Previsioni del Fondo Monetario sull’Italia: Pil in calo, occupazione in aumento. Spread a 303 punti base: il ministro Savona non si allarma, però teme le direttive dell’UE

Il Fondo Monetario Internazionale fa previsioni in “bianco e nero” sull’Italia: incoraggianti quelle sull’occupazione, pessimistiche quelle sullo sviluppo. Partiamo da queste ultime: il Pil (Prodotto interno lordo) cresce dell’1,2% nel 2018 e dell’1% nel 2019, in calo rispetto al +1,5% del 2017. E’ la crescita più bassa fra i Paesi dell’area euro, nonostante la revisione al ribasso delle stime anche per Germania e Francia. Invece confortante è la previsione sul fronte del lavoro: la disoccupazione diminuisce dall’11,3% del 2017 al 10,8% di quest’anno, e per il 2019 si prevede il 10,5%.

Anche il debito pubblico è atteso in calo dal 131,8% del 2017 al 130,3% del pil quest’anno e al 128,7% del pil nel 2019, fino al 125,1% nel 2023. Il deficit è atteso scendere dal 2,3% del 2017 all’1,7% nel 2018 e nel 2019, per attestarsi al 2,2% nel 2023.

Però ieri si è registrata un’alta tensione ieri sui mercati, dopo la lettera della Commissione Ue che ha richiamato l’Italia sui numeri della nota di aggiornamento al Def. Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 303 punti base dai 285 della chiusura di venerdì scorso, dopo aver sfiorato nel corso della seduta quota 310.

Chiusura pesante anche in Borsa. A Milano a soffrire, in particolare, le banche con il Mib in ribasso del 2,43% a 19.851 punti. E, appesantiti dalla Borsa di Milano, i listini europei hanno terminato anch’essi in negativo. Ma, secondo il ministro Paolo Savona (nella foto) la reazione dei mercati alle notizie sulla manovra economica del governo è da considerare moderata: “è stata superata la prova”, ha affermato, mentre per quanto riguarda le direttive europee sostiene che se venissero applicate sarebbe come andare a “sbattere contro un iceberg”.

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