, io mi attengo ad esso, il resto sono illazioni. Dunque seguirò le regole del codice etico. Ma non stiamo parlando del fatto che io abbia rubato soldi o abbia corrotto. Parliamo di una firma su un documento in contestazione e di una procedura di nomina, di Romeo, che ho fatto seguendo una procedura già avvenuta in anni precedenti e che non era mai stata contestata. Sono abbastanza tranquilla. Depositeremo atti con cui sono certa di riuscire a spiegare. Noi al momento andiamo avanti”.
La Procura di Roma ha chiesto di archiviare la posizione della Raggi dall’accusa di abuso d’ufficio in relazione alla nomina di Renato Marra a capo del dipartimento Turismo. Reato contestato, invece, al fratello di Marra, Raffaele, all’epoca capo del personale del sindaco. L’ex braccio destro del sindaco, secondo la Procura, si sarebbe dovuto astenere dall’occuparsi di quella nomina in quanto coinvolgeva il fratello e invece se ne occupò.
Chiesta l’archiviazione anche della posizione della sindaca dall’accusa di abuso d’ufficio in relazione alla nomina di Carla Raineri a capo di Gabinetto, incarico da cui la magistrata si è dimessa circa un mese dopo la stessa nomina. Gli inquirenti, pur ritenendo quella scelta non legittima e non in linea con alcuni pronunciamenti dalla Corte dei Conti, hanno valutato insussistente l’elemento soggettivo del reato. Il fascicolo sulla nomina della Raineri aveva preso il via a seguito dell’esposto presentato il 2 settembre 2016 da Fratelli d’Italia, che chiedeva chiarimenti in relazione alla nomina e alla congruità del suo compenso, pari a 193mila euro l’anno.
L’avvocato di Virginia Raggi, Alessandro Mancori, ha reso noto all’Ansa che non intende commentare in modo articolato “finché non accederemo agli atti depositati dai Pm”. “Sul fascicolo che riguarda Renato Marra prendiamo atto che cade l’ipotesi di abuso per la sindaca – ha dichiarato -. Sul fascicolo Romeo siamo assolutamente certi di poter chiarire la posizione della sindaca; ma prima dovremo avere piena contezza del contenuto delle indagini”.
Il vicesindaco, Luca Bergamo, interpellato sulla vicenda, ha detto: “Se confermiamo la volontà di andare avanti a fronte delle notizie secondo cui la sindaca Virginia Raggi rischia il processo? Ovviamente, andiamo avanti tutti. La sindaca va avanti. Le indagini procedono e questa è una cosa positiva. Ci sarà una valutazione da fare, ma siamo tutti molto tranquilli e continuiamo a lavorare come abbiamo fatto fino ad adesso. La sindaca è tranquilla non c’è nulla di particolarmente inatteso”.
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