Una nuova ipotesi sulle cause della sciagura con 10 escursionisti morti sul Pollino

di PAOLO OROFINO –

CASTROVILLARI- – Spunta un’ipotesi dietro la strage degli escursionisti nel Raganello: un invaso dentro le gole del Pollino che all’improvviso, a causa della forte pioggia, ha liberato la sua devastante portata. Potrebbe essere accaduto ciò nel canyon del Pollino. La Procura sta valutando attentamente tale ipotesi, suggerita da alcuni elementi che ora saranno al vaglio dei consulenti tecnici incaricati di svolgere una dettagliata ricognizione.

Nelle gole del Raganello potrebbe essersi formato un invaso, in conseguenza delle continue precipitazioni di questa strana estate. Un invaso tenuto pieno da un ostacolo argilloso o da legname. L’abbondante pioggia caduta lo scorso 20 agosto potrebbe aver rimosso l’ostacolo o fatto traboccare la fanghiglia contenuta nel serbatoio naturale, liberando così una grande massa di materia fra le gole del Raganello.

Tale ricostruzione è compatibile con le testimonianze dei sopravvissuti alla terrificante ondata formatasi nel canyon sul Pollino: “In un attimo è arrivato un muro di fango”. Il fango rovesciatosi massicciamente nel torrente Raganello, in alcuni punti delle gole ha sfiorato i quattro metri di altezza. Una quantità che appare davvero eccessiva, se relazionata soltanto alle proporzioni del nubifragio che ha colpito quell’area montana calabrese, quel maledetto pomeriggio. Geologi appassionati ed esperti conoscitori del luogo, dove i dieci escursionisti hanno perso la vita, non escluderebbero l’ipotesi dell’invaso svuotatosi in un istante. La ragazzina di 12 anni – sorella maggiore di Chiara, la bambina salvata all’ultimo minuto e diventata simbolo della tragedia del Raganello – poche ore dopo la piena mortale che l’aveva miracolosamente risparmiata, ha raccontato che il “muro di fango” avrebbe colto di sorpresa anche la guida del gruppo, Antonio De Rasis (il volontario della Protezione civile che aveva partecipato ai soccorsi dell’hotel Rigopiano in Abruzzo l’anno scorso) il quale avrebbe fatto in tempo a dire solo una parola, prima di essere anche travolto e ucciso.

CRONOPROGRAMMA IN PROCURA. Stamattina si è tenuta una riunione presieduta dal procuratore di Catrovillari, Eugenio Facciolla, che ha aperto un fascicolo sui tragici fatti del 20 agosto. C’erano tutte le parti con un ruolo nella delicata e complessa inchiesta, al fine di stabilire un crono-programma delle varie attività investigative da svolgere. Il procuratore Facciolla vuole far procedere le indagini in modo spedito. Come già scritto in precedenti articoli, il fascicolo sulla strage del Raganello è (solo) formalmente contro ignoti: alcuni soggetti sono già soggetti attenzionati e la loro posizione potrebbe mutare immediatamente nel caso di accertamenti irripetibili necessari nell’indagine. La Procura di Castrovillari ha pure acquisito la normativa regionale sull’allerta meteo: un tassello importante dell’impianto accusatorio potrebbe essere l’allerta meteo di codice giallo, avviso diramato per il giorno del disastro. L’allerta è stata pressoché ignorata e non è bastata a bloccare l’escursione pomeridiana nel Raganello.

 

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