SIMULAZIONE E RAZZISMO/ Dal caso Strootman alla vicenda Lulic: quando la Giustizia Sportiva perde la faccia. Dopo la brutta figura sull’olandese della Roma, tempi biblici per giudicare l’infelice frase del bosniaco laziale su Rudiger

strootman-lulic-derby-678x381di FABIO CAMILLACCI/ Forse vi sarete chiesti: “Ma perchè L’Altroquotidiano non ha trattato il caso Strootman?”. Se ve lo siete chiesti vi rispondiamo con questo articolo, mettendo al corrente anche chi non si è posto lo stesso interrogativo. La spiegazione comunque è molto semplice: abbiamo volutamente scelto di non parlarne, perchè prima di parlare o commentare vicende grottesche preferiamo attendere la fine della commedia. Perchè l’intera vicenda Strootman è da considerarsi grottesca, surreale, kafkiana, ridicola: dalla squalifica di due giornate per simulazione tramite prova tv (???), alla revoca del provvedimento, passando per le motivazioni della sentenza del Giudice sportivo. Sentenza, clamorosamente smentita, come era ovvio regolamento alla mano, dalla Corte di Appello Federale. Insomma: non ci sono parole, solo parolacce direbbe qualcuno. E la gestione dell’intero caso è stata l’ennesima dimostrazione che la giustizia sportiva non funziona. Un caso, quello Strootman-Cataldi, che noi domenica scorsa liquidammo come un normale episodio da derby Lazio-Roma. Cose di campo che possono starci. Forse l’arbitro Banti avrebbe dovuto limitarsi ad ammonire entrambi senza ricorrere al rosso per il laziale, ma è questione di lana caprina visto che il giocatore biancoceleste non era nemmeno in campo bensì in panchina.

La parola all’esperto. Per spiegare meglio, riportiamo quanto detto a caldo martedi 6 dicembre dopo la notizia della squalifica di 2 turni per l’olandese della Roma, da uno dei massimi esperti italiani di diritto sportivo: l’avvocato Mattia Grassani: “La squalifica di Strootman è una decisione che lascia perplessi, perchè pur dando atto dell’espulsione di Cataldi, il giudice non crede al rapporto causa-effetto tra lo strattone del giocatore della Lazio e la caduta di quello della Roma (nella foto in basso la strattonata di Cataldi a Strootman). Questo è l’unico motivo per giustificare le due giornate: il giudice si è spinto a definire ‘evidente simulazione’ la caduta di Strootman. In sostanza, il giudice dice che quella strattonata non è causa di quella caduta. E’ qui che sta il vulnus: il giudice valuta l’entità. Ma questo rischia di essere pericoloso perché a questo punto una qualsiasi causa, una mano appoggiata o una maglia tirata o qualsiasi altro contatto, come fa a essere interpretata come responsabile di un conseguente effetto? Credo che si snaturi l’istituto della prova televisiva, perché ogni episodio a questo punto può essere vivisezionato e sanzionato. E’ qui che i legali della Roma potrebbero fare appello, anche perché in questo caso il contatto comunque c’è stato, non è una simulazione”.

Grassani, come tutti gli esperti di diritto sportivo non si è sbagliato. Mattia Grassani in base alle motivazioni della sentenza di primo grado e all’evidenza dei fatti si era anche sbilanciato in previsioni in vista dell’appello: “La sanzione base per la simulazione a seguito di prova televisiva è di due giornate: la procedura di ricorso d’urgenza della Roma può portare a una cancellazione o a una conferma, non può esserci una riduzione. Fare un pronostico è difficile, ma credo ci siano le condizioni per l’accoglimento del ricorso”. Aggiungiamo noi che la prova tv non può essere applicata se l’arbitro vede e giudica l’episodio in questione. E infatti Banti ha visto espellendo Cataldi e ammonendo Strootman che aveva provocato il laziale lanciandogli un po’ d’acqua da una bottiglietta. Un gesto sicuramente da censurare e da non fare, che però non è considerato, giustamente, condotta violenta. Giusta l’ammonizione.

Dal caso Strootman allo scandalo Lulic. Qualche malizioso si è chiesto: “Ma non è che le due giornate di stop prima inflitte e poi tolte all’0landese sono soltanto servite a distogliere l’attenzione dal caso più grave di domenica scorsa e cioè le dichiarazioni razziste di Lulic? E se ci fosse lo zampino del presidente della Lazio Claudio Lotito che ha un peso politico importante in Figc da grande elettore del presidente Tavecchio?”. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina. Perchè Lulic non è stato ancora stangato dal Giudice sportivo come merita per aver dato in sintesi del “vu cumprà” al romanista Rudiger davanti alle telecamere? Dalla Procura Federale rispondono che “l’inchiesta è ancora in corso”. Inchiesta? E c’è bisogno di un’inchiesta? Basta riascoltare quello cosa ha detto Lulic e punirlo come merita (nella foto in alto: un contrasto tra Lulic e Strootman nel derby di domenica scorsa).

Caso Lulic, la parola all’esperto. Sulla vicenda del calciatore bosniaco della Lazio l’avvocato Mattia Grassani ha detto: “Il tema è molto delicato: può esserci deferimento, dichiarazioni lesive o comportamento a discriminazione razziale. A seconda dello scenario può cambiare la sanzione: nel primo caso se la potrebbe cavare solo con ammenda o 1 giornata di squalifica, nella seconda ipotesi le giornate di squalifica potrebbero essere 2 o 3, mentre nel terzo caso si salirebbe a 10 giornate, riducibili con comportamenti socialmente utili”. Questa è bella, tutto dipende da come sarà intepretata la frase, “Rudiger due anni fa a Stoccarda vendeva calzini e cinture, ora fa il fenomeno”. Questo perchè Rudiger alla vigilia del derby in un’intervista a Il Tempo aveva snobbato la Lazio dicendo di non conoscere nè la squadra nè il suo allenatore. Il nostro pensiero? Finirà tutto in una bolla di sapone come sempre accade in Italia e in particolare nel calcio italiano. La giustizia sportiva è lo specchio del Paese, anche peggio. Ecco perchè L’Altroquotidiano ha preferito attendere prima di esprimersi su tutto. A mente fredda si analizzano meglio certe storture del “Sistema”. Appuntamento a quando arriverà la sentenza su Lulic.

strootman

Commenta per primo

Lascia un commento