Ultras dell’Atalanta (anche figlio di magistrato) arrestati nell’operazione “Mai una gioia” per droga e violenze

Vasta operazione nel Bergamasco contro numerosi soggetti ritenuti responsabili di traffico e spaccio di droga, estorsione, rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Dalle indagini – condotte dalla Squadra mobile di Bergamo e dallo Sco della Polizia di Stato – è emerso che il gruppo, in prevalenza ultras dell’Atalanta, prima di assistere alla partita, acquistava e assumeva cocaina nei pressi o anche dentro lo stadio, incappucciandosi poi per compiere azioni violente. Tra questi è risulterebbe coinvolti anche un 73enne e il figlio del procuratore capo di Brescia Tommaso Buonanno, Francesco, che ha avuto la misura cautelare dell’obbligo di firma disposta dal gip. Il figlio del magistrato dovrà presentarsi il sabato e la domenica in questura a Bergamo per firmare. In mattinata le forze dell’ordine hanno effettuato una perquisizione a casa sua. E’  accusato di detenzione e spaccio di droga.
Le indagini, avviate nel settembre del 2015, hanno consentito di acquisire gravi elementi indiziari a carico di un gruppo di italiani, nonché di un cittadino albanese e di uno serbo, in prevalenza ultras dell’Atalanta, dediti alla vendita di ingenti quantitativi di droga, anche tra la tifoseria. La modalità di azione, con il consumo di droga nei pressi dello stadio seguito dalle violenze, è stato accertato anche prima degli scontri avvenuti, nel gennaio 2016, nel centro di Bergamo, dopo la partita contro l’Inter, che ha portato a contestare anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale. L’operazione, chiamata ‘Mai una gioia’, prende il nome dallo slang e dal linguaggio in codice tipico usato dagli arrestati, i quali erano soliti ripetere come un mantra la frase, riportata anche in uno striscione in curva.

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