7 GIORNI IN SENATO/ Dalla riforma dei codici ai codici piegati alla politica

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –  In occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma, Palazzo Madama, sede del Senato, ospiterà due mostre: dal 18 al 26 marzo, nella Sala dedicata ai Caduti di Nassirya, il Torso del Belvedere, proveniente dalle collezioni di scultura classica dei Musei Vaticani; da sabato 18 marzo a martedì 20 giugno, nella Sala Koch  sarà invece possibile visitare  “Libri che hanno fatto l’Europa. Governo dell’economia e democrazia dal XV al XX secolo“, una selezione di 140 prime e rare edizioni di opere dei padri del pensiero economico, giuridico e politico europeo. Le opere provengono per la gran parte da collezioni private italiane ed estere, integrate da quattro pregiate edizioni provenienti dalla Collezione Goldsmith della Senate House Library, University of London. L’accesso alle mostre è libero e gratuito.

Martedì 14 marzo l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 11 aprendo la discussione sulle mozioni contro la diffusione dell’Aids. La senatrice Bencini (Misto-IdV) ha illustrato la mozione 1-00494 (testo 2) che impegna il Governo a promuovere nelle scuole la conoscenza delle patologie sessualmente trasmesse. Il senatore Mandelli (FI-PdL) ha illustrato la mozione 1-00717 che impegna il Governo a provvedere alla concreta attuazione del nuovo piano nazionale contro l’AIDS. Il senatore  Gaetti (M5S) ha illustrato la mozione 1-00740 che impegna il Governo a riferire annualmente al Parlamento sull’attuazione delle strategie per fronteggiare l’HIV. Il senatore D’Anna (ALA) ha illustrato la mozione 1-00741 che impegna il Governo ad attuare il nuovo piano contro l’AIDS. Il senatore Consiglio (LN) ha illustrato l’ordine del giorno G1 che impegna il Governo a dare piena attuazione al nuovo piano nazionale contro l’AIDS. Alla discussione hanno partecipato  D’Ambrosio Lettieri (CoR) e Aiello (AP), che hanno preannunciato voto favorevole, Maurizio Romani (Misto-IdV), Puglia (M5S), Maria Rizzoti (FI-PdL), Donella Mattesini (PD). Dopo che il Sottosegretario per la Salute, Faraone, ha chiesto riformulazioni dei testi, hanno svolto dichiarazione di voto favorevole Consiglio (LN), Nerina Dirindin (MDP), D’Anna (ALA), Alessandra Bencini (Misto-IdV), Airola (M5S), Mandelli (FI-PdL) e Bianco (PD). La seduta è terminata alle ore 13:00.

La seduta pomeridiana ha inizio alle ore 16,30. L’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 2067, nel testo proposto dalla Commissione recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena, già approvato dalla Camera dei deputati. Il provvedimento si compone di 40 articoli, suddivisi in cinque titoli. Il presidente della Commissione giustizia, D’Ascola (AP), ha riferito sull’emendamento 38.0.500, presentato dal Governo nella seduta antimeridana del 9 marzo, che è stato approvato senza modifiche in sede referente. L’emendamento prevede una riduzione delle spese obbligatorie per le intercettazioni telefoniche attraverso la ridefinizione delle tariffe. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha posto la questione di fiducia su un emendamento interamente sostitutivo del ddl, che recepisce il testo approvato dalla Commissione e alcuni emendamenti dei relatori. Alla discussione della fiducia hanno partecipato  D’Anna, Falanga (ALA); Cardiello (FI-PdL); Buccarella, Cappelletti (M5S); Casson, Nerina Dirindin (MDP); Emilia De Biasi, Nadia Ginetti (PD); Bruni (CoR); Erika Stefani (LN); Giovanardi (GAL). I Gruppi ALA, CoR, FI-PdL e GAL hanno annunciato voto contrario ad un provvedimento contraddittorio, che intende accelerare i procedimenti ma allunga i termini della prescrizione fino a trent’anni, violando i principi costituzionali del giusto processo e della presunzione di innocenza. M5S ha criticato invece la delega sulle intercettazioni che lega le mani alle Procure, imbavaglia l’informazione e ostacola la lotta alla corruzione.  Casson (MDP) ha annunciato a titolo personale che non voterà la fiducia ad un provvedimento mediocre. La seduta è terminata alle ore 20,30.

Mercoledì 15 con 156 voti favorevoli, 121 contrari e un’astensione l’Assemblea riunitasi alle ore 9:30  ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl n. 2067, recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena. Il testo torna alla Camera dei deputati. Hanno svolto dichiarazione di voto contraria Di Maggio (CoR), Mineo (SI-Sel), Patrizia Bisinella (Misto-Fare), Erika Stefani (LN), Giovanardi (GAL), Falanga (ALA), Giarrusso (M5S) e Caliendo (FI-PdL). Con diversi accenti hanno annunciato voto favorevole  Lucrezia Ricchiuti (MDP), Buemi (Aut), D’Ascola (AP), Maria Mussini (Misto), Rosa Filippin (PD). 

