Se manca l’uomo per una nuova “svolta di Salerno”

di SERGIO SIMEONE– Nel ’44 il mondo era diviso in due, nazifascismo contro democrazia,  civiltà contro barbarie. Una delle frontiere era in Italia e si chiamava linea gotica. L’ Italia meridionale era stata liberata dal nazifascismo   ed erano rinati i Partiti … i  quali avevano subito cominciato a litigare. Soprattutto aspro era lo scontro tra i partiti di sinistra e la monarchia:  i primi volevano subito regolare i conti con il re, che nel ’22 aveva favorito l’ascesa del fascismo.

Così stavano le cose quando Togliatti arrivò in Italia dal suo esilio a Mosca. Ma voi siete pazzi, esclamò pressappoco il Migliore (scusatemi per la brutale semplificazione), abbiamo i tedeschi in casa  e noi stiamo qui ad azzuffarci come i polli di Renzo. Di fronte alla minaccia mortale che incombe sulla libertà e la democrazia bisogna essere tutti uniti. E detto ciò dichiarò che il Partito comunista sarebbe entrato nel governo del monarchico Badoglio. Questa decisione di Togliatti è passata alla storia come La svolta di Salerno.

Sono trascorsi più di 70 anni e di nuovo il mondo si trova  in presenza di  una fase di grande instabilità,  che mette a rischio la pacifica coesistenza tra gli uomini sul nostro pianeta, tanto che Papa Francesco parla di una terza guerra mondiale a pezzi. Le minacce sono cambiate, dalla degradazione dell’ecosistema  alla migrazione di popolazioni  dall’ Africa e dal Medio Oriente devastati da guerre e carestie,  al radicalismo religioso,  all’affacciarsi sulla scena di dittatori folli che brandiscono l’arma atomica .  E ancora una volta prendono piede movimenti che, alimentando la paura della gente,  vogliono dare alla crisi soluzioni autoritarie di stampo fascista. A dare forza a questi movimenti c’è il fatto nuovo e inquietante,  che gli Usa,  la più grande potenza economico-militare del mondo,  tradizionale bastione della democrazia,  sono governati  da un populista irresponsabile.

Anche questa volta, come 70 anni fa, una delle frontiere della lotta tra civiltà e barbarie si trova in Italia, investita in  pieno dal fenomeno migratorio e dove più forti che altrove sono divenuti i partiti cosiddetti populisti (che sarebbe più giusto chiamare plebeisti). Nel nostro Paese,  anche questa  volta, chi è meglio attrezzato sul piano dei valori  per fare da argine alle minacce sopra elencate sono i partiti di sinistra. Tutti i Partiti di sinistra, pur nella loro diversità, sono ecologisti, antirazzisti, pacifisti, laici, antifascisti.  Logica vorrebbe che almeno rispetto a quelle minacce che mettono a rischio le istituzioni democratiche venisse organizzato un piano comune, che sorgesse una specie di Cln, un Comitato di liberazione nazionale. Ma niente di tutto questo è alle viste: da un lato Renzi è rinchiuso nella sua miope  ed egoistica ambizione e dall’altro Fratoianni  è impegnato a difendere la purezza di Sinistra italiana, che diventa sempre più simile ad una setta di catari.

Ci vorrebbe un nuovo Togliatti  a fare un’altra svolta di Salerno. Ma dov’è un nuovo Togliatti? Vorrebbe provarci Pisapia, ma non ha la statura del Migliore né il suo carisma. Anzi mostra ogni giorno di più di avere le idee confuse. Chi ci salverà allora dal disastro annunciato?

Commenta per primo

Lascia un commento