PERISCOPIO/ E se la sinistra ripartisse dai due meriti che hanno avuto i 5 stelle?

di SERGIO SIMEONE – Premetto che non ho votato per i 5 stelle, perché non condivido le loro proposte e perché ritengo la loro democrazia digitale assolutamente fasulla. Ciò detto, il movimento guidato da Luigi Di Maio ha avuto in queste elezioni due grandi meriti:

1. Ha bloccato sul filo di lana la vittoria del centrodestra, che sarebbe stato per l’ Italia il male maggiore con il suo misto di brutalità xenofoba al limite del fascismo di Salvini (il flop di casa Pound non dimostra che i fascisti in Italia non ci sono, ma che hanno optato per il voto utile a favore della Lega) e del lasciapassare fatto intravedere da Berlusconi per evasori, abusivisti, corruttori .

2. La valanga di voti ottenuti al sud dai 5 stelle ha fatto capire che i meridionali hanno raggiunto ormai il limite della pazienza. Che il vizio di governare con grandi promesse, a cui non seguono né sviluppo, né occupazione, è diventato insopportabile . E’ ormai chiaro che nessun partito, dopo queste elezioni, potrà governare non solo il Mezzogiorno, ma l’intero Paese, se non porrà al primo posto della sua agenda la rinascita del Meridione e non metterà in campo progetti concreti e risorse per realizzare questo fine.

Da dove cominciare? Io non ho dubbi: il primo obiettivo deve essere di tipo roosveltiano, cioè varare un vasto programma di opere pubbliche per mettere in sicurezza il territorio e dotarlo di moderne infrastrutture. Questo obiettivo realizzerebbe due risultati : offrire opportunità di lavoro subito ad un gran numero di giovani dando una risposta in tempi brevi alla domanda di occupazione e creare le condizioni migliori per attirare investimenti produttivi. Nel frattempo andrebbe formato il capitale umano per far fronte alle conseguenze delle innovazioni tecnologiche, che portano alla contrazione della manodopera nel settore manifatturiero e alla crescita del fabbisogno di personale altamente qualificato nel settore terziario avanzato. Si eviterebbe così di vedere arrivare al Sud, come nel passato, insediamenti industriali obsoleti che vengono usati per sfruttare incentivi fiscali e manodopera dequalificata a basso costo e dopo un po’ vengono buttati via come limoni spremuti .

La sinistra (spero finalmente unita dopo le dimissioni di Renzi) è lo schieramento politico meglio attrezzato per sostenere e contribuire ad attuare un simile programma, anche perché può contare su elementi di grande valore. Penso, per esempio, a due uomini come Fabrizio Barca e Raffaele Cantone. Il primo è stato di gran lunga il migliore ministro del governo Monti e ha dimostrato le sue capacità riuscendo a sbloccare in poco tempo una notevole quantità di progetti finanziati con fondi europei. Poi è caduto incredibilmente nell’oblio. Il secondo non ha bisogno di presentazioni e sarebbe indispensabile per evitare che in un programma che vedrà l’impiego di enormi risorse si infiltrino le mafie e la corruzione.

Sto correndo troppo, forse, perché la sinistra rimarrà relegata all’opposizione per i prossimi 5 anni o perché non è certo che si riuscirà a fare un governo dopo queste elezioni? Non è detto, visti i corteggiamenti che le arrivano da più parti e la riluttanza degli italiani a tollerare un ulteriore periodo di stagnazione politica, come dimostrato dal successo ottenuto dai partiti che hanno saputo, comunque, cavalcare il malcontento e la protesta.

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