Tour de France: Quintana spaventa Froome sull’Alpe d’Huez, ma la Grande Boucle è del britannico. Nibali sfortunato, “Squalo” giù dal podio

froomedi Marco Valerio/

Il bello del ciclismo è passione, sudore, sofferenza, che oggi si sono manifestati attraverso uno spettacolare duello: quello per la maglia gialla del 102° Tour de France: maglia gialla che Chris Froome (foto Action Images-Gazzetta.it) si cuce addosso definitivamente per la seconda volta in carriera (era già accaduto nel 2013) e in una Grande Boucle 2015 che ha regalato grandissime palpitazioni, incertezza e momenti di tensione agonistica positiva. Il corridore britannico domenica 26 luglio vincerà il Tour de France, così come era in parte nelle previsioni, ma oggi ha passato veramente una brutta mezz’ora sull’Alpe d’Huez dove già aveva rischiato di perdere un’altro Tour.

Insidia Quintana per Froome. Le rasoiate del colombiano Nairo Quintana, coadiuvato inizialmente dal compagno di squadra Alejandro Valverde, che è riuscito a buttare prepotentemente giù dal podio sia Alberto Contador che Vincenzo Nibali (gli altri due favoriti), hanno lasciato il segno. Uno, due, tre scatti hanno costretto il keniano d’origine a perdere terreno e a lasciare 1’26” sull’asfalto ciclisticamente più celebrato. L’olandese Wouter Poels e il tasmaniano Richie Porte (lontano parente dell’opaco “Skyman” visto al Giro d’Italia) lo hanno tenuto a galla per il caschetto. Come già era accaduto venerdi, nella tappa stravinta da Nibali su La Toussuire, tappa in cui Froome aveva intravisto gli spettri di una Waterloo che era nell’aria; oggi l’ha quasi sfiorata, nella penultima tappa alpina.

Stati d’animo differenti. Sicuramente ha avuto più paura Froome di perdere il primato, che certezze Quintana di conquistarlo. Venerdi la maglia gialla aveva concesso le briciole al colombiano, oggi per la prima volta si è avuta la sensazione che, se la salita fosse durata 5 chilometri di più, la leadership della corsa francese avrebbe potuto cambiare padrone e passare dal Team Sky alla Movistar.

Trionfo Pinot. Sull’Alpe d’Huez, assieme all’affaticato Froome, ha trionfato Thibaut Pinot il quale, alla fine, è riuscito a ritagliarsi un’enorme fetta di gloria, scalando i mitici tornanti fra due ali di folla che quasi lo soffocavano. Un bravo a Pinot, più forte della sfortuna che lo ha frenato nelle prime tappe e dei ruzzoloni sull’asfalto.

Nibali in affanno. Lo “Squalo dello Stretto” ha coronato negativamente un Tour, comunque indimenticabile per molti aspetti, con l’ultimo sfortunato episodio di una sequela interminabile. All’attacco dell’Alpe d’Huez, infatti, una foratura lo ha costretto a cambiare bici e a perdere i secondi necessari a negargli una possibile vittoria. O, ancor meglio, l’attacco definitivo al podio a spese di Valverde. Il capitano dell’Astana, dopo l’impresa di venerdi, anche in questa penultima tappa appariva in ottime condizioni, ma non aveva fatto i conti con la sfortuna che gli ha annacquato sogni e ambizioni. La foratura di oggi rispecchia tutto il Tour di Nibali che, anche quando la strada era in pianura, è stato costretto a pedalare in salita. Da solo.

Le polemiche Froome-Nibali. Ai piedi dell’Alpe d’Huez, a proposito delle polemiche di venerdi e degli attacchi perentori di Froome nel dopo-tappa, nessuno si è fermato ad aspettarlo. Cosa avrebbe dovuto dire, allora, il siciliano ai rivali, dopo l’arrivo odierno? Domani la passerella parigina consacrerà il vincitore del Tour, che i francesi non amano e ieri si è capito anche perchè. Ma resta il rammarico per la mancata impresa di Quintana, che ha spaventato il britannico, senza però riuscire a sfilargli la maglia gialla. Lo stesso rammarico per il mancato podio di Nibali.

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