TEMPI SUPPLEMENTARI 2.0/ Higuain non incide e il Milan stecca anche a Bologna riaprendo la corsa al quarto posto. Ora per la Champions può succedere di tutto con 8 squadre racchiuse in 5 punti

di FABIO CAMILLACCI/ Finalmente va in archivio il 16° turno di Serie A. La giornata più spezzatino che mai. A chiudere i giochi sono Bologna e Milan in uno stadio Dall’Ara ghiacciato. Lo 0-0 consente all’ex milanista Pippo Inzaghi di salvare la panchina: buon punto salvezza per i felsinei, mentre il “Diavolo” rallenta nella corsa al quarto posto. Bakayoko espulso, Higuain impalpabile. Una partita brutta, bloccata, con poche emozioni e poche occasioni da gol. I rossoneri allungano a +2 sulla Lazio sconfitta a Bergamo ma vedono avvicinarsi Roma, Atalanta, Sassuolo, Sampdoria e Fiorentina. Lo scrivemmo tempo fa e lo ribadiamo: è una corsa “ciapa no” quella al quarto posto, le squadre interessate fanno a gara a perdere punti tenendo tutto aperto. E’ infatti sempre più bagarre per l’ultima piazza utile che porta in Champions e per l’Europa League: 8 squadre racchiuse in 5 punti tra i 27 del Milan e i 22 della Viola e del Torino. In un torneo così può anche scapparci la sorpresa a fine stagione: un outsider in Coppa Campioni. A proposito di Europa League, dopo la clamorosa eliminazione milanista nella fase a gruppi con la sconfitta di Atene contro l’Olympiakos, ci si aspettava una reazione d’orgoglio che però non c’è stata; e in società Rino Gattuso rimane in discussione.

Il “Monday Night”

Nel gelo di Bergamo brilla la “Dea”: il posticipo del lunedi premia l’Atalanta di Gasp, Zapata stende una Lazio in crisi. Giallo finale con Var

di FABIO CAMILLACCI/ Il “Monday Night” della 16° giornata di Serie A, inguaia la Lazio. Nel gelo di Bergamo, finisce 1-0 per l’Atalanta: alla “Dea” basta il gol lampo dell’ottimo Duvan Zapata, anche se è stata una partita ricca di emozioni fino all’ultimo secondo. Al 92′ la Var annulla il pareggio di Acerbi per un fuorigioco millimetrico. Fa effetto veder usare la moviola in campo solo per certe situazioni e non per episodi ben più clamorosi. Ribadiamo: la Var usata come viene usata adesso non serve a nulla. Serve solo a castrare le esultanze, a spezzettare le gare e a rendere interminabili le partite con recuperi mostruosi. Gli arbitri italiani, con la storia del “protocollo” hanno centrato l’obiettivo di tornare determinanti e decisivi. A oggi, il direttore di gara incide più della tecnologia.

Corsa Champions. Il 6° centro stagionale in campionato dell’attaccante colombiano (nella foto Ansa-Gazzetta.it: Zapata abbracciato dai compagni), consente all’Atalanta di agganciare Roma e Sassuolo al 6° posto, e di portarsi pertanto a un punto dalla quinta piazza occupata dai biancocelesti. E martedi, neve permettendo, il Milan vincendo a Bologna può volare a +4 sulla Lazio e a +5 sul terzetto Atalanta, Roma e Sassuolo. In tal modo, i rossoneri consoliderebbero quel quarto posto che vale la Champions League. Rimane il momento difficile della squadra di Simone Inzaghi, allenatore un tempo molto elogiato e ora in discussione. Notevole l’involuzione di Immobile e compagni rispetto alla stagione scorsa: meno punti, meno gol segnati, più gol incassati. Una preoccupante inversione di tendenza: nelle ultime 5 partite, appena 4 punti per i biancocelesti. Certo, stasera, allo stadio Atleti Azzurri d’Italia, hanno deciso gli episodi; ma la Lazio resta una squadra con enormi lacune in tutti i settori del campo, anche per colpa degli interpreti. La rosa è corta per lottare su tre fronti, e molti protagonisti dell’anno scorso continuano a deludere: Milinkovic Savic e Luis Alberto su tutti. Ovvero due pezzi forti dell’ultimo calciomercato estivo: solo il presidente Lotito si oppose alla cessione. Soprattutto per il serbo Sergej, oggetto del desiderio di Real Madrid e Juventus, e per il quale il patron laziale ha rifiutato offerte importanti.

