UNIONI CIVILI: dopo il sì alla legge dimissioni nel Pd e annuncio di referendum nel centrodestra. Ecco le regole approvate

La filosofa italiana Michela Marzano durante il suo intervento al Festival Filosofia a Modena, 15 settembre 2013. ANSA/Serena Campanini- US EDITORIAL USE ONLY

Polemiche e reazioni su due fronti opposti dopo l’approvazione definitiva della legge sulle Unioni civili. Michela Marzano, deputata e docente alla Sorbona (foto), abbandona il gruppo del Pd  motivando il suo gesto in una lettera al capogruppo Ettore Rosato. Sull’altro versante, il centrodestra annuncia di voler promuovere un referendum abrogativo per la legge (che – lo ricordiamo è stata approvata ieri in via definiva dalla Camera con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti, dopo l’inutile voto di fiducia imposto dal governo a Montecitorio e passato con 369 voti a favore, 193 contrari e 2 astenuti: ad astenersi sono stati due deputati, Vincenza Labriola e Rudi Franco Marguerettaz, mentre hanno votato contro la fiducia due deputati di maggioranza: Alessandro Pagano di Ap e Mario Sberna di Ds-Cd).

Un gruppo di parlamentari di centrodestra, in conferenza stampa alla Camera dei Deputati, ha presentato una serie di iniziative per l’indizione di un referendum .Tra questi i parlamentari Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea, Maurizio Gasparri e Lucio Malan di Forza Italia, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni della Lega, Francesco Bruni e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Ds-Cd, Guglielmo Vaccaro di Italia Unica e il presidente della Commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi.

Ap si rivolgeanche al Quirinale: “Tutte le persone di buona volontà – dicono Maurizio Sacconi e Alessandro Pagano – a partire dal presidente Mattarella, non possono non condividere le preoccupazioni circa le lacerazioni oggettivamente prodottesi nel tessuto della nazione con il cambiamento della Costituzione formale sottoposto a referendum e con quello della Costituzione materiale attraverso la legge sulle unioni civili. Ci sarà ben poco da festeggiare sulle macerie dell’unità nazionale dopo il secondo voto di fiducia sulla legge Cirinnà”.

“C’è un impatto sui conti, ed è inevitabile che ci sia, ma è nell’ordine di qualche centinaio di milioni di euro ed è quindi sostenibile”. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, rispondendo ad una domanda sull’impatto delle nuove norme della legge sulle unioni civili in merito alla reversibilità delle pensioni per le coppie gay.

Boeri ha sottolineato, a margine della presentazione del Rapporto Favo sull’assistenza dei malati oncologici, che “c’è sicuramente un aggravio dei costi per il sistema, ma non dell’entità che è stata paventata”. “Abbiamo fornito – ha spiegato il presidente dell’Inps – alcuni elementi di valutazione alla commissione parlamentare ed i costi non si sono rivelati così elevati. Sono sostenibili. Ci siamo infatti allineati – ha concluso – all’esperienza tedesca, perché la legislazione tedesca era simile a quella italiana”.

La posizione della Marzano. Aver eliminato dalla legge sulle unioni civili ogni riferimento al concetto di famiglia e la stepchild adoption “rappresentano un vulnus per me difficile non solo da accettare, ma anche da giustificare pubblicamente” scrive in una lettera a Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, per motivare la sua decisione di lasciare il gruppo del Pd. Una scelta di coerenza che la parlamentare aveva già preannunciato nei giorni scorsi (“voterò sì alla legge ma poi mi dimetterò”, aveva detto) e che aveva provocato diversi inviti da parte dei dem a ripensarci. Oggi, però, è arrivato l’addio definitivo. “Sui temi dei diritti e dell’etica – scrive la docente universitaria e filosofa nella lettera di dimissioni inviata a Rosato – ho sempre detto e difeso gli stessi valori e gli stessi principi. E non me la sento, oggi, di non essere coerente con me stessa e con le mie battaglie per opportunità politica. Lo so che, sulla unioni civili, non si poteva forse fare diversamente e considero che sia importante per l’Italia avere finalmente una norma che garantisca e protegga le persone omosessuali. Aver però eliminato ogni riferimento a ‘famiglia’ e ‘familiare’ – parlando delle unioni civili come una semplice ‘specifica formazione sociale’ – e aver stralciato la ‘stepchild adoption’ rappresentano un vulnus per me difficile non solo da accettare, ma anche da giustificare pubblicamente”.

