NUCCIO FAVA/ Senza Grecia non ci sarebbe Europa

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Torna ancora Jurgen Habermas a criticare severamente la linea tenuta dalla Germania nella dura trattativa con Tsipras, riferendosi esplicitamente alla cancelliera Merkel ed al ministro delle Finanze Schauble che durante una interminabile notte hanno consumato tutto il capitale politico che la migliore Germania si era costruita in questi ultimi cinquant’anni. E’ molto severo il filosofo tedesco, che accusa la Merkel di aver ridotto la Grecia ad un protettorato. E’ prevalsa insomma la tentazione di punire Tsipras che, secondo Habermas, poteva rappresentare una novità quantomeno fortemente critica rispetto ai tecnocrati che hanno esautorato la democrazia. Nell’analisi del filosofo tedesco c’è il timore dell’ulteriore prevalere delle logiche degli Stati nazionali, preoccupati dai movimenti carichi di paura, nazionalismo e xenofobia che possono provocare la dissoluzione delle istituzioni europee, invece che il loro rinnovamento e la loro democratizzazione per giungere finalmente ad una vera legittimazione democratica e popolare.

In modo più singolare, come è nel suo carattere e nel suo spirito dissacrante, Guido Ceronetti, scrive in una colonnina sul Foglio: “Grecia non è questione di debito dovuto o di sostegno obbligato. Grecia è prima di tutto Occidente, è questione di vita o di morte che Occidente rimanga”. Col suo spirito agrodolce, spesso amaro e pungente, Ceronetti evoca una grande questione di geopolitica: la collocazione della Grecia sul fronte Sud della Nato, sempre di fondamentale importanza strategica, tanto più difronte all’attuale situazione della Turchia. Sicuramente anche questo fattore ha influito sul modo con cui lo stesso Obama ha premuto perché Atene non uscisse dall’Eurozona e l’atteggiamento USA si è sviluppato in una fase in cui si è raggiunto il travagliato e complicato accordo con l’Iran.

Nessuno può disconoscerne il valore e l’importanza, anche se non sono mancate voci di critica e di dissenso non solo da parte di Israele e dell’Arabia Saudita. Per parte sua Tsipras ha regolato i conti con la sua sinistra interna e sostituito ministri e vice-ministri dissidenti.

Riaprono le banche e ancora una volta con intelligenza politica Mario Draghi ha fatto la mossa giusta, consentendo una prima speranza di ripresa, dopo giornate di autentica disperazione per i cittadini greci. Non bastano però le boccate d’ossigeno. E’ indispensabile che Tsipras sappia avviare le riforme che il duro accordo con Bruxelles gli impone, e che, sia pure obtorto collo,  ha dovuto accettare. Sicuramente arduo il compito del governo greco, ma la chiave di volta è principalmente a Bruxelles che deve sapere accompagnare e sostenere il difficile processo di salvataggio di Atene.

 

Nuccio Fava

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