Sanguinosi scontri sul confine di Gaza per la “Marcia del ritorno”: uccisi 14 palestinesi, 1200 i feriti

Sono 14 i manifestanti palestinesi uccisi oggi nei violenti scontri con l’esercito israeliano lungo la barriera difensiva tra Gaza e lo stato ebraico in occasione della “Marcia per il ritorno” contro gli espropri compiuti dagli israeliani per estendere gli insediamenti dei coloni. Lo riferisce il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, citato dall’agenzia palestinese Maan, che parla anche di oltre 1.200 feriti. L’esercito israeliano ha calcolato in circa 17mila i manifestanti che “stanno lanciando bombe incendiare e sassi”. Gli scontri sono più cruenti sono avvenuti nei pressi del reticolato che divide Gaza da Israele.

L’esercito israeliano ha riferito che “sono migliaia i palestinesi in sommossa in sei luoghi lungo la Striscia di Gaza, bruciando gomme, lanciando sassi verso la barriera di sicurezza e verso le truppe israeliane che rispondono con mezzi di dispersione e sparando verso i principali istigatori”, e sostiene che “Hamas mette in pericolo le vite dei civili e le usa a fini terroristici, è responsabile dei disordini violenti e di tutto quello che avviene sotto i suoi auspici”.
L’esercito israeliano sottolinea di vedere “con grande severità ogni tentativo di far breccia nella sovranità israeliana o di danneggiare la barriera difensiva”. L’esercito ha poi spiegato di aver “imposto una zona militare chiusa tutto attorno alla Striscia in accordo con la situazione in atto. Con il rinforzo delle truppe, l’esercito, se necessario, è preparato a rispondere – ha continuato – ai violenti disordini programmati lungo il confine della Striscia”.

Il ministro della difesa Avigdor Lieberman ha avvisato in arabo, sul suo profilo Twitter, che “ogni palestinese che da Gaza si avvicina alla barriera di sicurezza con Israele metterà la propria vita a rischio”. L’avviso si riferisce alla situazione di tensione in corso alla frontiera con Gaza.

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