SERIE A, GLI ANTICIPI/ Higuain principe di Montecarlo evita alla Juventus la sconfitta nel derby col Toro: scudetto sempre più vicino. Mertens fa volare il Napoli nella corsa al secondo posto

di FABIO CAMILLACCI/ Le scorie degli impegni di Champions frenano ancora la Juventus capolista che comunque cade sempre in piedi. E così, dopo aver sofferto a Bergamo contro l’Atalanta vedendo però sfumare la vittoria negli ultimi minuti di gioco, la Vecchia Signora riesce a raddrizzare in “zona Cesarini” il derby col Torino mantenendo l’imbattibilità al fortino Stadium. D’altronde, anche se quello di Torino lo vince praticamente sempre la Juve, il derby è questo: sofferenza, resistenza fino allo stremo, capovolgimenti di fronte. Il Toro passa dall’esaltazione massima alla disperazione per aver buttato via l’occasione di vincere. La Juventus invece si risveglia dall’incubo grazie a Gonzalo Higuain, che al 92′ del secondo tempo, al 2° dei 4 minuti di recupero, pareggia i conti, mandando in frantumi il sogno granata. No Pipita no party: Allegri aveva scelto di farlo riposare dopo 24 partite giocate consecutivamente, ma alla fine come a Montecarlo serve l’attaccante argentino per rimettere le cose a posto.

L’ampio turn over di Allegri. In vista del ritorno della semifinale di Champions col Monaco (nonostante il 2-0 dell’andata), il tecnico juventino lascia fuori oltre a Higuain anche: Buffon, Pjanic, Alex Sandro, Chiellini e Dani Alves. L’allenatore bianconero lancia Rincon a centrocampo e rimette Mandzukic a fare il centravanti, con Sturaro in fascia. La Juve fa la partita ma nel secondo tempo sono i granata a passare subito in vantaggio: Ljajic si trasforma nel mago delle punizioni e lascia di sasso Neto con un gioiello che s’infila sotto l’incrocio dei pali. Poco dopo arriva l’episodio che cambia la partita, una costante nella fortunata stagione della Juventus: fallo di Acquah, già ammonito, che si becca il secondo cartellino e finisce sotto la doccia in anticipo. I granata protestano parecchio e Mihajlovic entra addirittura in campo per affrontare l’arbitro: espulso pure lui.

La zampata del “Pipita”. Assalto bianconero  nel finale di gara col Torino avanti 1-0; nei minuti di recupero Higuain segna l’1-1 con un diagonale che fa esplodere lo Stadium. Al Torino resta la soddisfazione di aver fermato la striscia di vittorie di fila dei bianconeri in casa (33) e di aver dato tutto, ma anche il rammarico di aver preso gol praticamente all’ultimo respiro. Attenzione però: se il Milan batte la Roma, Madama può festeggiare il 6° titolo di fila con 3 giornate d’anticipo.

Mertens si regala una doppietta: Napoli-Cagliari 3-1. Un compleanno da incorniciare per Dries Mertens: un compleanno da 30 e lode. Trent’anni oggi e trenta gol in stagione. Una doppietta del folletto belga stende l’arrendevole Cagliari nel primo anticipo della 35° giornata di Serie A. Il 3-1 del Napoli contro il Cagliari al San Paolo vale il secondo posto in solitudine in attesa del posticipo domenicale Milan-Roma. I partenopei hanno messo la freccia per il sorpasso, alla luce dei problemi giallorossi.

La partita di Fuorigrotta. Dopo due minuti Mertens porta avanti gli azzurri spianando la strada alla squadra di Sarri È sempre il belga a raddoppiare in avvio di ripresa e poi a servire ad Insigne il pallone del tre a zero. Il Cagliari ha prodotto davvero troppo poco, squadra già al mare: Farias all’ultimo istante salva la faccia alla compagine isolana segnando il gol della bandiera.

Tutti pazzi per Sarri. E’ un San Paolo innamorato quello che inneggia agli azzurri e regala uno striscione al miele  al tecnico con su scritto: “Fuoriclasse, uomo e campione vero. Sarri Pallone d’oro”. Non c’è più traccia di quella parte della tifoseria che dopo la sconfitta interna con l’Atalanta aveva messo nel mirino anche l’allenatore. Contro il Cagliari gli azzurri hanno regalato una spettacolare accademia: i gol potevano essere ben più di tre, a rendere ancora più impressionante il primato stagionale di gol segnati in A. Ora il Napoli, con 81 reti, ha lasciato la prima inseguitrice, la Roma, a 6 lunghezze.

Sarri gongola. L’allenatore campano che parla toscano si gode il momento e incassa i complimenti del d.g. della Juve, Marotta: “Faccio i complimenti a Sarri per la cultura che ha inculcato al suo Napoli: è uno spot per il nostro calcio”. Sarri però conferma la sua ruvida ritrosia a esaltarsi per una vittoria di tappa, anzi, non manca di sottolineare i difetti del suo Napoli: “Ringrazio Marotta per i complimenti, ma a livello di mentalità dobbiamo ancora crescere. Abbiamo fatto una partita di altissimo livello, dal punto di vista qualitativo, con però alcune cose che non mi fanno piacere: siamo stati leziosi in alcune situazioni e abbiamo regalato un gol, quindi c’è da migliorare ancora”.  Sarri poi sgombra il campo dai dubbi e dalle voci dicendo che resterà al Napoli: ” Il mio nome accostato a tante panchine? Mi piacerebbe andare via quando finirà il progetto, ma in questo momento non mi interessa sapere nemmeno a quali panchine mi accostino e non intavolerei nemmeno una trattativa senza prima parlarne con la mia società. Gli striscioni per me dei tifosi napoletani? Li ringrazio, mi hanno sempre fatto sentire il loro attaccamento”. E’ un Napoli lanciatissimo.

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