Pd nella bufera dopo l’attacco di D’Alema a Renzi e ai dirigenti arroganti. Guerini a Napoli per placare Bassolino sulle irregolarità alle primarie

Massimo D'Alemaalla festa democratica del Pd milanese che si svolge presso il Carroponte di Sesto San Giovanni, 13 settembre 2013. ANSA / MATTEO BAZZI
Foto Matteo Bazzi (Ansa)

Il Pd è in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali che ignorano i suoi fondatori e che sta generando a sinistra un malessere che può portare a un nuovo partito: in una lunga intervista al ‘Corriere della sera’ Massimo D’Alema va all’attacco della dirigenza del Pd e di Matteo Renzi a partire dal caso delle primarie di Napoli e passando per l’appoggio di Verdini ad alcuni provvedimenti in Senato.

L’ex premier ed ex segretario dei Ds ha parlato anche a SkyTg24 affermando che “bisogna compiere un lavoro di ricostruzione del centrosinistra, non di creazione di un partitino alla sinistra del PD. È una battaglia politica e culturale che passa sia all’interno che all’esterno del PD, perché molti hanno deciso di andarsene. Ci sono diverse personalità intorno a cui si può ricreare il centrosinistra in alternativa a Renzi. Quando si arriverà al congresso del PD questo risulterà alla luce del sole”.

La tesi di D’Alema è che in quasi tutte le città in cui si va al voto stanno venendo fuori candidature e liste, nell’ambito del centrosinistra, fuori o in polemica con il Pd. E questo testimonia che l’unità del centrosinistra non c’è più, è in crisi. Una parte dei parlamentari che formavano la coalizione elettorale del Pd sono all’opposizione e una parte dei parlamentari del centrodestra sono al governo. Qualcosa è successo”.

“Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd – fa notare D’Alema – che si traduce in astensionismo, disaffezione, nuove liste, nuovi gruppi. Nessuno può escludere che alla fine qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito”. Quindi la vera sfida è come si ricostruisce il centrosinistra, e ciò non può accadere soltanto all’interno del Pd, perché il Pd non ce la fa più a tenere insieme il campo di forze del centrosinistra.

“Renzi ha reciso una parte fondamentale delle radici del Pd soffocando lo spirito dell’Ulivo”, è la constatazione di D’Alema, che porta ad esempio la riforma elettorale Italicum, che si ispira a quella di Berlusconi. “Io cosa dovrei fare? Cospargermi il capo di cenere e presentarmi al Nazareno in ginocchio a chiedere udienza a Guerini?”, osserva D’Alema. “Si tende a trasformare il Pd nel partito del capo. Chi non si allinea viene brutalmente spinto fuori”. L’ex premier è critici anche con l’azione della sinistra interna al Pd: “Guardo con simpatia alla battaglia della minoranza – dice –  ma non mi pare che, purtroppo, riesca a incidere sulle decisioni fondamentali”.

In sostanza Renzi secondo D’Alema “non vuole tenere insieme il centrosinistra, vuole sbarazzarsene. Perciò mi fanno ridere quelli che lanciano l’allarme sul partito della Nazione: il partito della Nazione è già accaduto. Lo schema mi pare evidente: approfittare della crisi di Berlusconi per prenderne il posto. Ma è un’illusione. Verdini ha capito che se Renzi rompe con la sinistra va dritto verso la sconfitta, magari in un ballottaggio con l’M5S. E una volta lacerato il centrosinistra non viene il partito della Nazione; viene il populista Grillo. O viene la destra. Perché il ceto politico berlusconiano che oggi si riunisce attorno a Renzi non gli porterà i voti di Berlusconi. La destra è confusa ma esiste, e una volta riorganizzata voterà per i suoi candidati”.

