Passo avanti delle intese sull’autonomia di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna. Ma allarme nel Sud: ancor più Italia a due velocità

Il Consiglio dei ministri ha avviato il percorso delle intese con le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna per la concessione di una più ampia autonomia regionale che dovrebbe portare ad attribuire a queste regioni una serie di competenze che incidono sulla vita dei cittadini: dalla scuola alla sanità, dalle casse di risparmio fino alla sicurezza sul lavoro.

Una novità, se non una rivoluzione, che entusiasma la maggior parte degli abitanti delle tre Regioni, ma giustamente allarma i residenti del Sud che temono il venir meno di risorse che assicurano i servizi di base. Timori che attraversano anche la maggior parte dei partiti, a cominciare dal M5s che ha nel Mezzogiorno la sua più solida elettorale, senza tralasciare l’opposizione. Ma dubbi hanno anche il Pd, LeU e  Forza Italia.

“Per il M5S, sempre in direzione del rispetto della Costituzione, ogni percorso di autonomia non può prescindere dalla prioritaria individuazione dei Lep”, cioè dei livelli essenziali delle prestazioni per evitare che “ci siano cittadini di serie A e di serie B”, si legge in un dossier dei gruppi parlamentari di M5s sulle intese con Veneto, Lombardia e Emilia Romagna sul regionalismo differenziato.Il dossier critica anche la tesi dell’inemendabilità da parte del Parlamento dei disegni di legge che recepiscono le tre intese.

“Non ci saranno cittadini di serie A e di serie B. Chi dice queste cose non ha letto le bozze delle intese” tra Stato e le tre Regioni che chiedono Autonomia., replica il capo della Lega, Matteo Salvini, lasciando Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri che ha iniziato l’esame delle intese.

“Siamo favorevoli ad una maggiore autonomia ma teniamo in grande considerazione le ragioni del Sud”, ha detto a sua volta Silvio Berlusconi, ospite di Porta a Porta.

“È certamente positivo che dopo il passaggio di dicembre oggi ce ne sia un altro in Consiglio dei ministri, con le comunicazioni relative a una bozza di intesa. Dunque, un passo avanti, ma non certo quello conclusivo, per un’intesa che va ancora trovata e sulla quale noi aspettiamo fatti e risposte concrete, non tanto delle intenzioni. Personalmente non mi sono mai impiccato alle date e quindi aspetto”, ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

 Il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Erika Stefani (Lega) ha dichiarato: “Sono soddisfatta perché questa sera i testi sulle autonomie arrivano in Consiglio dei ministri. La procedura non prevede in Consiglio voti sui testi. Siamo consapevoli che il percorso non è concluso, ma siamo ottimisti sul risultato perché stiamo compiendo un passo importantissimo nell’ottica della razionalizzazione e del risparmio della spesa regionale. Positività assoluta sull’esito della discussione che riguarda i nodi politici rimasti. L’obiettivo – aggiunge – è quello di arrivare entro pochi giorni all’avvio della procedura innovativa prevista dall’ articolo 116 comma 3 per l’attuazione dell’autonomia differenziata. Ricordo che stiamo lavorando nel solco della Costituzione”.

I tre disegni di legge che recepiranno le intese per l’Autonomia di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, vanno considerati inemendabili dal Parlamento. E’ quanto si evince nelle bozze delle tre intese che saranno esaminati dal Consiglio dei ministri. Le bozze dell’Intesa affermano infatti che l’approvazione da parte delle Camere “avverrà in conformità” del procedimento “per l’approvazione delle intese tra lo Stato e le confessioni religiose” (!) che per prassi parlamentare sono inemendabili.

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