RIECCO LE COPPE EUROPEE/ Parte l’assalto a Champions ed Europa League: il dominio spagnolo, le incognite inglesi e francesi, le aspirazioni delle squadre italiane

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Ai tempi del Feudalesimo erano usuali i banchetti luculliani organizzati dai ricchi signori. La singolarità era rappresentata dalla variegata fauna che si affollava ai loro piedi, composta da poveracci, cani e gatti cui riservavano i loro avanzi. Seppure il paragone può sembrare un po’ forte, l’attuale Champions League dà la stessa idea: un ricco desco apparecchiato per poche, solite, note con gli altri che si devono accontentare dei loro avanzi. Ed il futuro promette di accentuare il divario, perché la nuova formula, a partire dalla prossima stagione, garantirà più posti in pianta stabile alle solite note (Francia, Germania, Inghilterra Italia, Spagna), situazione voluta per evitare pericolosi scismi da chi voleva una Super Lega, di fatto accontentato ma sotto l’egida dell’Uefa con questa nuova formula. Intanto la corsa al coronamento del Sogno dalle Grandi Orecchie ricomincia e, al di là di quanto scritto sopra, i sogni possono permetterseli tutti.

Si riparte dal Real Madrid, campione pluridecorato. Dopo l’ennesima vittoria del Real Madrid (la dodicesima nella storia) nella scorsa stagione e l’altrettanto ennesima sconfitta della Juventus in finale (la settima su nove disputate), la presente edizione non può non partire nuovamente con i Blancos favoriti per la vittoria finale. Zinedine Zidane, ad onta delle perplessità iniziali sulle sue capacità di guidare un team come quello degli spagnoli, ha dimostrato sicuramente di avere la personalità giusta ed il buon senso di lasciare all’estro dei suoi giocatori, Cristiano Ronaldo in primis, il conseguimento dei risultati.

Le altre grandi d’Europa hanno fame di trionfi. Voglie di riscatto agitano il Barcellona: dopo l’impossibile rimonta contro il Paris ST Germain, ma l’eliminazione successiva da parte della Juventus, i Blaugrana devono dimostrare di non aver imboccato il sunset boulevard sia da punto di visto “politico” (lo “scippo” di Neymar proprio da parte dei francesi del PSG), sia tecnico, affrontando in questo secondo caso subito la Juventus del loro castigatore Dybala. In chiave tedesca, comprimarie le altre, il Bayern Monaco di Carletto Ancelotti è chiamato a dimostrare di non essere vincente solo in casa (un po’ come i bianconeri), potrebbe essere questa la stagione delle inglesi. È dalla vittoria del Chelsea ormai cinque anni fa che i figli di Albione sono scivolati al ruolo di comparse, quest’anno partono, però, agguerriti, con il Manchester United del ritrovato Mourinho, il Chelsea di Antonio Conte, il Manchester City di Pep Guardiola, a dire tra il meglio in circolazione in chiave tattica e organizzativa. Detto delle ambizioni del Paris ST Germain di O’ Ney, ma la Storia dice che i francesi inventori della Coppa hanno vinto una sola volta, con l’Olympique Marsiglia nel 1993, agguerrito è anche il nostro contingente.

Le italiane in campo. Della Juventus, della sua voglia di riscatto e di volersi liberare della maledizione delle finali abbiamo già detto, l’assalto sarà più deciso ancora con il peso specifico di campioni quali Matuidi e Douglas Costa, soprattutto con un Dybala più maturo e sempre più in ascesa verso i livelli di Messi e Ronaldo. Anche se non ci è ancora riuscito con una vittoria in campionato, il Napoli di Sarri si presenta al proscenio europeo con le credenziali giuste per meravigliare, con un gioco di respiro internazionale, che avrà il suo banco di prova, e la definitiva consacrazione in caso di esito positivo, nel doppio confronto con il City di Guardiola. Difficile, invece, il ritorno della Roma: orfana di Totti, e andato via Spalletti, ai giallorossi è toccato il girone invero più complicato, con Chelsea e Atletico Madrid che non rappresentano certo passeggiate della salute, ma la rinnovata squadra ora di Di Francesco, comunque, ha le possibilità di ben figurare.

Dalla Champions all’Europa League. Importante e, speriamo vincente, potrebbe rivelarsi anche l’Europa League: il Milan potrà mettere in campo la forza di un eccellente organico (da assemblare, però) e il peso di un blasone europeo all’altezza dei più grandi, per cui ha l’obbligo di puntare alla vittoria finale di una coppa che manca da sempre alla bacheca rossonera, mai vincitore in questa competizione, e da una vita all’Italia (era ancora Coppa Uefa, il Parma nel 1999). Vincere l’Europa League, oltre al prestigio, schiuderebbe anche le porte della Champions League che da sempre i rossoneri ritengono la loro casa. Non dovrebbe avere difficoltà iniziali la Lazio, più difficile per l’Atalanta, due squadre che con il loro gioco, però, potranno costituire la sorpresa del torneo.

*Storico dello Sport

 

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