ORA DI PUNTA/ Per certi leghisti non basta la parola

di SERGIO SIMEONE – Oggi devo fare autocritica. Ho sempre pensato che i leghisti fossero razzisti. Lo penavo  non solo alla luce delle dichiarazioni di Salvini circa la necessità  di bloccare il flusso dei migranti provenienti dall’Africa e di tutelare gli interessi degli italiani dalle “pretese” dei nuovi arrivati, ma anche dalle frasi che concitatamente vengono pronunciate in trasmissioni televisive, come “Dalla vostra parte” condotta da Belpietro, dove piccole folle urlanti accusano gli africani di essere responsabili di tutto ciò che non va in Italia, dalla mancanza di lavoro alla mancanza di case, nonché di mangiare a spese  degli italiani, di intasare gli alberghi di lusso,  di attentare alla proprietà ed alla vita degli italiani, ed infine di avere un chiodo fisso in testa: stuprare le italiane.

Poi mi è capitato di leggere alcune inchieste giornalistiche condotte in regioni a forte insediamento leghista, nelle quali si chiedeva agli elettori  della lega cosa ne pensassero di una eventuale alleanza di governo tra lega e cinque stelle. “Per l’amor di Dio, è stata la risposta più frequente, non se ne parla nemmeno. Ma vi rendete conto, quelli( ndr i cinque stelle) vogliono introdurre il reddito di cittadinanza. Ma sapete cosa significa ? Significa che a noi del nord toccherà lavorare duro, ancora più di prima, perché dovremo produrre reddito non solo per noi,  ma anche per i meridionali. E loro potranno mangiare e bere a nostre spese senza fare niente.”

Ma  come, ho ragionato io, perché tanto livore contro i meridionali? Eppure si tratta di italiani, bianchi( un poco più abbronzati dei veneti, ma fondamentalmente bianchi)? Poi ho capito: molti leghisti non sono razzisti, sono molto di più, molto peggio. Il sostantivo o l’aggettivo li lascio a voi.

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