OSSERVATORIO AMERICANO/ di DOMENICO MACERI/ Boehner, prima il partito poi il Paese

Domenico Maceri“La protezione della Camera come istituzione” è il compito principale dello speaker. Così John Boehner ha commentato il suo incarico mentre dava le sue dimissioni da presidente della Camera dei deputati. Si sbaglia. Lo speaker della Camera è anche al secondo posto nella linea di successione presidenziale dopo il vicepresidente e prima del presidente del Senato. La spiegazione di Boehner ci presenta un individuo con ruolo politico senza alcun suggerimento sulle responsabilità verso la nazione. Boehner nel suo operato si è preoccupato principalmente di soddisfare l’estrema destra del suo partito, i membri del Tea Party, che gli hanno reso la vita difficilissima nei quattro anni che è stato in carica. In effetti, Boehner si è lasciato ricattare dall’estrema destra del suo partito impedendo di dare l’opportunità ai deputati di votare persino su disegni di legge approvati dal Senato a beneficio del Paese. L’esempio più lampante consiste della riforma sull’immigrazione del 2014 che con ogni probabilità la Camera avrebbe approvato con voti principalmente democratici ma con una piccola parte di repubblicani.

Un favore al Tea Party. Per fare piacere ai membri del Tea Party Boehner ha negato l’opportunità a circa undici milioni di clandestini di regolarizzare il loro status. Boehner nel suo compito ha seguito la regola di Hastert, nota come “la regola della maggioranza”, secondo cui lo speaker permette alla Camera solo voti nei casi in cui il partito della maggioranza li supporta. In effetti, la regola non è legge ma una tradizione creata da Dennis Hastert, speaker della Camera fra il 1999 e il 2007. Non deve essere seguita assolutamente anche se gli speakers sia di sinistra che di destra la seguono in modo notevole per impedire al partito di minoranza di approvare leggi con una fetta dei deputati della maggioranza. Boehner ha “violato” questa regola in alcuni casi eccezionali causando forti dispiaceri all’estrema destra del suo partito. In questi casi si tratta di situazioni per evitare di sprofondare il Paese nell’abisso del default. Ciononostante Boehner non ha impedito la chiusura dei servizi governativi per due settimane nel 2013 cercando di congelare i fondi per Obamacare. Questa azione ha costretto Standard and Poor ad abbassare il rating degli Stati Uniti da AAA+ a AAA, costando una riduzione alla produttivià del Paese.

Falsi profeti? L’abrogazione di Obamacare è stata infatti la bestia nera del Tea Party e Boehner ha permesso quasi cinquanta voti per la sua eliminazione sapendo benissimo che il disegno di legge sarebbe stato bloccato dal Senato. In effetti, una grossa perdita di tempo e denaro. Si sapeva già della difficile situazione di Boehner nei confronti dell’estrema destra del suo partito. Ce li ha confermati pochi giorni fa egli stesso in un’intervista al programma televisivo Face the Nation. Rispondendo alla domanda se credeva che l’abrogazione di Obamacare fosse realista Boehner ha risposto categoricamente al negativo. Ha continuato a chiarire che alcuni dei membri del suo partito chiedono cose impossibili da realizzarsi. Li ha definiti “falsi profeti” perché fanno promesse ai loro elettori senza alcuna possibilità di condurle in porto.

La reazione di Barack Obama. Commentando su Boehner, il presidente americano ha detto che si tratta di una “persona cortese”. Giusto, ma non uno speaker che è riuscito a controllare la “mandria” dei parlamentari repubblicani. Per loro, Boehner non è stato abbastanza duro con Obama arrendendosi spesso senza concludere le promesse fatte dall’estrema destra ai loro elettori. Boehner ha controllato minimamente la Camera senza fare un ottimo compito per il Paese. Infatti, lui ha incoraggiato l’ala destra del suo partito permettendo voti che non sarebbero andati in porto perché troppo estremisti. Avrebbe potuto invece “allearsi” di più con i democratici e i moderati del suo partito per promuovere leggi di cui ne avrebbe beneficiato il Paese. Ha preferito mantenere a bada gli estremisti per non perdere il suo posto di speaker. Boehner avrà un mese per rifarsi prima di lasciare la sua carica di speaker. Ci ha detto che non vuole lasciare “il fienile sporco” al suo successore. Parla del suo partito o del Paese?

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