“Il Pd versa in una condizione gravissima, e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando con metodi staliniani”, afferma ancora D’Alema. Che parla anche delle elezioni capitoline: “Non so che cosa farà Bray (che è stata ministro della Cultura nel governo Letta, ndr) . Certo non ho il minimo dubbio che la sua candidatura sarebbe quella di maggior prestigio per la Capitale, mentre qui pare tutto un giochino interno al Pd. Roma merita un sindaco di alto livello, a prescindere dall’appartenenza di partito”. Riferendosi a Giachetti, che si è fotografato su Internet mentre traina un risciò su cui è seduto Renzi, dice che  questa “non può essere l’immagine del sindaco di Roma, neanche per scherzo”. Sulle primarie di Napoli e sul ricorso di Bassolino sulle irregolarità respinto per “scadenza dei termini” D’Alema non usa mezzi termini: “Qui siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità”.

 Cuperlo: rigenerare il Pd.  Ieri un preallarme per la condizione del Pd  era venuto da Gianni Cuperlo, uno dei leader della minoranza del Pd, che ha presentato ieri una sorta di  documento-appello in una improvvisata conferenza stampa a Montecitorio. “Qui non si tratta – ha detto – di fare qualche aggiustamento, siamo davanti a un problema molto più serio, che è il bisogno di rigenerare il Pd. Non si può rimuovere quella che è una frattura che segna il perimetro del centrosinistra e non va liquidata come fosse polvere sotto il tappeto. Il Pd – aveva detto ancora Cuperlo – va ricostruito e bisogna farlo dalle radici. Non può essere né un ascensore sociale per le carriere di alcuni né un esercito svuotato di soldati e messo al servizio del potere. Lo dico a Renzi: svolga il suo compito di segretario. La segreteria del Pd non è convocata da mesi, si era iniziato bene convocandola all’alba, la si convochi anche più tardi ma la si convochi”. Ma D’Alema ha voluto andare oltre, molto oltre, giustamente.

IL CAOS NEL PD NAPOLETANO – A cinque giorni dal voto non si chiude la polemica sulle primarie a Napoli e arrivano due ricorsi: uno da Antonio Bassolino e uno dalla stessa vincitrice, Valeria Valente. “Sto andando a presentare il ricorso – ha detto Bassolino arrivato alla sede del Pd di Napoli – contro la proclamazione dei risultati elettorali, perché sono viziati da serie e gravi irregolarità che ne comportano l’annullamento”.

Il ricorso della Valente – “Abbiamo presentato un ricorso per verificare se iscritti del Pd abbiano tenuto comportamenti lesivi dell’onorabilità del partito e degli stessi candidati, durante le primarie”: così, il comitato per Valeria Valente sindaco, in una nota comunica il deposito di un ricorso alla commissione di Garanzia del Pd di Napoli. In esso si chiede “di avviare ogni accertamento utile” per accertare “se vi siano stati, nella giornata di domenica 6 marzo, comportamenti contrari alle norme previste dallo Statuto del partito”. Il ricorso è stato presentato da Giuseppe Balzamo, rappresentante della candidata alle primarie Valeria Valente. “I fatti – si spiega – sono tutti quelli rilevabili dal video prodotto e pubblicato da ‘Fanpage.it'”, che però, si sottolinea nel ricorso, da solo non è “idoneo a dare certezza di illeciti comportamenti ancorché inopportuni dal punto di vista politico”. Di qui l’auspicio che la commissione “possa visionare l’intero video attraverso anche una corretta interlocuzione con i produttori del video stesso, al fine di comprendere se vi siano ulteriori casi su cui intervenire”, nella convinzione “che si procederà con il rigore necessario e che ogni violazione sarà sanzionata con la severità necessaria”.

Nel pomeriggio il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini è andato a Napoli, speditovi evidentemente da Renzi, per una serie di incontri con Antonio Bassolino, che ha presentato martedì un ricorso, respinto “per scadenza dei termini”, e oggi un secondo ricorso contro le primarie di domenica scorsa, e con Valeria Valente, vincitrice delle primarie, ma contestata per le irregolarità che sono emerse, e anche lei presentatrice oggi di un ricorso.

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