Vai avanti tu, Ettore!…

di ENNIO SIMEONE

E’ passata un po’ sotto silenzio due giorni fa una breve dichiarazione del capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, il quale ha inopinatamente affermato che “dopo l’approvazione della legge di bilancio, prevista per ottobre, la legislazione si potrà considerare praticamente conclusa”. Alla intempestiva affermazione – che lasciava intendere abbastanza esplicitamente la conseguenza implicita di quelle parole (e cioè lo scioglimento, subito dopo, delle Camere per andare a nuove elezioni), seguiva la rituale ed ovvia precisazione: “nel rispetto delle prerogative del presidente della Repubblica”.  Precisazione non di cortesia ma di evidente sollecitazione a Mattarella, formulata nel perfetto stile allusivo che si addice al segretario del Pd e ai suoi mediocri replicanti, tra i quali spesso il Rosato primeggia per il tono perentorio.

Evidentemente il capo del Pd, lo spericolato costituzionalista di Rignano sull’Arno – avendo scambiato per un plebiscito (come gli era accaduto per il referendum) la partecipazione di pubblico curioso alle innumerevoli presentazioni del suo libro, “Avanti”, nel frenetico tour lungo la penisola – ha immaginato che il calo della sua popolarità si sia arrestato. E che quindi sia il caso di provare di nuovo a premere per anticipare il più possibile le elezioni. La sua speranza, si presume, è che il Pd riesca a conquistare, come era accaduto nel 2013 sotto la leadership di Bersani, il primo posto in parlamento, anche con un 25 o 26 per cento, in modo che il capo dello Stato debba convocarlo per primo e affidargli il mandato di provare a formare il nuovo governo. Poi ci penserà lui a  trovare alla Camera e al Senato i numeri per mettere insieme una maggioranza che lo sostenga: basterà distribuire ministeri e posti di potere ai questuanti e ai furbacchioni che il sistema proporzionale porterà in quelle aule.

E per capire che questa è la sua strategia basta pensare alla improvvisa sortita  con l’annuncio che la legge sullo ius soli (di cui aveva fino ieri esaltato l’irrinunciabile urgenza) non si può approvare in questa legislatura. Un ammiccamento sfacciato all’elettorato, prevalentemente di centrodestra (ma non solo), per conquistare voti in vista di una campagna elettorale ravvicinata. Solo il primo di altri che ne seguiranno.

Intanto le parole di Ettore Rosato assumono il sapore di un preavviso di sfratto a Gentiloni, che aveva promesso per settembre l’approvazione dello ius soli. Un “paolostaisereno” per interposta persona, cioè spedito non direttamente dal ri-segretario del Pd (come era accaduto ad Enrico Letta), ma attraverso uno dei luogotenenti: quello che è a capo del deputati Pd. Vai avanti tu, Ettore, che a me mi vien da ridere. Sempre nel rispetto del presidente Mattarella.

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