Salvini come ha convinto Di Maio sulla Rai? Semplice: con il “metodo Vespasiano”

di SERGIO SIMEONE –  Pare che i Cinquestelle abbiano accolto con gioia la notizia che i parlamentari di Berlusconi uniranno i loro voti a quelli dei parlamentari grillini nel dare via libera nella Commissione parlamentare di vigilanza alla designazione del giornalista ticinese Marcello Foa quale presidente della Rai.

Ma come avrà fatto Salvini a convincere Di Maio ad accettare i voti del cavaliere, con il quale a giugno si rifiutava di sedere allo stesso tavolo, tanto da prolungare il già lungo stallo nella trattativa per la formazione del governo? Semplice, con il “metodo Vespasiano”. L’imperatore romano, come sappiamo, rispose al figlio Tito – che lo criticava per il fatto che ricavava danaro dalla tassa sui cessi pubblici – facendogli annusare una moneta ricavata dalla riscossione di quella tassa ed esclamando la famosa frase pecunia non olet. Ebbene Salvini ha fatto annusare a Di Maio una scheda elettorale ed ha commentato: senti, non puzza.

L’astuto Salvini si è guardato bene dal fargli annusare Foa, perché è proprio lui a non emanare un buon odore (politico, s’intende). Autore di un blog omofobo, in cui si teorizza di un complotto della ideologia gender, ha ultimamente espresso disgusto anche per il presidente Mattarella, che, a suo dire, sarebbe al servizio degli operatori economici e dell’Europa e non dei cittadini italiani.

Ma in realtà, come può farsi impressionare da questo schiaffo al nostro Presidente chi, appena qualche mese fa, voleva sottoporlo ad “impeachment per alto tradimento”? Se però Di Maio è un po’ carente sul piano della sensibilità istituzionale dovrebbe riflettere almeno sul prezzo che Salvini ha dovuto pagare per avere i voti di Berlusconi: l’alleanza tra Forza Italia e Lega in Abruzzo e Basilicata alle prossime elezioni regionali. Oltre a sostenere un personaggio retrivo, quindi, solo perché espressione della Lega (come da manuale Cencelli) i  Cinquestelle stanno aiutando Salvini a rinsaldare quello schieramento di centrodestra che, non appena avrà raggiunto una adeguata massa critica, li scaricherà senza pietà.

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