Sul dramma migrazione l’Europa regala all’Italia solo belle parole

Mentre nei porti italiani continuano gli arrivi di navi di mezzo mondo che sbarcano migranti di ogni provenienza, raccolti davanti alle acque territoriali della Libia, nel vertice preparatorio del G20 a Berlino i leader europei tessono elogi all’Italia ma ripetono generiche promesse di aiuto nell’assorbire i flussi migratori.

Il presidente del Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha detto: “Da molto tempo come Commissione siamo convinti che non possiamo abbandonare né l’Italia né la Grecia. Insieme dobbiamo compiere sforzi per sostenere l’eroico impegno di queste due nazioni”.

Macron. Il presidente francese Emmanuel Macron però distingue nettamente tra rifugiati  e migranti economici: “Il G20 affronterà le grandi sfide che si pongono ai nostri tempi. Stiamo vivendo un momento che non c’è mai stato. I rischi non sono mai stati così grandi, con gli Usa che si staccano dall’accordo di Parigi, le migrazioni, il terrorismo, il libero commercio. Dobbiamo discuterne tutti insieme. L’Europa deve essere coerente. Noi sosteniamo l’Italia; e la Francia deve fare la sua parte sull’asilo di persone che vogliono rifugio. Poi c’è il problema di rifugiati economici, e questo non è un tema nuovo: l’80% dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere”. Di questi non pare voglia interessarsi.

Merkel. “Aiuteremo l’Italia;  ci sta proprio a cuore questa necessità”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel. Niente di nuovo.

Rajoy. Il primo ministro spagnolo garantisce:  “Sull’immigrazione concederemo qualsiasi aiuto possibile all’Italia per evitare che si crei una situazione non più gestibile, drammatica”. Parole generiche.

Gentiloni. “L’Italia non si è mai sottratta ai propri impegni per soccorso in mare e accoglienza umanitaria e non intende farlo; ma chiede di discutere del ruolo delle ong, della missione di Frontex, delle risorse a disposizione per lavorare in Libia e negli altri Paesi africani, della possibilità di allargare i nostri programmi”, ha detto il presidente del Consiglio italiano, Gentiloni. Ed ha aggiunto: “Ho utilizzato anche questa occasione per rappresentare ai colleghi europei l’estrema preoccupazione per il rischio dell’accentuarsi dei flussi migratori negli ultimi giorni”.

Minniti.  Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in un incontro a Milano dedicato al tema “Governare l’immigrazione”, ha ribadito che  “quella dell’immigrazione non è una questione da dibattito politico quotidiano, la si può affrontare solo con un disegno complessivo, ma un dato è certo: su questa partita si gioca un pezzo fondamentale della democrazia, l’Europa lo gioca. Nei prossimi 20 anni l’Europa si gioca il suo destino in Africa. Che sarà sempre di più lo specchio dell’Europa, non dell’Italia”. Poi ha aggiunto: “Guardatevi da coloro che sul tema immigrazione esprimono ricette molto semplici, guardatevi da chi dice ‘arrivo io e risolvo per tutti’. Non è così. Il modo migliore per affrontare la questione è non subirla, ma tentare di governarla, e io di certo ci ho messo la faccia”.

Ma se l’Europa continua a regalarci solo parole o promesse di un po’ di soldi in più, Minniti rischia di rimetterci ben più che la faccia.

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