ORA DI PUNTA/ Pacco, paccotto e contropaccotto. O no?

di SERGIO SIMEONE – Dopo le travagliate vicende per eleggere i presidenti delle due Camere tutti si domandano chi sia stato il regista dell’operazione che ha portato  alla elezione di Fico e Casellati alla presidenza,  rispettivamente, della Camera dei deputati e del Senato. Io non so chi sia stato. Ma quello di cui sono certo è che si è ispirato ad un film del famoso ed indimenticabile regista Nanni Loy, noto ammiratore della fantasia con cui a Napoli vengono organizzate alcune truffe di piccolo cabotaggio:  “Pacco, paccotto e contropaccotto”. Non ci credete? Ed allora rivediamo insieme la scena: Berlusconi  cerca di rifilare a Di Maio il suo amico Romani, condannato per peculato (telefono, pagato dallo Stato per lui, ma usato da sua figlia per telefonate private a mezzo mondo),  come candidato alla presidenza del Senato pur sapendo  che, in base al rigido decalogo dei 5 stelle, Romani è incandidabile (pacco).  Di Maio se ne accorge e non solo rifiuta la candidatura, ma gli fa il  paccotto: per interposta persona (Salvini) fa avanzare la candidatura della Bernini. A questo punto Silvio Berlusconi risponde con un contropaccotto da manuale, cioè fa ritirare la Bernini e propone la Casellati, al cui confronto Romani è in odore di santità: ha fatto assumere sua figlia nel ministero di cui era sottosegretario, ha votato contro la legge sulle unioni civili, ha partecipato al girotondo intorno al tribunale di Milano per rivendicare la innocenza (… a prescindere) di Silvio Berlusconi. E Di Maio abbocca e fa votare la Casellati entusiasticamente.

Morale della favola: Di Maio ha appena cominciato i suoi approcci con il centrodestra e Berlusconi gli ha già fatto mangiare la prima polpetta avvelenata. E’ proprio sicuro di aver imboccato la strada giusta? A fare i patti col diavolo ci si rimette sempre. Ma speriamo di sbagliarci.

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