Prima sperimentazione positiva di un vaccino “universale” contro i tumori

San Marino Buon Albergo (VR) 25-10-2005 analisi del sangue prelevato dai polli nel laboratorio d'analisi dell'azienda AIA leader nella produzione e commercializzazione dei polli (foto Marco Bruzzo/D-Day/Ansa)

Primi esiti positivi nella sperimentazione su tre pazienti, tutti con melanoma in stadio avanzato, di un vaccino potenzialmente ‘universale’ contro i tumori. Ideato da esperti dell’università Johannes Gutenberg a Mainz, il vaccino è costituito da una capsula di molecole di grasso e contiene un ‘cuore genetico’, un piccolo Rna su cui sono scritte le ‘istruzioni’ per attivare le cellule del sistema immunitario del paziente a sferrare una forte risposta immunitaria contro il tumore.

Secondo quanto riferito sulla rivista Nature, la sua unicità sta nel fatto che il vaccino funziona in maniera semplicissima e induce una forte reazione immunitaria: iniettato endovena, infatti, raggiunge i distretti immunitari del corpo (milza, linfonodi, midollo osseo) dove attiva una forte risposta immunitaria contro il tumore, sostenuta nel tempo.

“Per ora – spiega all’ANSA Ugur Sahin, ricercatore che ha condotto il lavoro – abbiamo ancora una evidenza clinica limitata, poiché abbiamo testato il vaccino su soli tre pazienti. Comunque questi sono rimasti stabili, il che significa che i loro tumori hanno smesso di crescere dopo la vaccinazione e per tutto il periodo di osservazione”. “Nel 2017 – anticipa Sahin – testeremo il vaccino su altri pazienti con diversi tipi di tumore”. Potenzialmente, quindi, si tratta di un nuovo metodo di vaccinazione universalmente applicabile a diversi tumori (cambiando il ‘contenuto della capsula a seconda del cancro).

Bisogna però essere cauti perché il dato clinico è al momento ancora troppo preliminare. Il segreto di questo vaccino sta, dunque, nella capsula di ‘goccioline’ di grasso con cui viene veicolato. La capsula, infatti, raggiunge spontaneamente i distretti immunitari del corpo del paziente e, una volta giunta a destinazione, viene ingoiata dalle cellule dendritiche che poi leggono le istruzioni in essa contenute – l’Rna – e le traducono in un ”antigene tumorale specifico”, una ”etichetta” molecolare che direziona le difese immunitarie in maniera mirata contro il tumore. La risposta immune scatenata è molto forte.

Il carattere di potenziale universalità del vaccino risiede nel fatto che l’Rna inserito nella capsula è intercambiabile a seconda del tumore, così da essere tradotto in un antigene tumore-specifico. Gli esperti hanno prima dimostrato l’efficacia del vaccino sui topi con diversi tipi di cancro; successivamente hanno iniziato i test sull’uomo, concentrandosi inizialmente sul melanoma. Testato su tre pazienti in stadio avanzato di malattia, il vaccino, già a basse dosi, si è mostrato capace di dare avvio a una forte risposta immunitaria.

Il prossimo passo della ricerca, dunque, sarà modificare il cuore del vaccino con nuovi Rna antigenici e testarlo su pazienti con diversi tumori.

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