La domenica di campionato

Magia di Milik a Cagliari e il Napoli risponde alla Juventus. La Roma vince ma rimane malata, Di Francesco sempre sulla graticola. Bagarre per l’Europa

di FABIO CAMILLACCI/ Il Napoli non molla la presa sulla Juventus padrona. I partenopei passano per 1-0 a Cagliari con una magia di Milik all’ultimo respiro. Dunque, l’attaccante polacco, ancora una volta, si rivela l’asso nella manica di Carlo Ancelotti. Come a Bergamo contro l’Atalanta. Peccato per la palla gol fallita a Liverpool sempre negli ultimi minuti di gara: sarebbe stata la rete della qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Uno shock che gli azzurri oggi hanno parzialmente mascherato alla Sardegna Arena; senza l’invenzione di Milik sarebbe finita 0-0 e i sardi non avrebbero rubato nulla. Per dire che il Napoli non ha certo brillato, però si riporta a -8 dalla capolista e si conferma unica rivale credibile della Vecchia Signora.

La Roma batte 3-2 il Genoa all’Olimpico ma rimane malata. Lo ammette lo stesso tecnico Di Francesco: “Abbiamo vinto ma la squadra resta malata”. L’allenatore però è lui, se non ha la medicina giusta farebbe bene a dimettersi, visto che il club non ha la forza economica per cacciarlo (contratto rinnovato in estate fino al 2020 per 3 milioni di euro a stagione). Stasera, per il posticipo domenicale della 16° giornata di Serie A, di buono per i giallorossi ci sono soltanto i tre punti: squadra sulle gambe, moscia, senza gioco e in difesa fragile come un cristallo Swarovski. Una squadra sconnessa, pazza, senza equilibrio. Il tecnico cambia ancora una volta formazione e modulo, passando dal 4-2-3-1 al 3-4-3, il modulo magico della meravigliosa notte del 3-0 al Barcellona. Altri tempi, altro team, altri uomini. Adesso è caos tecnico-tattico totale. Schick bocciato e in panchina, attacco baby col 19enne Kluivert (splendido il suo sigillo), il 19enne Zaniolo (tra i migliori in campo) e il 21enne Under. Ogni volta che affondano i rossoblu fanno male a Olsen, paperona del portiere svedese sul primo gol dei grifoni firmato Piatek. Polacco come Milik, Piatek stacca di nuovo Cristiano Ronaldo e torna in solitaria in vetta alla classifica cannonieri con 12 reti (quasi più di tutti i gol segnati fino a oggi dagli attaccanti della Roma).

Polemiche arbitrali anche all’Olimpico. Nel finale oltretutto i giallorossi devono ringraziare l’arbitro Di Bello che non fischia un rigore per fallo di Florenzi su Pandev. Come a Torino nel “Derby della Mole” e altre volte in passato, vige il “protocollo arbitrale sulla Var”: niente ricorso alla tecnologia se non ci si trova davanti a un chiaro ed evidente errore. La moviola in campo però in precedenza era stata utilizzata per annullare giustamente il gol del 3-2 del Genoa di Prandelli. Considerazione: sono molte le similitudini col Roma-Genoa di 2 anni fa che precedette di poche settimane l’esonero di Rudi Garcia. Al momento Di Francesco resta ma i prossimi giorni saranno decisivi: la vittoria col Genoa non cancella certo il momento disastroso che sta vivendo la Roma. Non a caso in settimana è previsto un vertice a Boston col presidente Pallotta, sempre più contestato dalla piazza. Oggi la Capitale è stata tappezzata di striscioni con la scritta “Pallotta vattene” e allo stadio sono stati tanti i cori contro il patron romanista. Cori preceduti da 10 minuti di sciopero del tifo in polemica con la squadra.

Ammucchiata per l’Europa. Se in testa la Juve fa il vuoto, dal terzo posto in giù è bagarre. In attesa di Atalanta-Lazio e Bologna-Milan, punti importanti nella corsa all’Europa League per il Sassuolo che espugna Frosinone per 2-0 inguaiando i ciociari e il tecnico Longo. Il club laziale è diviso sul futuro dell’allenatore; decisive le prossime ore. Emiliani 6° in classifica a pari punti con la Roma. La Sampdoria centra un altro successo: 2-0 al Parma a Marassi. Ancora a segno l’eterno Quagliarella, 9° centro stagionale per lui. Dopo una lunga astinenza ritrova la vittoria la Fiorentina che si aggiudica per 3-1 il derby con l’Empoli al Franchi; prima battuta d’arresto sulla panchina empolese per Iachini. In tema di lotta salvezza, a Ferrara Spal e Chievo si dividono la posta: 4° pareggio di fila per Di Carlo da quando ha preso la guida dei clivensi. Insomma, nonostante le apparenze, il campionato è ancora vivo su tutti i fronti.

 

Commenta per primo

Lascia un commento