Questa la replica di Rosato: “Mi spiace per Michela. In questi anni ha dato un contributo prezioso al dibattito interno al gruppo e poi in Aula. Anche sulle unioni civili però sono convinto che abbiamo fatto un lavoro prezioso e utile a migliaia di persone. Una legge di contenuti e principi che mi sento di difendere fino in fondo”.

E da destra scende in campo per conto suo anche il segretario della Lega, Matteo Salvini: “Se è una legge sbagliata si può disapplicare, lo spiegava don Milani quando lanciò l’obiezione di coscienza al servizio militare”. Il leader della Lega ribadisce  l’invito a non rispettare la legge sulle unioni civili. “Una legge fatta male – spiega – oltretutto tanti avvocati dicono che porterà problemi e truffe in sede di separazione, litigi e questioni economiche, che discrimina le coppie eterosessuali sulla reversibilità, che apre le porte alle adozioni gay. Quindi io invito, al di là del partito, qualunque amministratore locale a seguire la sua coscienza e se ritiene sbagliata questa legge a non applicarla”.

La reazione della Chiesa e di una parte dei cattolici. “Oggi si uccide la democrazia”, è il commento di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, promotore del Family Day.

Radicali prudenti: solo primo passo – “Il voto di oggi segna solo un primo passo verso la conquista in Italia di diritti che in tanti altri paesi sono già storia – dicono Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, e Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, commentando la fase finale dell’iter parlamentare della legge  – Le unioni civili uscite dalla Camera dei deputati, infatti, sono lontane dall’essere la soluzione definitiva ai problemi delle coppie omosessuali e dei loro figli, esclusi dal provvedimento nel corso della bagarre al Senato. Non sono l’azione di riforma complessiva di un diritto di famiglia che da decenni non riflette più le esigenze di una società in mutamento. Oggi, quindi, siamo felici per le coppie che da troppo tempo aspettavano questo momento, ma già da domani saremo di nuovo al lavoro, anche con tutti gli strumenti giuridici a nostra disposizione, per una riforma della legge in senso egualitario. Continua la battaglia radicale per assicurare davvero pari diritti a tutti i cittadini”.

“Tengo stretto nel mio cuore il pensiero e il ricordo di Alessia. E questo mi basta. Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie”, ha commentato Matteo Renzi, riferendosi ad Alessia Ballini, morta a 41 anni in seguito ad un tumore. Ballini era originaria di San Piero a Sieve (Firenze) di cui era stata anche sindaco. Dal 2006 aveva ricoperto, alla Provincia di Firenze, il ruolo di assessore alle politiche sociali, sport, cooperazione internazionale e pari opportunità nella giunta allora guidata da Matteo Renzi. Poi, sui banchi del consiglio regionale, era stata vice capogruppo del Pd. Ballini, paladina delle battaglie per i diritti civili, si era battuta in prima persona contro l’omofobia.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando si è invece assunto il compito di replicare alla presa di posizione  del segretario della Cei, monsignor Galantino, che ha criticato la scelta del governo di chiedere la fiducia sulle Unioni civili. “Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze – aveva detto Galantino – probabilmente avrà anche le sue ragioni, ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti”.

“Ho rispetto per la Cei – ha risposto Orlando – ma ritengo quella scelta necessaria e anche un po’ tardiva rispetto a ciò che si è sviluppato nel tempo nella società e a diritti che da troppo tempo chiedono un riconoscimento. E da ministro della Giustizia aggiungo che da anni la Corte di Strasburgo ci segnala che categorie di cittadini non hanno un riconoscimento per legge dei propri diritti”.

RENZI: “Ho giurato sulla Costituzione non sul Vangelo”.  E naturalmente a modo suo scende in campo anche il capo del governo e del Pd Matteo Renzi. Lo fa nel salotto di “Porta a porta”.  “L’atteggiamento negativo di parte della gerarchia e di parte del mondo cattolico era ovviamente atteso. Io – precisa –  sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione (quale? quella in vigore o quella che ha devastato con la riforma che speriamo il referendum bocci?) e non sul Vangelo. Ma ho rispetto di tutti e conoscendo il mio mondo sapevo che le polemiche ci sarebbero state. E’ assolutamente rispettabile che ci sia chi non è d’accordo”.

