PERISCOPIO/ I buchi neri non esistono

Nuccio-Fava-545x384di NUCCIO FAVA –

Einstein aveva ragione, si potrebbe dire dopo la scoperta di scienziati americani e italiani che hanno individuato le onde gravitazionali provocate dallo scontro di due buchi neri. La scienza per sua natura ha tempi differenti rispetto alle normali attività dell’uomo. Lo sapeva molto bene Einstein che aveva proprio chiamato teoria della relatività la sua concezione della fisica e del cosmo. Che sia stato necessario tanto tempo per verificare in concreto quell’intuizione di Einstein non è certo un limite dello scienziato ma della lentezza e fatica dei ricercatori che l’hanno seguito.

La partecipazione italiana è significativa come hanno riconosciuto gli americani durante l’annuncio della scoperta data in contemporanea dagli Usa e dall’università di Pisa. Compiacimenti e congratulazioni si sprecano, anche se servirebbe un po’ di autocritica per lo stato della nostra ricerca, le occasioni e i finanziamenti mancati.

Abbiamo temuto che l’importanza della scoperta potesse tramutarsi in una tentazione all’insegna di “Viva l’Italia”con Carlo Conti avvolto festante in un bel tricolore sul palco di Sanremo . Sarebbe fra l’altro stato troppo facile associare i buchi neri a tanti altri per i quali non si è ancora trovata soluzione : camorra, ‘ndrangheta e mafia in testa, ma anche buchi nei bilanci dello Stato e degli enti locali, della sanità, dell’istruzione e della ricerca.                                                                             In compenso già da qualche ora c’era su tutte le agenzie una dichiarazione del cardinale Bagnasco presidente della Cei. Chiedeva massima attenzione e ponderatezza nel trattare materia tanto delicata e importante come le unioni civili giungendo addirittura a suggerire che fosse da preferire il voto segreto, in modo da assicurare meglio :scienza e coscienza.

La presa di posizione del cardinale valeva soprattutto per il presidente Grasso, ma anche il governo si è risentito : “è la politica non la religione che deve risolvere un problema del genere senza interferenze inammissibili”. Fortunatamente siamo nell’anno di grazia 2016, anche se non si trova in giro nessun De Gasperi, che seppe superare “gli storici steccati” e favorire uno sviluppo straordinario della democrazia italiana, anche nei rapporti Stato-Chiesa, attraverso un “Tevere più largo” come diceva Giovanni Spadolini.

Del resto la valutazione di un ecclesiastico, sia pure il cardinale Bagnasco e sia pure presidente della Cei, non può in alcun modo contraddire la predicazione quotidiana di papa Francesco : suona chiara e forte in piazza San Pietro e all’aeroporto Josè Marti dell’Avana, in Africa, nel santuario di nostra signora di Guadalupe in Messico.

 

 

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