TEMPI SUPPLEMENTARI/ Milano sorride a braccetto: dopo l’Inter vince anche il Milan. Gattuso allontana i fantasmi. Piatek e Gervinho lanciano Genoa e Parma

di FABIO CAMILLACCI/ Nella giornata di campionato, la 7°, in cui la Juventus va in fuga e la Roma risorge nel derby, Milano ritrova la doppia vittoria: dopo l’Inter vince anche il Milan nel posticipo domenicale. Ma se per i nerazzurri il 2-0 di sabato sera contro il Cagliari al Meazza è il 4° successo consecutivo (Champions compresa), per i rossoneri il 4-1 in quel di Reggio Emilia contro il temibile Sassuolo partito a razzo, è ossigeno puro. Gattuso scaccia la mini crisi e senza l’apporto di Higuain ancora out. Tra i marcatori del match con i neroverdi figura anche il neoacquisto spagnolo Castillejo (foto in home page), utilizzato come “falso nueve” proprio in assenza del “Pipita”. Primo gol in A per l’ex Villareal. Sulla sponda interista del Naviglio invece sboccia il tanto atteso Lautaro Martinez, 21enne bomber argentino. A proposito di bomber: Piatek del Genoa non si ferma più, è sua la doppietta che stende il Frosinone allo Stirpe. E ora il polacco guida la classifica cannonieri con 8 centri. I ciociari invece, pur sconfitti, trovano finalmente la prima rete in questo torneo: la firma Ciano su rigore. Fiorentina-Atalanta 2-0 e un mare di polemiche per l’arbitraggio di Valeri che assegna un inesistente rigore alla Viola: clamorosa simulazione di Chiesa. Veleni tra i due club e i due allenatori Gasperini e Pioli. Cose da pazzi che nemmeno la Var riesce a evitare. Ma allora a che serve la Var se poi succedono queste cose? Tornando agli attaccanti, il primo gol di Zaza dal suo ritorno in Italia lancia il Torino al Bentegodi contro un Chievo sempre più in crisi. Ballano, e molto, le panchine di Longo (Frosinone) e D’Anna (Chievo). Al contrario, si consolida la panca di Pippo Inzaghi alla luce del 2-1 con cui il Bologna al Dall’Ara batte l’Udinese. Ancora a segno il presunto oggetto misterioso Santander, 27enne attaccante paraguaiano. Mentre a Parma segna sempre lui: Gervinho, autore del gol vittoria con l’Empoli al Tardini. In terra emiliana Gervais a 31 anni sta vivendo una seconda giovinezza dopo aver fatto bene in passato con le maglie di Arsenal e Roma. E non è finita qui, lo “spezzatino” si completa lunedi col “Monday Night” Sampdoria-Spal. Poi torneranno le Coppe europee da martedi a giovedi e venerdi 5 ottobre partirà l’8° di campionato con l’anticipo Torino-Frosinone. Prepariamoci dunque ad un’altra abbuffata di calcio.

Un sabato da paura

di FABIO CAMILLACCI/ Un sabato da paura, il sabato delle svolte? Ancora presto per dirlo. La Juventus all’Allianz Stadium batte 3-1 il Napoli e va in fuga verso l’ottovalante, ovvero l’8° scudetto di fila; la Roma all’Olimpico si aggiudica il derby contro la Lazio con identico punteggio, si rilancia verso l’alta classifica e soprattutto ritrova se stessa dopo un pessimo avvìo. I piatti forti della 7° di campionato non deludono le attese negli anticipi. Emozioni e spettacolo in attesa del resto del programma. Un sabato da paura ricco di spunti: la fiammata partenopea finalizzata da Mertens; la doppietta del forte, duttile e sportivamente cattivo “Super Mario” Mandzukic, il croato che risponde sempre presente alle chiamate di mister Allegri e che timbra sempre il cartellino; il guizzo del “figliol prodigo” Bonucci; il “settebello” Juve, 7° vittoria consecutiva per la capolista bianconera cingolata e +6 sull seconda; Lorenzo Pellegrini che imita Pastore segnando di tacco nella stessa porta dei precedenti due tacchi d’autore del “Flaco”. il gol dell’ex laziale Kolarov con un missile dei suoi nella stracittadina capitolina che esalta la Roma. Un sabato da paura.

