PERISCOPIO/ La risposta da dare al terrorismo

Nuccio-Fava-545x384di NUCCIO FAVA – Non ci sono parole ma solo sgomento ed emozioni indicibili, pietà e dolore illimitati, mentre la Tv ci porta in casa da Bruxelles le immagini della devastazione, di corpi straziati e della fuga disordinata dei sopravvissuti. Radio e televisioni trasmettono continui appelli a rimanere in casa.

Gli attacchi sono stati due, quasi in contemporanea. Una bomba alla stazione della metropolitana di Maelbeek, vicina alle sedi istituzionali europee: Parlamento e Consiglio.

Le bombe sono esplose nelle due stazioni in successione, secondo la stessa tecnica jihadista messa in atto a Parigi nel novembre scorso. Potrebbe trattarsi di una risposta del fondamentalismo dell’ISIS alla recente operazione della polizia belga, proprio nel quartiere Maelbeek, con la cattura del terrorista che aveva organizzato e coordinato gli attentati di Parigi. Certo e naturale porsi l’interrogativo di come, nonostante l’enorme schieramento di polizia e dei servizi di sicurezza, l’autore delle stragi di Parigi avesse potuto rientrare nuovamente a Bruxelles e viverci indisturbato per 4 mesi preparando nuovi attentati come quelli di oggi.

All’aeroporto di Zaventem la strage è stata provocata da due kamikaze, mentre nella metropolitana le esplosioni delle bombe sarebbero state tre, distruggendo interamente alcune vetture e compiendo un massacro.

Il significato politico di questa nuova tragedia è racchiuso nell’attacco simbolico alle istituzioni dell’Unione Europea e alla stessa Bruxelles, che ne rappresenta la capitale. Drammaticamente quindi è più che mai evidente che il jihadismo è in guerra con l’intera Europa, con i suoi simboli, con i suoi valori di libertà, con le istituzioni democratiche.  E a una guerra tutta l’Europa deve riuscire a dare una risposta adeguata, a cominciare dai territori dove il terrorismo islamista nasce, si alimenta e in modo sanguinario esprime la volontà di espandersi, seminando terrore e morte in modo indiscriminato, anche contro civili, donne e bambini. Forse il pericolo è stato sottovalutato e compreso con grave ritardo. Questo rende più difficile la risposta, che non può però attendere ulteriormente e non essere attuato con la giusta determinazione e la collaborazione di tutti.

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