VERBA VOLANT/ Orietta Berti a “Un giorno da pecora” irrita il “vigilante” del Pd sulla Rai Michele Anzaldi

Orietta Berti – intervistata in una ormai popolare trasmissione di satira politica comeUn giorno da pecora, che va in onda ogni giorno su Rai1 – annuncia che ha intenzione di votare per Grillo. E scoppia il finimondo, perché subito scende in campo Michele Anzaldi, membro del Pd della Commissione di vigilanza sulla Rai e uomo di Renzi. Il quale  annuncia un esposto all’Agcom.

Ma che cosa ha detto esattamente la cantante? “Gli voglio dare il voto, al mio amico Grillo. Le promesse vanno mantenute!”, dice la Berti, durante il programma condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro (foto). I quali le chiedono: “Come farà il M5S a governare, visto che non intende fare alleanze?”

Risposta di Orietta Berti: “Quello mi preoccupa un po’. Ma ci vuole cambiamento. Io, senza voler fare politica, dico che queste persone mi piacciono, perché oneste, si accontentano di quel che prendono”.

Domanda dei due conduttori: “Le piacerebbe avere un premier molto giovane come Luigi Di Maio?”. Risposta:  “Non è importante l’età ma che sappia fare ciò che deve. Secondo me loro sono bravi”.

I conduttori: “Se potesse, che domanda farebbe a Di Maio?” Risposta: “Come si fa ad andare al governo se non c’hai i numeri a posto?”

Domanda: “E Renzi invece come lo vede?”. Risposta: “L’ho visto da Fazio. Ha un’abbronzatura bellissima. Mi ha detto che fa la lampada. E invece Di Maio è scuro così di suo, è naturale, sembra un mulatto”, ha scherzato la Berti.

Domanda: “Luigi Di Maio avrà pure un difetto: quale?” Risposta: “Penso che sia troppo bello”. Troppo bello? “Sì. Quando una persona è troppo bella poi non è tanto credibile quando parla. Io l’ho visto di persona, ha dei bellissimi lineamenti e delle belle mani, poi l’abbronzatura non ne parliamo. E poi non è basso”.

Anzaldi attacca: “Dura lex sed lex. Se è stata violata par condicio, lo stabilirà l’Agcom. Orietta Berti può votare per chi vuole ma la Rai non può diventare il megafono delle dichiarazioni di voto pro M5s, perché la pagano tutti i cittadini e non solo gli elettori M5s”.

Di Maio commenta: “Quello del Pd è stato un atto di censura. E’ mai possibile che denunci all’Agcom un’artista che è un’istituzione del nostro Paese solo perché ha detto in radio che vuole votare il Movimento 5 Stelle e ha espresso un apprezzamento su di me e Beppe Grillo? Sorrido, ma ci sarebbe da piangere.  Orietta Berti ha tutta la mia solidarietà. Questo Paese ha ancora libertà di parola, espressione e pensiero, spiegatelo al Partito Democratico che oltre a garantire le banche ormai non è più in grado di garantire nient’altro”.

*VOTI VOLANT – Gli uomini del Pd sono proprio alla frutta se invocano la “par condicio” per “Un giorno da pecora” quando al loro segretario, qualunque cosa dica, viene riservato ogni giorno, e più volte al giorno, lo spazio di apertura dei telegiornali e dei giornali radio su tutte le reti Rai. Intervengano piuttosto sui direttori dei Tg e dei Gr della Rai perché la smettano di danneggiare in questo modo il loro partito: si sa che ogni apparizione di Renzi in tv costa al Pd la perdita di almeno uno 02%  nei sondaggi. E al 4 marzo mancano ancora 48 giorni! (e.s.)

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