Se in Sicilia c’è chi parla da leghista alla vigilia delle elezioni regionali

di GIOVANNI PEREZ – Scorrendo le varie notizie che appaiono a getto continuo sul web, mi sono imbattuto per puro caso in una intervista, in verità abbastanza “casereccia”, ad un certo Massimo Costa, definito dalla televisione di Agrigento come “ideologo” del movimento “Sicilia libera”. Durante una chiacchierata, durata una decina di minuti, ho sentito ripetere gli slogan della “Lega”, ovviamente aggiornati alla rovescia. «Basta con la Lombardia e altre regioni del nord che si “pappano”  tutti i soldi dello Stato compresi quelli destinati al Sud. Non solo, hanno anche la sfrontatezza di accusare i “terroni” di vivere alle spalle del Nord» e via di questo passo. Insomma un elenco di torti subiti dai siciliani che, si affermava, a questo punto ne hanno abbastanza e quindi vogliono  l’indipendenza come in questi giorni la vuole Catalogna. 
Insomma, par di capire, nel programma di “Sicilia libera” una “Repubblica di Trinacria”, un vecchio sogno che, sia pur inconsapevolmente, fa ritornare alla memoria la tragica stagione di Giuliano e la sanguinosa pagina della strage di Portella della Ginestra con la sparatoria sulla folla di lavoratori. Credo che una differenza tuttavia vada subito rimarcata: negli anni di Giuliano le doppiette sparavano facilmente. A manovrare il tentativo di secessione, del quale Giuliano era il braccio armato, secondo le indagini, erano stati i grandi feudatari terrieri terrorizzati dall’avanzare dei comunisti: quindi dalla prospettiva di vedersi confiscate le terre a favore dei braccianti. 
Oggi le prospettive sono diverse. I figli di quei proprietari terrieri, che giravano a cavallo per i campi con una doppietta sulla spalla,  studiano all’Università. Girano con la fuoriserie, e, lasciata perdere coppola e fucili , indossano un doppiopetto alla moda. Hanno imparato a  sfruttare la terra coltivando pomodorini, meloni ed altro: grazie a queste primizie ed alla loro eccellente qualità, le vendono al Nord a sui mercati di varie altre nazioni. Altro che secessione, quella al massimo va bene per allettare i disoccupati e per coloro che sperano di vivere facendo politica.

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