UN ANNO DI CALCIO/ L’Italia fuori dai Mondiali, lo storico 6° scudetto di fila della Juve alle prese con la maledizione Champions e due ritiri eccellenti

di RAFFAELE CICCARELLI*/ È in genere abbastanza semplice, giunti alla fine di un altro anno, tracciare un bilancio di quella che è stata un’attività, in questo caso sportiva, riguardante il calcio. Basta, infatti, mettere insieme quelli che sono stati i grandi eventi e risultati, positivi o negativi, che si sono succeduti, in un certo modo sommarli e si riesce a dare anche un giudizio sull’annuale attività. Sarebbe facile, quindi, nel nostro caso, partire dalla fine, dalla sciagurata eliminazione della Nazionale italiana dai mondiali di Russia 2018, e mi limiterei a questo aggettivo, “sciagurata”, piuttosto che all’abusato “apocalisse”, anche se l’evento è stato di certo epocale ed ha gettato nello sconforto milioni di appassionati e nel caos chi dirige, con il solito teatrino politico su cui volentieri soprassediamo, poiché riteniamo che con il calcio non abbia nulla a che fare.

La Serie A per la 6° volta di fila nel segno della Vecchia Signora. C’è stata l’ennesima vittoria della Juventus in campionato. Il sesto scudetto consecutivo vinto dai bianconeri, record nel nostro torneo, certifica da un lato la forza della società sabauda, assurta ormai nel ristretto novero dei club di portata europea, ma dall’altro rimarca ancora la pochezza del nostro calcio, con tutte le concorrenti, o presunte tali, incapaci di darsi una costituzione che li possa portare a competere in maniera seria con il club juventino. Molte speranze si sono riversate nella nuova stagione, in cui apparentemente il gap tra la Juventus e le altre è sembrato ridotto se non azzerato, molti segnali, però, sul finire di anno, hanno smontato queste certezze, e crediamo che, ancora una volta, se lo scudetto non lo vinceranno i bianconeri sarà perché lo hanno perso loro piuttosto che vincerlo gli altri.

Champions sempre amara per Madama. Di contro, però, l’inizio di giugno ha visto di nuovo sfumare il sogno juventino di issarsi sul trono d’Europa, per la settima volta giunti ad un soffio dal trionfo, ma per l’ennesima volta svegliatisi ai piedi del trono, battuti ancora da una spagnola, quel Real Madrid che tra l’altro è riuscito per la prima volta a vincere la seconda Champions League di fila, succedendo a se stesso, arricchendo il già corposo palmares (nel collage a sinistra: il trionfo Real a Cardiff contro la Juve). Questi i fatti salienti dell’annata calcistica nostrana che va a concludersi, nell’anno che precede il mondiale che non ci vedrà protagonisti e che ha visto la disputa della sola Confederations Cup a livello di nazionali, vinta, manco a dirlo, dalla solita Germania. Si potrebbe concludere qui, ma a fronte di questi fatti tecnici, a noi piace ricordare quest’anno con il velo di tristezza, malinconia e gratitudine che immancabilmente ammanta il definitivo distacco da chi non allieterà più le nostre domeniche calcistiche.

Ritiri eccellenti: tanta malinconia. Nel 2017 si sono ritirati dai verdi campi di gioco due campioni del calibro di Francesco Totti e di Andrea Pirlo. Inutile ricordare la leggendaria carriera o le innumerevoli vittorie di questi due personaggi, tutti coloro che seguono questo meraviglioso sport portano le gesta negli occhi e le serbano nel cuore. Due campioni universali al di là dei colori indossati, che hanno onorato il calcio, che hanno raggiunto l’apice del loro successo con la Nazionale vincente al Mondiale tedesco del 2006, due atleti che sono stati campioni in modo diverso, ma altrettanto sublime. L’uno, Francesco, difendendo allo stremo i colori della Roma e della romanità, forse perdendoci qualcosa sul piano personale, ma impagabile come bandiera di quello che è stato, e sarà, sempre il suo regno. L’altro, Andrea, dispensando genio calcistico con maglie diverse seppur grandi, iniziando all’Inter, proseguendo al Milan, finendo alla Juventus, sempre costellando questi suoi passaggi con giocate geniali e contribuendo alle fortune di quei club. Ecco, in conclusione, se proprio dobbiamo ricordare questo 2017, preferiamo farlo salutando questi due campioni, usando un solo aggettivo: malinconico.

*Storico dello sport

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