PRIMARIE USA. Doppia sorpresa in New Hampshire: vincono Sanders e Trump, “risorge” Bush

Sanders festaLe primarie del New Hampshire – come ampiamente anticipato dai sondaggi e in contrasto con quelle dello Iowa – hanno attribuito la vittoria a Donald Trump in campo repubblicano e a Bernie Sanders in campo democratico. Qui il risultato è clamoroso perché il candidato socialista (che, nella foto, festeggia con accanto la moglie) distanzia di 20 punti la ex first lady.

Inoltre tra i repubblicani c’è una una doppia sorpresa: la “resurrezione” di Jeb Bush da una parte e il tonfo del suo ex pupillo Marco Rubio dall’altra. L’ex governatore della Florida (figlio e fratello di due ex presidenti Usa), autore finora di una campagna elettorale incolore che lo ha relegato in fondo a tutti i sondaggi, si rende protagonista di un clamoroso testa a testa per il terzo posto con l’ultarconservatore Ted Cruz, che aveva vinto nello Iowa. Un duello fino all’ultimo voto dietro all’altra rivelazione di queste primarie repubblicane: il governatore dell’Ohio John Kasich, che finisce secondo alle spalle del tycoon newyorchese.

“La campagna non è morta”, esultano al quartier generale di Bush. E forse, più della vicinanza della madre Barbara che negli ultimi giorni non lo ha mollato un minuto, a costruire questa piccola-grande vittoria di Jeb è stato lo scivolone di Rubio. Il giovane senatore di origini cubane ha pagato a caro prezzo – con un quinto posto – l’ultimo disastroso dibattito televisivo, che ha messo a nudo molte delle sue vulnerabilità.

La sfida di Jeb ora, in vista delle primarie nel sud del Paese – è quella di ricompattare l’establishment del partito repubblicano attorno alla sua candidatura, per convincerlo a lasciare al suo destino proprio Marco Rubio, su cui molti avevano puntato nelle ultime settimane. E imponendosi come l’unico moderato che può vincere la nomination repubblicana impedendo che finisca nelle mani di due “estremisti” come Donald Trump e Ted Cruz. Anche se dovrà fare i conti con l’altro moderato venuto alla ribalta in New Hampshire: John Kasich.

Sul fronte democratico la sconfitta subita da Hillary Clinton non è da poco. I sondaggi non lasciavano sperare in una vittoria, ma l’obiettivo dell’ex first lady era quello di limitare i danni. L’operazione non è riuscita, e ora si pensa alla rivincita in South Carolina a fine febbraio e nel Supertuesday del 1° marzo, giorno in cui si voterà in una decina di stati, molti dei quali considerati roccaforte dei Clinton.

“Mi congratulo con il senatore Sanders – ha detto Hillary ammettendo già ai primi risultati la sconfitta – ma sono io che rappresento la vera svolta. So che ho molto lavoro da fare, e lavorerò più di ogni altro, lotterò per ogni voto. E alla fine vinceremo insieme la nomination e queste elezioni”, ha concluso davanti ai suoi fan. Accanto, sul palco, il marito Bill e la figlia Hillary.

Intanto i vertici del Grand Old Party esultano, definendo la sconfitta di Hillary – l’avversaria più temuta – “devastante”. La vera festa però è nella cerchia di Sanders. Che dice: “Vinceremo in tutto il Paese, perché la gente vuole il vero cambiamento”.

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