PERISCOPIO/ Quel Berlusconi sulla punta delle dita

di GIOVANNI PEREZ – Ma chi si crede di essere Berlusconi? Un monarca assoluto? Con la sua battuta “fate i bravi” rivolto ai giornalisti, a conclusione della conferenza stampa al termine del colloquio “esplorativi” con il Capo dello Stato,  non riuscendo a restare zitto, Berlusconi ha pensato bene di interpretare il ruolo del professore che ammonisce i suoi ragazzi al termine della lezione. Abituato alle conferenze stampa addomesticate in cui le domande sono preparate in anticipo non ha voluto accettare che questa volta non si trovava davanti ad una classe di alunni poco inclini all’ordine o di redattori pronti a piegare la schiera per assicurarsi la paga, ma che avrebbe profondamente offeso tutta la categoria.
D’altra parte è comprensibile che Berlusconi si sia lasciato andare a quell’espressione infelice perché era infatti la prima volta che qualcuno gli rubava la scena: un Salvini a capo di una Lega che sino a pochi mesi prima contava ben poco nella politica italiana. Una umiliazione, per lui, dover essere sulla scena in secondo piano, che ha tentato di ribaltare anticipando, con l’enumerazione sulla punta delle dita, le indicazioni programmatiche declamate da Salvini, come per dire ai giornalisti: “queste cose le che dice lui le conosco benissimo, perché le ho scritte io”.  Un triste epilogo della carriera politica di un personaggio che sino a pochi mesi fa si riteneva un perseguitato dalla giustizia.

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