TRUMP E GERUSALEMME/ Levata di scudi contro l’annuncio del trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv

Donald Trump compie un gesto provocatorio che crea tensione non solo con la Palestina e con i paesi arabi, ma anche con paesi alleati annunciando che intende procedere al trasferimento dell’ambasciata Usa in Israele dalla capitale Tel Aviv a Gerusalemme.  La “Città santa” che gli israeliani considerano la loro capitale, ma che non solo i palestinesi ma una convenzione internazionale ha diviso tra Israele e la Palestina. Quindi Abu Mazen ha accolto con irritazione la comunicazione fattagli da Trump, segnalando “i pericoli di una tale decisione sul processo di pace, sulla sicurezza e la stabilità nella regione e nel mondo”; ma subito Hamas ha annunciato “tre giorni dio collera” che possono sfociare in una nuova “intifada”. E c’è molto di più: Erdogan ha minacciato  l’interruzione dei rapporti diplomatici con Israele. E, sul fronte occidentale, il presidente francese Macron è intervenuto su Trump, invitandolo a fermarsi.

Anche Papa Francesco si è mosso avendo uno scambio telefonico con il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas): lo ha confermato all’Ansa il portavoce della Santa Sede, Greg Burke.
Abu Mazen in precedenza ha telefonato al presidente russo Vladimir Putin informandolo “sulle minacce per la città di Gerusalemme”.

Il nostro ministro degli Esteri Angelino Alfano ha affermato che “Non si può retrocedere dalla soluzione a due Stati. Guardiamo con grande preoccupazione tutti i fatti e tutte le decisioni che sembrano contraddire la strada che la comunità internazionale ha imboccato da tanto, troppo tempo senza vedere il traguardo”. Il capo della Farnesina ha spiegato di aver ribadito la posizione in un incontro bilaterale col segretario di stato Usa, Rex Tillerson.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha espresso ieri sera la sua “preoccupazione” a Trump “sulla possibilità che gli Stati Uniti riconoscano unilateralmente Gerusalemme come capitale dello stato d’Israele”, ricordando che la questione dello “status di Gerusalemme dovrà essere risolto nel quadro dei negoziati di pace fra israeliani e palestinesi”.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito il capo della Casa Bianca che l’eventuale riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele rappresenta “una linea rossa per i musulmani” e che potrebbe portare alla rottura delle relazioni diplomatiche della Turchia con Israele.

L’Arabia Saudita esprime “seria e profonda preoccupazione” per la mossa di Trump: una mossa che “irriterebbe i sentimenti dei musulmani nel mondo”.  Il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, ha invitato Donald Trump a “evitare qualsiasi iniziativa capace di mutare lo status giuridico e politico di Gerusalemme”, sottolineando “la minaccia rappresentata da un tale passo per la stabilità della regione”.
“L’Unione Europea sostiene la ripresa di un significativo processo di pace verso la soluzione dei due Stati”, ha detto l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini dopo la bilaterale col segretario di stato Usa Rex Tillerson. “Qualsiasi azione che possa minare questi sforzi deve essere assolutamente evitata – ha aggiunto Mogherini -. Deve essere trovato un modo, attraverso il negoziato, di risolvere lo status di Gerusalemme come futura capitale di entrambe gli Stati, così che le aspirazioni di entrambe le parti possano essere soddisfatte. “Ne parleremo col premier Nethanyahu lunedì prossimo qui a Bruxelles e col presidente Abbas all’inizio del prossimo anno”, ha concluso.

Commenta per primo

Lascia un commento