PIPITA D’ORO/ Nuovo sgarbo di Higuain al Napoli e la Juve sbanca il San Paolo. Prima caduta per i partenopei, “Madama” è viva. La Roma scopre la Var a favore e batte la Spal

di FABIO CAMILLACCI/ La Juventus passa al San Paolo e ora il Napoli sente il fiato sul collo dei bianconeri e rischia di subire il sorpasso a opera dell’Inter che domenica riceve il Chievo al Meazza. La Roma liquida la Spal e avanza. Il campionato così è ancora più bello, almeno nelle zone alte della classifica. Primo lunghissimo “spezzatino” per la 15° giornata: apertura venerdi con due partite, chiusura lunedi con altre due gare. Nel big-match di Fuorigrotta, alla fine sorride sempre lui, Gonzalo Higuain, con quella faccia un po’ così, tra lo strafottente e il soddisfatto. La mano che ha tenuto in apprensione i tifosi della Juve non ha impedito all’attaccante argentino di segnare ancora al San Paolo da juventino: 5 reti tra campionato e Coppa Italia. Che lo fischino pure: lui risponde coi gol. Quello di stasera poi è pesantissimo, perché permette alla Vecchia Signora di riportarsi a -1 dal Napoli capolista. Napoli che cade per la prima volta dopo 12 vittorie e 2 pareggi.

La Juventus certe partite raramente le sbaglia. Colpo grosso in casa del “nemico”, cui stavolta il bel gioco e il possesso palla non bastano per evitare la sconfitta, per di più con il “Pipita” operato alla mano sinistra lunedì scorso (e in campo con una fasciatura), senza Mandzukic (out per un problema al polpaccio nell’ultimo allenamento) e con Cuadrado e Bernardeschi acciaccati. Madama si è ritrovata: è nel suo dna farlo, soprattutto nei momenti difficili. Juve solida, concentrata, quadrata e letale nelle ripartenze. Alla faccia di Dagospia che in settimana ha scritto di un duro litigio tra i senatori della squadra e gli stranieri. A volte, la tensione, se veramente c’è, fa bene alle squadre: la Lazio di Maestrelli che vinse lo scudetto nel 1974 era una compagine in cui i calciatori litigavano tutta la settimana, arrivavano anche alle mani. In campo però spariva tutto e vincevano. Un concetto ribadito da Allegri nella conferenza stampa della vigilia. Già, Allegri. Stasera il tecnico bianconero ha dato una lezione di tattica al tanto incensato Sarri; eccessivamente incensato.

Cose belle e cose brutte del match del San Paolo. Perfetto l’arbitraggio di Orsato, senza l’aiuto dell’orrida Var. Bello il gol di Higuain. Bella la prestazione del fin qui spento Douglas Costa. Strepitosa la parata d’istinto di Reina su tiro al volo di Matuidi da due passi. Meravigliosa la cornice di pubblico. La cosa più brutta della serata? Le maglie delle due squadre: in grigio scuro il Napoli (per un Napoli veramente grigio rispetto ad altre uscite), in giallo la Juventus. Ma perchè non il Napoli in azzurro e la la Juve in bianconero? Purtroppo, questo è il calcio di oggi, dominato dagli sponsor e dal marketing. Bisogna pur vendere anche le seconde maglie, e allora quale miglior vetrina di una partitissima come questa? Così è se vi pare.

Higuain contro tutti. Non si può mettere una pietra sopra e dimenticare. Non si può prendere uno straccio e cancellare tre anni, 91 gol, 146 presenze, record e un amore così viscerale. No, per Higuain quella col Napoli non sarà mai una partita come le altre. Per questo, la rete con la quale il Pipita ha ancora una volta sentenziato gli azzurri, si porta dietro una burrasca di sentimenti e un mix di emozioni. Che si trasformano in rabbia per i tifosi partenopei, che fischiano, provocano e insultano. Tutta linfa vitale per l’argentino, che come un toro quando vede rosso incorna Reina al minuto 13, su assist-gioiello di Dybala. “Ognuno è libero di fare ciò che vuole”, dice Higuain nel post-gara a Sky. Poi si toglie più di qualche sassolino, anche contro De Laurentiis: “C’è chi spera tu ti faccia male e chi sta sempre con te. Per noi questa era una partita fondamentale. Se ho scrutato la tribuna cercando lui dopo il gol? Sì, ma non sono riuscito a vederlo, forse si era nascosto…”. Veleno sui social anche  tra il fratello di Higuain e il figlio di ADL. Robaccia moderna.

Tris giallorosso all’Olimpico. La Roma dimentica il pareggio di Genova e rifila tre gol alla Spal: Dzeko, Strootman e Pellegrini lanciano la squadra di Di Francesco in una partita comunque condizionata dall’espulsione di Felipe dopo 11 minuti di gioco. La rete di Viviani conta solo per le statistiche. Il tecnico dei ferraresi Semplici ha visto scorrere davanti agli occhi una partita a senso unico. È la prima volta che la Roma usufruisce del Var in suo favore. Già, perché l’arbitro Abisso aveva in un primo momento solo ammonito Felipe, reo di aver atterrato Dzeko lanciato a rete, anche se in posizione defilata. Poi l’arbitro, tramite l’ausilio del replay, cambia la decisione: cartellino rosso e partita ancora di più a senso unico. Si lamentano in casa Spal ma il direttore di gara e i suoi collaboratori non hanno sbagliato; a prescidere dal fatto che probabilmente la Roma avrebbe vinto lo stesso in quanto di gran lunga più forte degli emiliani. Var o non Var. Con questo successo i giallorossi si portano a -4 dal Napoli con una partita da recuperare. In attesa delle altre gare, il campionato in vetta rimane bellissimo.

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