PERISCOPIO/di Nuccio Fava/ Il tifo e la pratica sportiva sono cosa diversa

 di NUCCIO FAVA –  E’ molto importante lo sport, un fenomeno che arriva a coinvolgere profondamente milioni di persone. Lo si constata soprattutto con il calcio ma anche con sport cosiddetti minori. Basta considerare gli ascolti televisivi durante le olimpiadi o anche soltanto un grande confronto internazionale tra un paese e l’altro anche se a giocare non sono le rispettive nazionali ma squadre di club, come abbiamo visto di recente per la vittoria del Real Madrid contro la Juventus. Occasioni nelle quali molti non juventini lo sono diventati assumendo la squadra di Torino simbolicamente la rappresentanza di tutto il nostro calcio. Ma la pratica sportiva è altra cosa. Richiede impegno e fatica enormi fin dai primi anni giovanili e soprattutto in assenza di forti motivazioni e di potenziali grandi attitudini naturali, esprimerà al massimo uno dei tanti sportivi della domenica che suda e sbuffa per le strade o i parchi cittadini.

L’esempio non sembri ardito ma politica e sport possono avere molti punti di contatto anche sotto questo profilo, specialmente se diretti a conservare e promuovere valori autentici e leale lotta per la vittoria senza trucchi né inganni. In questo senso l’attuale fase pericolosa e incerta della nostra vita politica è ben rappresentata dal gran rumore e dagli eccessi vergognosi che sono rappresentati ad esempio senza freno alcuno nelle campagne per gli ingaggi e dalle cifre esorbitanti che vengono raggiunte per l’acquisizione di questo o quel campione. Sorprendente se non surreale il clima da corrida raggiunto intorno al giovane portiere del Milan, frastornato e stiracchiato da ogni parte per lasciare o conservare la casacca milanista. Senza esagerare è evidente un qualche rallentamento nella tenuta morale delle nostre società e dalla naturalezza con cui milioni di tifosi seguono questo tipo di vicende. Ora sinceramente preoccupati e timorosi dei possibili esiti, e insieme a pretendere in ogni caso come fedele tifoseria e quindi indispensabile sostegno alla squadra del cuore che la società compia il possibile e l’impossibile per assicurarsi i migliori pezzi sul mercato.                                                                                         Anche la condizione dei partiti usciti vincenti o sconfitti nel recente turno amministrativo riflette una situazione del genere, con riferimento alla politica delle alleanze che pure non può essere ignorata. Eppure ministri e singoli politici sembrano non accorgersi del fenomeno e del malcostume rappresentato dalle manovre dei procuratori, con un risultato quantomeno di forte diseducazione morale e di vero e proprio stravolgimento di valori per i tifosi più giovani. Lo stesso ministro dello sport che va in giro per l’Italia a fare superficiale retorica sui giovani, i valori dello sport e la loro importanza nel processo di formazione che comunque dovrebbero sempre coniugarsi con lealtà, onestà, pulizia, essere vissuti con eguale ardore e correttezza sia nel caso di vittoria che di sconfitta.

Certo, per un ministro impelagato nelle vicende di Consip o per la sua collega alle prese con i pasticci del padre vice presidente di banca Etruria non è semplice rappresentare valori siffatti in pubblico e in televisione; come ad esempio ostentava alla premiazione degli internazionali di tennis a Roma la sottosegretaria Boschi. Nonostante tutto per i più e particolarmente per i giovani i valori dello sport restano di enorme importanza. Agli stessi internazionali di Roma il serbo Djokovic è stato battuto in finale da un ragazzo russo-tedesco Zverev di appena vent’anni. Ma ha dovuto subire a sua volta una straordinaria lezione di tennis dal grande Federer, che lo ha sconfitto in due set. Giocano, come si vede nello sport, capacità e valori reali; pur con i loro miliardi non si sognano però di lanciare diktat o velleità di rottamazione. Chi ha filo lo tessa costruendo così con pazienza, capacità e rigore la tela che serve all’Italia.

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