LAula ha ripreso i lavori alle ore 15:30. L’Assemblea ha avviato la discussione della mozione di sfiducia individuale nei riguardi del ministro dello sport Luca Lotti. La senatrice Taverna (M5S) ha illustrato la mozione n. 737, la quale ricorda in premessa che il ministro Lotti risulta attualmente indagato dalla magistratura nell’ambito di un’inchiesta su fatti di corruzione relativi alla Consip, la centrale di acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione. Nella discussione generale sono intervenuti  Augello (CoR), Candiani (LN), Mancuso (AP), Falanga, D’Anna (ALA), Gotor (MDP), Quagliarello (GAL), Mineo, De Cristofaro (SI-Sel), Buemi (Aut), Gasparri (FI-PdL), Marcucci (PD). I Gruppi PD, AP, Aut e ALA hanno annunciato voto contrario alla mozione in nome della presunzione di innocenza e dell’equilibrio tra i poteri dello Stato. LN e SI-Sel hanno annunciato voto favorevole alla mozione di sfiducia: MDP ha invitato il ministro a dimettersi per tutelare l’immagine del governo; ove ciò non accada ha chiesto la sospensione delle deleghe alla programmazione economica fino al chiarimento della vicenda. Invitando il ministro Lotti a dimettersi per motivi di opportunità politica, i Gruppi CoR, GAL e FI-PdL hanno annunciato la non partecipazione al voto perché considerano improprio e incongruente lo strumento della sfiducia individuale basata sull’avviso di garanzia. Il ministro Lotti ha negato di aver informato Luigi Marroni, amministratore delegato di Consip, dell’indagine sugli appalti; si è dichiarato fiducioso nella giustizia, ha rifiutato l’equazione tra avviso di garanzia e dimissioni, e ha affermato che la mozione è un tentativo di colpire la politica riformistica degli ultimi anni. Hanno svolto dichiarazione di voto Tarquinio (CoR), Centinaio (LN), Cecilia Guerra (MDP), Ferrara (GAL), Mazzoni (ALA), Zeller (Aut), Laura Bianconi (AP), Loredana De Petris (SI-Sel), Michela Montevecchi (M5S), Paolo Romani (FI-PdL) e Zanda (PD). Con 52 voti favorevoli, 161 contrari e due astenuti, il Senato ha respinto la mozione di sfiducia individuale n. 737 nei confronti del ministro dello sport, Luca Lotti. La seduta è erminata alle ore 20:30.

Giovedì 16 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9,30 e l’Assemblea ha respinto la proposta di deliberare la decadenza dal mandato parlamentare del senatore Minzolini (FI-PdL) per motivi di incandidabilità sopravvenuta, approvando un ordine del giorno presentato dal  Palma (FI-PdL) e altri a conclusione della discussione della relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari sulla elezione contestata nella regione Liguria. La relatrice, Lo Moro (MDP), ha riferito sui lavori della Giunta e ha spiegato che l’incandidabilità è sopraggiunta, ai sensi della legge Severino, a seguito di condanna definitiva alla pena di due anni e sei mesi per il reato di peculato, ovvero per l’uso indebito di una carta di credito aziendale. Alla discussione hanno preso parte  Palma, Caliendo, Minzolini (FI-PdL), Falanga (ALA), Mineo (SI-Sel) e Cucca (PD).  Palma, Caliendo e Falanga hanno chiesto di rinviare la relazione alla Giunta affinché valuti eventuali violazioni della normativa nazionale e sovrannazionale. Limitandosi a ratificare in modo automatico la decadenza, infatti, la Giunta non si è pronunciata sulle eccezioni di legittimità costituzionale sollevate dalla difesa: il trattamento difforme che la legge Severino riserva ai parlamentari rispetto ai consiglieri regionali e comunali; se la Giunta non è organo giurisdizionale, la legge Severino è incostituzionale. Secondo Mineo, che conosce dall’interno la RAI e la prassi vigente sugli strumenti di pagamento nelle aziende pubbliche,  Minzolini è caduto in una trappola; in ogni caso la legge Severino andrebbe rivista. Pur concordando sull’opportunità di rivedere la legge Severino,  Cucca ha giudicato tardiva la richiesta di rinvio.  Minzolini ha annunciato che si dimetterà dalla carica qualunque sia l’esito della votazione. Ha ricordato di avere ricevuto l’incarico di direttore del TG1 con uno stipendio inferiore al suo predecessore e di avere risarcito l’intera somma contestata prima di ricevere l’avviso di garanzia. Nelle dichiarazioni di voto,  Di Maggio (CoR) ha lamentato la mancata approvazione della legge sulla remissione dei magistrati che abbiano svolto ruoli politici.  Cecilia Guerra (MDP) ha annunciato voto favorevole alle conclusioni della Giunta.  Buemi (Aut), richiamando l’autonomia della politica e l’irretroattività delle norme penali, ha annunciato voto contrario alle conclusioni della Giunta. Anche  Falanga (ALA) ha annunciato voto contrario. D’Ascola (AP) ha annunciato voto contrario, Crimi (M5S) ha annunciato voto favorevole alla conclusione della Giunta, che deve limitarsi a prendere atto della sentenza e applicare la legge.  Zanda (PD) ha annunciato la libertà di voto del Gruppo e ha dichiarato, a titolo personale, voto favorevole alle conclusioni della Giunta. La seduta è terminata alle ore 12:45.

La seduta pomeridiana iniziata alle ore 16 è stata dedicata allo svolgimento di interrogazioni. Il sottosegretario per lo Sviluppo economico Gentile ha risposto congiuntamente alle interrogazioni 3-03247 del senatore Ruta (PD) e 3-03580 del senatore Panizza (Aut) e altri sull’applicazione della direttiva Bolkestein al commercio ambulante. Il sottosegretario Gentile ha poi riposto all’interrogazione 3-03357 del senatore Castaldi (M5S) e altri sulla sorveglianza nel settore assicurativo, che sollecita iniziative per promuovere maggiore concorrenza e trasparenza nel settore, al fine di ridurre i premi assicurativi e ridurre gli squilibri territoriali. La seduta è terminata alle ore 16:30.

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