Strage di Erba, il legale di Olindo e Rosa: “Reperti distrutti. Non credo ai complotti ma qualcuno ha ostacolato e forse indirizzato le indagini”

di SERGIO TRASATTI/ Nuovo clamoroso capitolo della strage di Erba avvenuta l’11 dicembre del 2006 e per la quale sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, ritenuti responsabili dell’uccisione del piccolo Youssef Marzouk, di Raffaella Castagna, Paola Galli e Valeria Cherubini. A Radio Cusano Campus è andato in onda lo sfogo dell’avvocato Fabio Schembri. Uno dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, intervistato per “La Storia Oscura” da Fabio Camillacci ha detto: “E’ successo e sta succedendo un po’ di tutto: verbali sbagliati, intercettazioni ambientali scomparse, altre non messe agli atti, presunta manipolazione della memoria dell’unico superstite della strage di Erba, Mario Frigerio, dubbi sulla repertazione che ha portato a rilevare una piccola traccia di sangue trovata nella macchina di Olindo Romano, estenuanti rimpalli tra Procure. Ma la cosa più grave e più recente è la distruzione della gran parte dei reperti utili a far riaprire le indagini perchè contenevano le tracce dei veri assassini: reperti distrutti nell’inceneritore di Como prima che la Cassazione decidesse di dire no alla revisione del processo. Questo nonostante i provvedimenti delle Procure di Brescia e di Como che avevano sospeso la distruzione di quei reperti. Tutto ciò non solo è incredibile ma è inammissibile in uno Stato di diritto. Credo che una cosa del genere non sia mai accaduta nella storia della nostra Repubblica”.

I legali di Olindo e Rosa ora battono altre piste. Lo stesso avvocato Schembri a tal proposito ha aggiunto: “Fortunatamente ci sono altri reperti che siamo riusciti a far conservare presso l’università di Pavia e ora infatti chiederemo un accertamento tecnico su questi reperti rimasti. Ovviamente, ci auguriamo anche che tramite il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si possa fare chiarezza su questo e altri strani episodi che si sono verificati come la scomparsa di importanti intercettazioni ambientali. Oltre a questo abbiamo a disposizione altri elementi nuovi utili per dimostrare che Olindo e Rosa sono innocenti. Voglio infatti ricordare -ha concluso il legale di Olindo e Rosa- che i Ris di Parma hanno accertato che non solo sulla scena del crimine non ci sono tracce di Olindo e Rosa ma nemmeno nella casa dei coniugi Romano sono state rinvenute tracce di sangue delle vittime. Si dice, ‘però Rosa e Olindo hanno confessato’, ma la loro confessione è stata clamorosamente smentita dal dato scientifico che acquista maggior rigore soprattutto se c’è stata una confessione. Non credo ai complotti ma qualcuno ha ostacolato e indirizzato le indagini”. Dunque, dopo 12 anni e tre gradi di giudizio, il giallo continua.

Commenta per primo

Lascia un commento