ORA DI PUNTA/ Quando la mano sinistra sa quello che fa la mano destra

ORA di puntadi ENNIO SIMEONE 

Fa specie che Sinistra Italiana – ovvero l’ex Sel di Nichi Vendola (passato a fare la mamma, o il papà) e di Renato Migliore (compensato con un sottosegretariato nel governo per la folgorazione renziana di cui dà frequentemente ma mediocremente prova nei talk show) – si sia prestata al gioco, o meglio al giochino inventato da Renzi in vista del referendum sulla pseudo riforma costituzionale firmata Mariaelena Boschi.

Ci riferiamo all’insolita decisione improvvisamente e improvvidamente proposta da SI (ahimè che  sigla!) e coralmente approvata nella riunione dei capigruppo della Camera ieri, in cui si afferma che  entro settembre verrà discussa dal parlamento “una mozione che impegna lo stesso parlamento ad intervenire, prima del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla riforma elettorale (Italicum), eliminando quei palesi vizi di incostituzionalità che la rendono una vera e propria controriforma destinata a provocare una nuova pronuncia di illegittimità della Corte”.

A parte il fatto che una singolarità del genere non si era mai vista nella storia delle nostre assemblee elettive, è lampante che questo è il classico boccone che si lancia al cane per toglierselo dalle calcagna. In una parola: una fregatura.

Perché? Semplice: poiché la minoranza del Pd (Bersani, Speranza e Cuperlo in testa) ha chiesto, come contropartita per mitigare l’effetto rovinoso della riforma costituzionale, la modifica dell’Italicum, le viene offerta questa promessa di modifica della legge elettorale. Ma si tratta di una promessa che non verrà mantenuta, per due semplici motivi: sia perché Renzi non è abituato a mantenere le promesse (passeremo da#enricostaisereno a #bersanistaisereno), sia, e soprattutto, perché non c’è il tempo per modificare e far approvare dai due rami del parlamento le modifiche l’Italicum prima del referendum. E, una volta ottenuto il silenzio di una bella fetta dei NO durante la campagna referendaria, il giochino è fatto. Altrimenti perché mai un paladino del motto “l’Italicum non si cambia”, come il capigruppo del Pd alla Camera, Rosato, ventriloquo di Renzi e della Boschi, avrebbe detto sì a quella proposta di modifica?

Di confortante c’è una sola cosa: questa squallida manovra dimostra che Renzi e i vertici del Pd sentono il terreno scivoloso sotto i piedi dopo l’esito dei ballottaggi. Resta il mistero: perché Sinistra Italiana si è prestata a questo giochino?

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