PERISCOPIO/ di Nuccio Fava/ L’istruttiva lezioncina del mio amico alpino

di NUCCIO FAVA* – Il fenomeno di rigurgiti fascisti non è solo italiano e noi potremo forse avere casa Pound in Parlamento. Un segnale tuttavia inquietante che vede del resto un generale spostamento verso destra di tutte le forze politiche e che più in generale è segno di una degradata nostra condizione civile ed etica.

Mi raggiunge al cellulare un vecchio amico di Ponte di Legno, iscritto da sempre all’Ana (Associazione Nazionale Alpini), che incontrerò a fine mese al raduno delle penne nere sull’Adamello. Ha fatto per anni il maestro di sci ed è stato pure partigiano con le fiamme verdi bresciane in val Camonica e commenta in modo critico l’eccesso di entusiasmo con cui i media hanno parlato della liberazione di Mosul. Le guerre non hanno mai veri vincitori, mi dice, perché creano più problemi di quanti riescano a risolverne. Si dimenticano oltretutto le tante vite perdute e intorno restano solo macerie di distruzioni orribili e le tante teorie di profughi che cercano rifugio. In tanti vorrebbero raggiungere la Libia per approdare disperati sulle coste meridionali del Mediterraneo. Mentre anche nella prosperosa provincia bresciana, con in testa sindaci ed assessori leghisti, si alzano barricate contro gli “africani”che sporcano e tolgono lavoro ai locali. E poi, aggiunge, l’Isis è davvero sconfitto? Questo movimento sanguinario, fanatico e crudele non tenterà di colpire ancora anche nelle città europee?                                                                                                                                                                                                                   E’ proprio sconsolato il mio amico montanaro, che ricorda i luoghi dove suo padre, da giovanissimo alpino, durante l’interminabile prima guerra mondiale gli raccontava delle mitragliatrici austriache che sparavano da dietro la collina, con il grande terrore che il capitano ordinasse l’assalto all’arma bianca.

Oltre che per le gambe che ormai lo sorreggono a fatica è sconsolato, il mio amico, per la situazione italiana: dopo vent’anni mi pare che siamo tornati a Berlusconi e il fenomeno italiano Renzi, che aveva promesso di cambiare e migliorare tutto, non si rende conto che rischia di diventare la brutta copia del Cavaliere. Siamo messi male e mi piacerebbe vedere una reazione, una capacità di mobilitazione popolare contro questo stato di cose. Una riappropriazione insomma della buona politica, una lotta comprensibile anche dentro i partiti esistenti. Sono diventati irriconoscibili e sembrano preoccuparsi solo di trovarsi un capo. E invece, anche per salire in montagna, per scalare la vetta, sempre meglio una buona cordata, mai da soli.

*Nuccio Fava è stato direttore del Tg1 e del Tg3 e delle Tribune politiche Rai

Commenta per primo

Lascia un commento