Prima intesa sottoscritta tra sindacati e governo su pensioni anticipate e ritocco della 14° mensilità

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini (S), durante l'incontro governo e sindacati sulle misure previdenziali da inserire nella manovra di bilancio  a Roma, 12 settembre 2016. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Foto di Massimo Percossi per Ansa

Governo e sindacati hanno raggiunto un primo accordo sull’introduzione nel sistema pensionistico di alcuni interventi che dovrebbero contribuire a superare alcuni deficit che riguardano soprattutto l’età per poter smettere di lavorare e alcune sperequazioni manifestatesi negli anni. In particolare l’intesa riguarda la possibilità e i relativi oneri da sopportare per poter anticipare l’uscita dal lavoro. E’ stato perciò firmato  un verbale di cinque pagine in cui sono identificate le misure che saranno messe in campo nei prossimi tre anni, fra le quali l’Ape (Anticipo pensionistico), il trattamento per i cosiddetti “lavoratori precoci” (cioè coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età),  e l’estensione o l’aumento della quattordicesima per i pensionati con i redditi più bassi.

ECCO ALCUNI DETTAGLI.

Lavoratori “precoci” – Per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni l’uscita sarebbe anticipata al raggiungimento dei 41 anni di contributi se si appartiene alle categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e chi ha svolto attività gravose. Sarebbe quindi questa la soluzione trovata per i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età.

Assegno ‘minimo’ per accesso ad Ape – Per accedere all’Ape, l’anticipo pensionistico su base volontaria, bisognerà avere maturato una pensione “non inferiore a un certo limite”.  Il limite minimo non è stato ancora identificato.

Quattordicesima mensilità – La quattordicesima sarà estesa  ai pensionati con redditi complessivi personali fino 1.000 euro al mese. Si tratta quindi di quasi 1,2 milioni in più rispetto alla attuale platea di beneficiari. La cosiddetta quattordicesima, adesso riconosciuta ai pensionati con redditi complessivi personali fino a 750 euro mensili, sarà estesa anche a coloro che hanno redditi fino a mille euro al mese (2 volte il trattamento minimo). Per coloro, 2,2 milioni, che hanno già il beneficio l’importo sarà aumentato, ma non è ancora stato definito il rialzo in base agli scaglioni di contributi versati. Nel complesso per l’aumento di chi già riceve la somma aggiuntiva si spenderà il 30% dello stanziamento dedicato a questo capitolo.ato nel browser.

I COMMENTI – Sulle pensioni “si è fatto un buon lavoro, ma non è ancora concluso”, ha commentato il segretario generale della Cgili, Susanna Camusso, spiegando come, in particolare, sia risultata positiva la distinzione tra lavori, privilegiando nell’uscita chi ha svolto attività più faticose.   Il segretario Uil. Carmelo Barbagalloi ha detto: “I sei miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma. Si guarda allo stanziamento con la lente rivolta alla fase successiva”. Insomma, aggiunge, “la discussione continua”. Il segretario generale della Cisl, Annamaria Forlan fa notare che “dopo tanti anni i pensionati vedono un po’ di giustizia. Questo non significa che ci accontentiamo: la nostra piattaforma è nella nostra testa e nei nostri cuori”. Quindi per Furlan “il lavoro va avanti, restano ancora tante cose da fare”, ma quello di oggi “è un buon risultato”.

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