REFERENDUM. I vertici Pd, fedeli a Renzi, respingono l’aut aut della sinistra (o si cambia subito l’Italicum o votiamo NO)

di LUCA DELLA MONICA – I fedelissimi di Matteo Renzi rispondono all’ultimatum della sinistra Pd sul referendum (“o si cambia prima la legge elettorale Italicum o votiamo no sulla riforma costituzionale”) sostenendo che questa condizione non è realizzabile e quindi ritengono che gli esponenti della minoranza del partito hanno già deciso che voteranno No. “Sarebbe un suicidio – afferma il capogruppo Pd della Camera, Rosato, provare a cambiare l’Italicum da soli prima del referendum o prima di una pronuncia della Consulta, dal momento che M5s e Fi hanno detto No e nello stesso Pd vengono proposti numerosi modelli diversi”. “Se il Pd si spacca – minaccia il capogruppo Pd in Senato, Zanda – vincono destre e populismi”.

Ma il tardivo appello dei vertici, stavolta, sembra proprio non commuovere la sinistra. “L’hashtag #staisereno – afferma il senatore Federico Fornaro (uno dei dieci parlamentari pronti al NO),  citando le parole che Renzi rivolse a Letta prima di sostituirlo al governo – può essere usato una volta sola. Noi chiediamo adesso che il Pd assuma un’iniziativa chiara e percepibile sulla legge elettorale, che è il cuore di ogni democrazia”. In somma Renzi non deve rifugiarsi dietro la furbata di promettere il cambiamento della legge elettorale e poi rimangiarselo dopo aver indotto la sinistra del suo partito a sostenere il Sì a una riforma che mortifica la logica e la coerenza normativa oltre che la Costituzione. Si sa che Renzi, quanto a promesse, non è certo avaro, pronto, poi, a rinnegarle.

Speranza e CuperloRicordiamo che le voci che si sono fatte sentire l’altro giorno a nome della minoranza del Pd sono quelle di Gianni Cuperlo e Roberto Speranza.

Cuperlo dice: «Ho scritto dieci giorni fa su l’Unità per chiedere di aprire subito la discussione su una nuova legge elettorale che raccolga in Parlamento una maggioranza larga che coinvolga nel confronto le opposizioni. Per quanto mi riguarda cercando la condivisione con le forze del centrosinistra che abbiamo in mente. Modificare l’Italicum è necessario. Ma insieme – sottolinea Cuperlo – si dica con chiarezza quale disciplina eleggerà i futuri senatori. Si chiarisca come dare corso alle norme sui referendum, su come accorpare le regioni superando anche anacronistiche specialità. Si montino i cardini dei futuri regolamenti parlamentari anche a tutela delle opposizioni. Si prenda atto che serve uno scatto e una svolta nella fatica di non rompere il Paese. Lo si faccia adesso o la scelta nell’urna non potrà che opporsi a un modello nell’insieme gravemente sbagliato».

Dello stesso tono ciò che afferma Speranza a “la Repubblica”: «Se il Pd non prenderà un’iniziativa seria di modifica dell’Italicum, la minoranza Pd voterà No al referendum costituzionale di ottobre». E a loro volta i senatori Federico Fornaro e Carlo Pegorer: «La minoranza del Pd non si comporta come un partito nel partito né tantomeno come una forza di opposizione. In Parlamento abbiamo votato la riforma costituzionale e non abbiamo partecipato al voto sull’Italicum. La legge elettorale è il cuore di ogni democrazia. Non da oggi, con coerenza e con proposte di legge, abbiamo chiesto al Pd di assumere prima del referendum una iniziativa chiara, forte e percepibile ai cittadini sulla modifica dell’Italicum e sulla nuova legge per l’elezione dei senatori. Ci attendiamo quindi un gesto di serietà politica da parte del segretario Renzi. In caso contrario, non potremmo che trarne le conseguenze nel voto al referendum».

La ministra Maria Elena Boschi (unica voce che le emittenti della Rai, dopo il cambio di direttori, fanno sentire!) non sembra intenzionata a cedere e, parlando in provincia di Cuneo, fa solo qualche pallida concessione alternata alla solita bugia:  «Abbiamo lavorato nel solco che i padri costituenti ci hanno lasciato. Ora è giusto che siano i cittadini a decidere. La riforma non è perfetta, lo sappiamo. Qualcosa si può anche perfezionare dopo, ma il no sarebbe drammatico. Occorre dire sì per aver un Parlamento che decide e lo fa in tempi certi, per approvare le leggi che servono, quando servono».

Sul fronte del centrodestra, intanto, Stefano Parisi,  ribadisce che Forza Italia è contro la riforma Renzi-Boschi-Verdini, con l’intenzione di lanciare, dopo la bocciatura referendaria,  un’assemblea costituente che faccia  una riforma condivisa.

Dal Movimento 5 stelle arriva la notizia che  Alessandro Di Battista parte per il suo tour in scooter attraverso l’Italia per promuovere le ragioni del No. «Mentre gli esponenti della Casta se ne andranno in vacanza per quasi un mese e mezzo, noi saremo accanto ai cittadini e porteremo avanti, in tutte le piazze d’Italia, attraverso una campagna denominata #iodicono Costituzione coast to coast’, le ragioni per votare no al referendum costituzionale d’autunno», annuncia il Movimento con un post sul blog di Beppe Grillo. «Ad agosto i parlamentari M5s saranno nelle piazze per promuovere il No alla consultazione e, a supporto della campagna, è da oggi on line – si legge nel post – il sito www.iodicono.it, con materiale e calendario delle iniziative M5s per il No». La campagna M5s, viene spiegato, culminerà il 24 e 25 settembre a Palermo, con Italia 5 Stelle, «dove ci vedremo tutti insieme per ribadire le ragioni del no al referendum, per informarvi di tutti i nostri risultati e le battaglie vinte nell’ultimo anno in Parlamento e per tante altre sorprese».

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