Zingaretti e Gentiloni concludono la due giorni di “Piazza grande” spiegando come intendono il nuovo ruolo del Pd

Con l’intervento di Bernice King (foto), figlia minore di Martin Luther King, si è aperta la seconda giornata di Piazza Grande, l’iniziativa di Nicola Zingaretti per lanciare la sua candidatura al congresso del Pd. Quest’anno ricorrono i 50 anni dall’assassinio di Luther King. “Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia il mostro: il mostro non sono solo le idee eversive di Salvini, ma perché le persone hanno scelto loro”. Lo ha detto Nicola Zingaretti concludendo Piazza Grande, l’iniziativa per lanciare la propria candidatura al congresso del Pd. Zingaretti ha invitato a riflettere sul perché “le nuove destre riescono a invadere il nostro campo”. “Dobbiamo indagare ma non rimanere in un ruolo di testimonianza. Dobbiamo dar vita a una nuova agenda che dia a quelle persone una nuova prospettiva e una nuova speranza”.

Non è il tempo dell’abiura ma della riflessione e del cambiamento, per un nuovo paradigma. La ricerca, non l’abiura. L’ammissione di una fase storica alle nostre spalle in cui ci siamo convinti che la crescita avrebbe portato la fine delle disuguaglianze”.

“Lo dico subito: non ho da proporvi una macedonia di invettive contro uno di noi per strappare applausi da tifosi, ma vorrei proporvi un pensiero e una idea per uscire dal pantano in cui siamo precipitati e ricostruire una speranza per il nostro Paese”, ha detto anche il candidato alla segreteria Zingaretti. “L’Italia – ha continuato – ha bisogno di due cose: di crescita e di giustizia. Chi ha vinto il 4 marzo lo ha fatto perché ha promesso, ma chi ha vinto ha tradito le promesse e sta lasciando alle nuove generazioni un Paese più povero e ingiusto. Molti cominciano a sospettare, vedendo l’atteggiamento isterico e fanatico dei loro leader. Quello che manca è qualcuno che lo dica, costruisca un progetto e li mandi presto a casa. Non sarà facile, ma io vi prometto che ce la faremo tutti insieme”.

Prima delle conclusioni di Zingaretti vi era stato l’intervento dell’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.  “A 7 mesi dalla sconfitta – ha affermato – parlare di congresso non mi sembra una scelta precipitosa. Però ora ci siamo e ringrazio Nicola Zingaretti, senza la cui determinazione la prospettiva del congresso sarebbe meno concreta. Non deve essere una guerra tra correnti, fonte di divisioni. Io mi impegnerò con tutte le mie forze perché il congresso si faccia e che renda più forte e unito il Pd“.

“Attenzione all’ebbrezza del potere. Attenzione. In pochi mesi l’Italia è diventata un paese più isolato, meno sicuro dal punto di vista finanziario. Le decisioni del governo sono state poche ma i danni tanti. Mai visto un incrocio tra poche decisioni e tanti danni. In quattro mesi – ha detto ancora Gentiloni – si rischia di mandare in fumo anni di sforzi degli italiani. Certo, sono state accompagnate dai governi del Pd, ma le fatiche sono state delle nostre famiglie, delle nostre imprese, delle nostre comunità, e in quattro mesi rischia di andare in fumo tutto”.

“La nuova élite e il nuovo establishment si sono affacciati al balcone. Non so perché si siano affacciati, non c’è stata una vittoria politica o sportiva, forse hanno vinto l’eroica resistenza del ministro Tira. E’ comunque una scena che rimarrà, perché mentre il nuovo establishment festeggia sul balcone in giro per l’Italia ci sono persone che si preoccupano per il mutuo, e le persone che speravano in un reddito capiscono che saranno deluse”, ha detto ancora Gentiloni.

Il Pd – ha proseguito – non puo’ autoassolversi. La nuova strada non è una strada fatta di abiure, io ci tengo all’onore del Pd e al lavoro dei suoi governi. Abbiamo risanato l’economia e non dobbiamo né vergognarcene né rinnegarlo, abbiamo stroncato il traffico di esseri umani, e ringrazio in particolare il ministro Minniti”.

Alla due giorni è intervenuto anche Matteo Richetti, competitor di Zingaretti nella corsa alla segreteria. “Le primarie – ha detto – sono un momento di confronto su tesi differenti ma sono anche un momento di ascolto, nel senso che noi siamo competitor ma anche colleghi di partito. Io penso che queste primarie – ha aggiunto – possano essere una opportunità per il Pd molto più del passato: meno agone, più progetto, e mi sento di dare un contributo in questo senso”.

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