POLITICA BALNEARE/ Le due diverse strategie di Salvini e Zaia sulle spiagge

di GIOVANNI PEREZ – Mentre il ministro Salvini, in nome dell’ordine e della sicurezza, conduceva la sua campagna di «bonifica» delle spiagge dai «vu cumprà», il suo collega di partito, il leghista Zaia, governatore del Veneto – stimando probabilmente che sia in via di esaurimento a Venezia la falda aurea del Mose (a quanto pare per la sua continua manutenzione richiederebbe un investimento annuo miliardario) – non ha trovato di meglio, per risolvere il problema della sovvenzione ai Comuni, che dare in affitto le spiagge venete sino all’ultimo centimetro, compresa la battigia, che, se ben ricordo, la nostra Costituzione ricomprende tra i beni inalienabili. In compenso, ribattono i sostenitori di Zaia, alcuni spazi di spiaggia sono stati riservati ai “non paganti”, omettendo peró di precisare che si tratta generalmente di minuscoli lembi di arenile spesso privi di qualsiasi servizio.

Il risultato finale però si sta rivelando un boomerang: gli italiani stanno progressivamente abbandonando le spiagge venete, ormai dominio di russi, slovacchi, albanesi, con un crollo del mercato immobiliare. Gli italiani tendono infatti più a vendere che a comperare mentre i cittadini dell’Est non sono ancora così benestanti da permettersi il lusso di acquistare una seconda casa per le vacanze.

Commenta per primo

Lascia un commento