Renzi ha giustificato anche il ricorso allo strumento del voto di fiducia: “Serve per verificare se si può andare più veloce in Parlamento – ha detto – ma anche un rischio: significa dire su questa cosa mi gioco la faccia del governo, perché se non funziona vado a casa“.

Ma in realtà il ricorso al voto di fiducia stronca il dibattito, dal quale può derivare il miglioramento di una legge. Renzi però si rifiuta di capire o di ammettere che  molto spesso il presto è nemico del meglio. E tante delle leggi così imposte in questi due anni di suo dominio su una maggioranza di signorsì ne sono la prova: approssimazioni, pasticci, errori le hanno caratterizzato e ne pagheremo il prezzo.

ECCO CHE COSA PREVEDE LA LEGGE

CirinnàLa legge sulle Unioni civili introduce due istituti completamente diversi per le coppie omosessuali e per le coppie etero. Per le prime arrivano le unioni civili, per le quali ci sono una serie di diritti e doveri molto forti, che le avvicinano al matrimonio, tra cui la reversibilità della pensione ma non le adozioni; per le seconde nascono le convivenze, per le quali gli obblighi reciproci sono molto minori e mancano i principali diritti, come la reversibilità della pensione. (Nella foto la deputata pd Monica Cirinnà, prima firmataria della legge)

Questi i punti principali

Unioni civili, i punti principaliCOSTITUZIONE dell’UNIONE CIVILE: come il matrimonio, l’unione civile si costituisce “di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni”. L’atto viene registrato “nell’archivio dello stato civile”.

COGNOME: le parti, “per la durata dell’unione civile, possono stabilire di assumere un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. La parte puo’ anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome”.

OBBLIGHI RECIPROCI: “dall’unione deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione”. Non c’e’ obbligo di fedelta’, come nel matrimonio. “Entrambe le parti sono tenute ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacita’ di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni”.

VITA FAMILIARE: “Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”. Il comma ricalca le norme del diritto di famiglia.

REGIME PATRIMONIALE: il regime ordinario e’ la comunione dei beni, a meno che le parti pattuiscano una diversa convenzione patrimoniale.

PENSIONE, EREDITA’ E TFR: e’ la parte che danneggia maggiormente un eventuale figlio di uno dei due partner, che oggi sarebbe l’unico beneficiario della pensioni di reversibilita’, dell’eredita’ e del Tfr maturato dal genitore. Con la nuova legge la pensione di reversibilita’ e il Tfr maturato spettano al partner dell’unione. Per la successione valgono le norme in vigore per il matrimoni: al partner superstite va la “legittima”, cioe’ il 50%, e il restante va agli eventuali figli.

SCIOGLIMENTO: si applicano “in quanto compatibili” le norme della legge sul divorzio del 1970, ma non sara’ obbligatorio, come nello scioglimento del matrimonio, il periodo di separazione.

ADOZIONI: le norme sulla stepchild adoption sono state stralciate. Nel maxi-emendamento e’ stata inserita una dicitura ultronea: “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti”, che dovrebbe consentire ai singoli Tribunali, per via giurisprudenziale, di concedere la stepchild adoption ai singoli casi concreti.

CONVIVENZE DI FATTO: sono quelle tra “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinita’ o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”.

ASSISTENZA IN CARCERE E OSPEDALE: i conviventi hanno gli stessi diritti dei coniugi nell’assistenza del partner in carcere e in ospedale.

DONAZIONE ORGANI: Ciascun convivente “puo’ designare l’altro quale suo rappresentante con poteri pieni o limitati in caso di malattia che comporta incapacita’ di intendere e di volere, per le decisioni in materia di salute; e in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalita’ di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie.

CASA: in caso di morte di uno dei partner, l’altro ha diritto di subentrare nel contratto di locazione. Se il deceduto e’ proprietario della casa, il convivente superstite ha diritto di continuare a vivere in quella abitazione tra i due e i cinque anni, a seconda della durata della convivenza. La convivenza di fatto e’ titolo, al pari del matrimonio, per essere inserito nelle graduatorie per le case popolari.

REGIME PATRIMONIALE: i conviventi “possono” sottoscrivere un contratto che regoli i rapporti patrimoniali, che puo’ prevedere la comunione dei beni.

ALIMENTI: in caso di cessazione della convivenza, “il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall’altro convivente gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento”. Gli alimenti sono assegnati in proporzione alla durata della convivenza.

 

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