Una flotta di 22 navi (molte non italiane) portano migliaia di migranti verso l’Italia. Il governo e il Quirinale dicono all’Ue: ora basta!

Ventidue navi, una vera flotta multinazionale perché molte di quelle navi battono bandiere di vari paesi, stanno trasportando in queste ore 12mila migranti verso i porti italiani. Impossibile sostenere un impatto del genere con il fenomeno migrazioni dall’Africa. E allora il governo italiano ha deciso di compiere un passo formale con la Commissione Europea. Cioè avrebbe dato mandato al Rappresentante presso la UE, l’ambasciatore Maurizio Massari, di porre formalmente al commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos un altolà alle navi che fanno operazioni di salvataggio e approdino tutte in Italia.  Il governo italiano cioè sta valutando la possibilità di negare l’approdo nei porti italiani alle navi che effettuano salvataggi dei migranti davanti alla Libia ma battono bandiera diversa da quella del nostro Paese. Lo si apprende da fonti governative secondo le quali è ormai “insostenibile” che tutte le imbarcazioni che operano nel Mediterraneo centrale portino le persone soccorse in Italia.

L’Italia, sottolineano le fonti, continuerà a salvare vite in mare come sempre ha fatto in questi anni, ma non è più sostenibile che tutto il peso dell’accoglienza debba gravare sul nostro Paese. Salvataggi e accoglienza non possono essere disgiunti e dunque il contributo dell’Ue non dovrà limitarsi alle operazioni di soccorso in mare. L’eventuale blocco dei porti italiani riguarderebbe non solo le navi delle Organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo centrale ma anche le unità navali inserite in Frontex, l’Agenzia cui spetta il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, e in Eunavformed, l’operazione che ha il compito di contrastare nel canale di Sicilia i trafficanti di esseri umani, alla quale partecipano 25 nazioni europee.

“Se il fenomeno dei flussi continuasse con questi numeri la situazione diventerebbe ingestibile anche per un Paese grande e aperto come il nostro”, ha evidenziato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando con il primo ministro canadese Justin Trudeau ad Ottawa. Il capo dello Stato spiega che si tratta di “un fenomeno epocale che non si può cancellare alzando muri ma occorre governarlo con serietà”. Per Mattarella, il fenomeno migratorio “va governato assicurando contemporaneamente la sicurezza dei cittadini”.

“In queste ore siamo alle prese con la difficile gestione dei flussi migratori. Possiamo parlare delle soluzioni, delle preoccupazioni ma voglio ricordare che è un Paese intero che si sta mobilitando per gestire questa emergenza, per governare i flussi, per contrastare i trafficanti”. Così il premier Paolo Gentiloni, al congresso Cisl: “Non per soffiare sul fuoco – aggiunge – semmai per chiedere all’Europa, ad alcuni Paesi europei che la smettano di girare la faccia dall’altra parte perché questo non è più sostenibile”.

“Dall’Italia arriva un grido d’allarme, un sos, non una richiesta di soldi: non possiamo lasciarla sola”. Così il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani al telefono con l’ANSA. “Ho parlato con Juncker, un colloquio positivo in cui ha ribadito che l’Ue non può voltare le spalle all’Italia”, ha aggiunto. “Dopo la chiusura della rotta dei Balcani, è indispensabile chiudere anche quella del Mediterraneo centrale, non si possono avere più ritardi nella soluzione del problema”.

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