Verso il congresso Pd. Assemblea di Sinistradem: Cuperlo a sostegno di Orlando

All’iniziativa di Sinistradem (“Il Pd che vorrei a sinistra”), svoltasi oggi a Roma, Andrea Orlando, ministro della Giustizia e candidato alla segreteria del Pd al prossimo congresso,  ha avuto ufficialmente il sostegno di Gianni Cuperlo,  il quale ha affermato che Orlando è “la figura oggi capace di mettere in sicurezza il progetto del Pd, perché è un punto di equilibrio”.  Cuperlo ha anche detto di non credere  “al vantaggio di Matteo Renzi nella corsa alla segreteria del Partito democratico. Io vedo un’altra pellicola, è stato scelto un racconto sbagliato, serve un cambio di passo, di stagione. La mia non è ostilità verso una persona – ha chiarito – ma serve una svolta perché questo non è più un Paese stabile”.  Quello che serve oggi, per Cuperlo, “è dare una risposta a un mondo guasto, una risposta che non verrà certo da una gita in California”. Certo, ha aggiunto, la rottura all’interno del Pd “è stato un errore, è una sconfitta” anche se sullo sfondo di quanto accaduto “c’è una classe dirigente inadeguata, incapace di capire. Insomma – ha concluso – dobbiamo costruire un’alternativa, una leadership dopo la sconfitta nelle urne”.

Orlando, da parte sua, ha voluto ricordare che, lui e Cuperlo hanno provato ad “evitare il tragico errore della scissione”, ma “abbiamo perso”. E tuttavia “io non mi rassegno all’idea, voglio lavorare per far tornare tutti quei compagni e quelle compagne che hanno appeso le scarpe al chiodo”.

Poco prima Andrea Orlando era intervenuto ad una iniziativa di Campo Democratico, organizzata da Goffredo Bettini, dove ha parlato di uno dei temi urgenti che il partito dovrebbe affrontare, quello della classe dirigente. Ed ha affermato: “Questa stagione dimostra che se oltre a distruggere non costruisci alla fine tornano gli stessi”. Sul congresso Orlando spiega: “Credo che sia sbagliato cercare di rendere anche questo congresso un referendum su Renzi”. Ed ha attribuito questo rischio alla linea che sta seguendo Michele Emiliano. Ad entrambi ha riservato una stoccata: “So benissimo che è premiato in questo momento chi utilizza le parole dei populisti, io non farò mai questo perché il consenso costruito così è un veleno che ti rende prigioniero. Vorrei nelle condizioni date che la nostra comunità fosse definita da un progetto e non da una proposta di distruzione. Non chiederò voti contro ma voti per. Non cavalcherò la progressiva antipatia che è maturata nella società italiana contro l’integrazione europea. Voglio ricostruire il partito”.

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