La Juventus ribalta il Napoli. A Torino, gli azzurri sbarazzini ridisegnati da tempo con il modulo 4-4-2 dall’ottimo Ancelotti, partono a mille e al 5′ colpiscono il palo con Zielinski, poi al 10′ passano in vantaggio con Mertens. Spaventosa la reazione di Madama, da grandissima squadra. La doppietta di Mandzukic ribalta tutto, Bonucci mette il sigillo. Ma in tutte le reti bianconere c’è lo zampino di Cristiano Ronaldo. Altra nota saliente sul taccuino: al 58′ con i padroni di casa avanti 2-1, il Napoli resta in 10, espulso per doppia ammonizione Mario Rui. E ancora: nonostante l’inferiorità numerica, occasionissima per Callejon che al 70′ fallisce il 2-2 stoppato da uno strepitoso Szczesny. Il successo fa restare la Vecchia Signora a punteggio pieno; per i partenopei invece è la seconda sconfitta in campionato dopo il 3-0 rimediato a Marassi con la Sampdoria. Questa Juve fa paura e continua a lanciare segnali anche alle grandi d’Europa in chiave Champions League.

Estasi giallorossa. Dopo il brodino nel derby con i ciociari del Frosinone, una Roma convalescente guarisce all’improvviso e stende nettamente anche la Lazio nel derby della Capitale. Due derby vinti in una settimana e Di Francesco scaccia i fantasmi dell’esonero. Dopo il ritiro punitivo dunque, il tecnico romanista, in pochi giorni, ritrova magicamente la squadra semifinalista di Champions pochi mesi fa, seppur priva dei pilastri Alisson, Nainggolan e Strootman. Come spesso accade nel calcio, sono decisivi gli episodi: al 37′ uno spento Pastore è costretto a uscire per il solito problema al polpaccio. Dentro Lorenzo Pellegrini, impalpabile in questo inizio di stagione. E’ l’attimo della svolta, del destino. L’impatto del centrocampista giallorosso sulla partita è devastante: spacca la sfida con un tacco alla Pastore (due reti col tallone quest’anno per l’argentino contro Atalanta e Frosinone e sotto la Nord come Pellegrini) e disputa una gara monumentale. Il 22enne romano e romanista porta in vantaggio i suoi (nella foto LaPresse-Gazzetta.it la sua esultanza), si guadagna la punizione del 2-1 e calcia quella in cui Fazio di testa cala il tris. Altre note di merito per l’ex Sassuolo: si produce in un paio di recuperi difensivi a dir poco decisivi. E poi Kolarov: segna alla sua ex squadra sotto la Curva Sud, esulta sotto la tribuna Monte Mario e festeggia sotto la tribuna Tevere. Ignora la Curva Nord che un tempo lo incitava. Aleksandar “Magno” chiude così i conti con il suo passato biancoceleste. Esulta come un pazzo: alla faccia di chi non lo fa quando segna da ex. E la Lazio? La compagine di Simone Inzaghi, dopo una buona partenza, paga l’ingenuità difensiva di fine primo tempo in cui matura il vantaggio di Pellegrini; il centrocampo comincia bene, ma poi cala in qualità e intensità. Platonico alla fine il momentaneo pari del solito Ciro Immobile favorito da un grave errore di Fazio. Scherzo del destino, sono proprio gli “odiati cugini” giallorossi a interrompere la serie positiva biancoceleste arrivata al derby dopo 5 vittorie di fila, Europa League compresa. Al fischio finale la Roma fa festa con la sua gente, la Lazio si interroga sugli errori commessi.

 

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