PUNTI DI VISTA/ Quali rischi se Salvini e Di Maio bluffano

di SERGIO SIMEONE

Non è il caso che aggiunga la mia esecrazione per il caso” Diciotti” a quella già espressa da personaggi ben più autorevoli di me (da Fico a Cacciari a Saviano a Travaglio). Quello che vorrei sottolineare è invece la protervia con cui i nostri governanti sono andati allo scontro con la Commissione europea. Protervia, innanzitutto,  non giustificata dai fatti: è assurdo oggi pretendere la ricollocazione dei nostri migranti in Europa quando ormai gli arrivi in Italia sono inferiori a quelli di altri Paesi  europei, come la Spagna e la Germania, e ridotti ormai ad una quantità assolutamente gestibile.

Ma la protervia appare inopportuna anche alla luce di un’altra circostanza: tra meno di un mese il governo italiano dovrà preparare il Documento economico e finanziario e chiedere il placet della Commissione. Ebbene come potranno Salvini e Di Maio ed il presidente Conte, dopo aver dichiarato, i primi che non verseranno il  contributo al bilancio europeo ed il secondo che sta pensando di porre il veto al bilancio europeo,  chiedere un po’ di comprensione se sforeranno il deficit e continueranno ad aumentare il debito pubblico?

La incongruità di questi comportamenti  è tale che non   può non venire un sospetto: che questo scontro sia stato creato di proposito. Mi spiego: i due, non potendo dare una risposta convincente sulle questioni più urgenti sul tappeto (dalla TAV alla TAP, all’ILVA) stanno per arrivare ad un altro impasse, quello decisivo,  l’impossibilità di allestire un documento finanziario che contenga tutte le promesse fatte in campagna elettorale rispettando al tempo stesso i parametri europei. Come uscirne? Creando un clima di scontro con l’Europa in modo da gettare sulla rigidità europea, motivata anche da rancore verso un Paese che ha scelto liberamente di esser governato dai partiti non succubi dei tecnocrati, la responsabilità dei fallimento dei loro obiettivi.

Ma per la riuscita di questo piano ci vogliono due condizioni: 1. una grossa dose di cinismo e di irresponsabilità, perché si  mette a rischio la stabilità politica ed economica non solo dell’Italia ma  di tutto il  Continente;  2. la credulonità degli italiani, convinti, ancora una volta, di aver trovato finalmente gli uomini della Provvidenza. Io penso purtroppo che entrambe le condizioni ci siano. Ma al tempo stesso spero di aver preso una grossa cantonata

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